Benito Picelli è nato il 20 marzo 1935 a Fianona (Pola) da genitori estensi. Nel 1959 si trasferisce a Vicenza e attualmente risiede ad Altavilla Vicentina. È poeta, incisore e pittore, nonché accademico di merito in Lettere. Nel 1980 viene premiato a Firenze con il "Dio Pan" per meriti giornalistici e iscritto nell'Albo d'Oro. Collabora con il mensile "Realtà Vicentina". Ha pubblicato "Vita Natura e Amore" (1976), "Anno 1980" (1980), "Omaggio ad Anna Frank" (1982), "Poeti a confronto 1982" (1983), "Amare l'anziano è virtù dei giovani" (1984), "Incontriamoci a Vicenza" (1992), "C'è il 2000" (1998), "La nostra terra nel mondo di oggi" (2001), "L'albero della vita" (2002) ed "Erta" (2005), "Incontriamoci a Tonezza del Cimone tra le sue vie e valli d'oro" (2010). Il suo libro più significativo è "Incontriamoci a Vicenza" che nel quarto di copertina viene presentato dall'autore in questo mondo: «Da diverso tempo pensavo di raccogliere queste poesie in una pubblicazione. La loro stesura parte dal desiderio di affrontare un nuovo, per me, modo di scrivere: dedicarmi cioè alla registrazione di osservazioni e sensazioni sulle bellezze di Vicenza. Ho amato la città di Vicenza e ancora la "vivo" con particolare intensità emotiva, è ad essa che ho offerto il mio spirito poetico; ogni scrittura è stata concepita in strada, nel buio di un portone, tra la quiete di un nascosto giardino ed è in questi luoghi che la mia ispirazione è stata maggiormente sollecitata e dove ho conquistato immagini preziose e ricordi duraturi».
Il cuore a Vicenza
«Il cuore si è fermato a Vicenza e la vita continuerà per te». Con questa frase vengono introdotte le poesie dedicate alla nostra città, che incominciano con la Chiesa di San Rocco: «Coloro che cercano / troveranno sempre il posto dell'amore, / tutt'intorno ad un grande giardino fiorito. / Dove gli angeli sono appena passati, / il rumore di qualche passo rotto / accarezza il fondo della vita, / e le mani superiori accorrono per vedere / le mura che si screpolano lentamente / senza colpire nessuno. / Il calore della chiesa / rinfresca il volto di San Rocco, / e lo sguardo dolce e vivo accompagna la vita per la vita. / L'interno è caro e dolce, si può camminare in punta dei piedi, / in fondo, sull'altare, il Paradiso. / Quanto è bello, vivo e puro. / Qui tutto intorno mi sembra di vedere un arcobaleno; / il tramonto e l'aurora per portare / i bimbi piangenti e sorridenti. / Tutti insieme per una vita nuova e ricca d'amore». Le parole chiave di questa lirica, dai toni morbidi e dal ritmo semplice, cadenzato e discorsivo sono "amore", calore", "vita". Vicenza è per il poeta una città di dolcezza e di amore per la vita, una città paradisiaca di giardini, dove volano gli angeli, vi albergano i santi coi loro altari, e gli abitanti devono quasi camminare in punta dei piedi, perché in essa tutto è bello, vivo, puro e santo. Tutto è trasfigurato in una luce morbida e metafisica con i suoi tramonti celestiali e le sue aurore che simboleggiano una vita nuova e ricca d'amore. Parole chiare e modeste, ma vibranti e spontanee quelle di Picelli che trascorrono piene di entusiasmo e di amore per una città che sa di sogno e di presenze soprannaturali.
Fede per le arti
«Picelli è un personaggio stupendo - scrive il prof. Felice Nalin - e ci accomuna una fede per le arti. Che Benito sia pittore, grafico e poeta poco importa; quello che veramente conta è la sua capacità di entrare nel gesto tramite la particolare espressione che qualifica i suoi segni. L'artista è il più autentico creativo immediato che io conosca, con una capacità di trarre dal quotidiano il meraviglioso, il capriccio fantastico che emoziona e stupisce. Questo è Benito, un grande uomo che naviga da sempre nel mondo dell'arte con atteggiamento puro e libero da strutturazioni glottologiche. In fondo, in questo creativo, trionfa l'emozione, che coinvolge chi segue il suo racconto poetico».