Testimoni della civiltà veneta
«Sotto questo profilo, la terra veneta ha espresso significative eccellenze, ad iniziare da quella diplomatica con la quale ha dimostrato di riuscire a ben navigare in un Oriente, vicino e lontano, caratterizzato da complessi equilibri, politici, economici, militari. Riportare alla luce documenti e testimonianze di coloro che sono stati, lungo lo scorrere dei secoli, protagonisti, messaggeri, testimoni della civiltà veneta non può che giovare anche nella contemporaneità. Sulla base di questa preziosa eredità culturale possiamo infatti comprendere quanto la ricca produzione di materiali odeporici abbia contribuito a creare le basi per la formulazione di una nuova e diversa immagine del mondo, anche dal punto di vista cartografico. La presente ricerca ha inteso sviluppare quel percorso di conoscenza e valorizzazione di importanti fonti odeporiche venete, iniziato con la pubblicazione "Ad Orientes. Viaggiatori veneti lungo le vie d'Oriente" di cui è la naturale continuazione».
Due viaggiatori vicentini
Tra i "viaggiatori veneti lungo le vie d'Oriente" compaiono due vicentini: Giovanni Maria Angiolello e Marc'Antonio Pigafetta. Il primo, di antica e illustre famiglia patrizia, nacque a Vicenza tra il 1451 e il 1452 e, dopo varie esperienze in paesi musulmani (anche alla corte di Maometto II), raccontate nel "Viaggio di Negroponte" (edito nel 1881) e "Historia Turchesca" (edita nel 1909), vi fece definitivamente ritorno solo nel 1514, divenendo tre anni dopo presidente del Collegio dei notai, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta nel 1547. Il secondo illustre vicentino, terzo esponente, nella seconda metà del ‘500, della nobile famiglia vicentina è più conosciuto all'estero che in Italia.
Marc'Antonio Pigafetta
A Vicenza è stato dimenticato per quattro secoli, offuscato dalla fama del grande Antonio che scrisse la "Relazione" del primo viaggio intorno al mondo, fino a quando Michela Petrizzelli lo riscopre dedicandogli la monografia "Itinerario di Marc'Antonio Pigafetta gentil huomo vicentino". Il vicentino, fedele, pur provenendo da una terra della Serenissima, al servizio presso gli Asburgo, racconta il suo viaggio da Vienna a Costantinopoli del 1567 al seguito di una delegazione occidentale che doveva stipulare, per conto dell'imperatore Massimiliano II, la pace con Selim II, sultano dell'impero ottomano. Ottimo osservatore degli aspetti politici e sociali della dominazione turca e delle bellezze architettoniche e paesaggistiche non solo della capitale ma anche delle altre città visitate.
Venezia incontro di culture
Venezia fu per molto tempo un punto d'incontro tra le culture orientali del Nord Europa e di tutto il bacino del Mediterraneo. Grande attenzione fu riservata ai rapporti con l'Oriente per tutta la durata della Repubblica. Erano scambi commerciali a farla da padrone e Venezia cercò sempre di conquistare porti lontani e di sviluppare nuovi traffici.
La continua spinta verso Oriente alla ricerca di nuovi spazi per nuovi commerci ha rappresentato per la Serenissima una priorità. Di tali viaggi ed esplorazioni rimane una copiosa messe di narrazioni, relazioni diplomatiche, giornali di bordo, resoconti di prima o seconda mano, l'insieme dei quali costituisce, se non propriamente un genere autonomo nella letteratura veneziana, quanto meno un corpus ricchissimo di notizie, di informazioni, di descrizioni.
Descrizioni di popoli
Questo prezioso materiale, se da un lato permette di ampliare ulteriormente le relazioni commerciali, dall'altro fornisce l'acquisizione, da parte della società veneta, di interessanti descrizioni di popoli, paesi e culture lontane, con usi e costumi ancora poco (o per niente) conosciuti, favorendo così l'avvio di un delicato processo culturale che porterà ad importanti aperture della cultura occidentale nei confronti delle nuove e diverse "Civiltà dell'Oriente" fondate su valori e tradizioni non facilmente assimilabili nell'Europa del tempo.
nr. 19 anno XV del 22 maggio 2010