NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Le “Anacreontee” di Pegoraro
per i trent’anni della “Padovan”

L’anniversario dell’editore vicentino è stato celebrato al Teatro Olimpico con la presentazione dell’opera greca nella traduzione e nel commento del critico e filologo bassanese

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Padovan

Una grande e sontuosa cerimonia quella celebrata al teatro Olimpico venerdì 14 maggio per festeggiare il trentennale di attività dell'editore vicentino Gilberto Padovan e contemporaneamente la pubblicazione delle "Anacreontee" (gli imitatori di Anacreonte di Teo) tradotte, commentate e corredate di apparato critico-filologico da Giorgio Pegoraro. Il prof. Ettore Cingano, ordinario di Letteratura greca all'Università di Venezia ed esperto di poesia epica e lirica arcaica, ha illustrato e commentato la "splendida" traduzione di Pegoraro, il giornalista Antonio Stefani ha fatto il moderatore della serata, il coro della "Scola di San Rocco", diretto da Francesco Erle, ha eseguito una selezione dei cori di Andrea Gabrielli, tratti dall'Edipo Tiranno, rappresentato all'Olimpico all'inaugurazione del 1585 e l'attore e regista Piergiorgio Piccoli ha letto alcune odi tradotte da Pegoraro. Quest'ultimo, come scrive Fernando Bandini, presidente dell'Accademia Olimpica, è un personalità caratterizzata «dalla vastità e profondità dei suoi interessi» che non nascono soltanto «da un ampio ed eclettico orizzonte dello sguardo, non sono solo frutto di erudizione, ma hanno origine da una nativa urgenza dello spirito».

 

Largo respiro europeo

«Pegoraro - continua Bandini - è testimone di una moderna e vivace sopravvivenza di una sorte di eone che domina la cultura bassanese, che si è affermato soprattutto nel secolo più illustre della sua vicenda che è il Settecento. Sono mutate le mode e le tendenze del tempo, quelle che il Leopardi definiva "menstrua beltà", ma questo eone sembra ancora alitare su alcuni degli esempi più cospicui della cultura bassanese d'oggi. Volendo descrivere i caratteri centrali di questo eone che si prolunga da un remoto, mitico Settecento, direi che il loro supporto più resistente è la stretta fusione tra un largo respiro europeo coniugato con un dominante amore per la "Heimat", il luogo natale».

 

Bassano sito prodigioso

«Bassano è il sito prodigioso dove anche la ricerca antiquaria fa sempre l'effetto di ricevere un poco di lume dalle acque trasparenti del Brenta, e le sudate carte del Gamba e del Tua sembrano state vergate in confidente contatto con l'azzurro del cielo e il verde (e il brune della roccia) delle montagne circostanti. Questo sentimento s'invera nella vicenda esistenziale di Pegoraro, che ha lavorato lunghi anni negli istituti di cultura italiana all'estero a Budapest, a Strasburgo e a Helsinki, e successivamente a Grenoble e Stoccarda, in rapporto con molteplici realtà della cultura europea, che hanno alimentato il tratto della sua risentita modernità».

 

La ricerca dei segni del passato

«Ma sempre col richiamo, nel pensiero e negli studi, della "Heimat". E lo ha dimostrato in questi anni in cui ha retto, con grande efficacia, il ruolo di Assessore alla Cultura del Comune di Bassano, impegnandosi tra l'altro nella ricerca dei segni che possono far luce su un passato che sembra sfuggito allo sguardo (ma ancora appartiene alla memoria). Cose che si vorrebbero ritrovare: gli antichi, oggi sbiaditi, affreschi di facciata del centro Storico o il luogo della sepoltura del poeta arcade Jacopo Vittorelli».

 

La poesia di Vittorelli

«Il nome di Vittorelli ha grande peso. Perché uno dei tratti dell'illuminismo settecentesco bassanese, che Pegoraro ha respirato, è il suo frequente porsi al servizio della poesia. E il fatto consuona perfettamente, oltre che con il classicismo di fondo di quella cultura, con il senso della presente fatica di Pegoraro dedicata ad Anacreonte. La traduzione che Pegoraro ce ne offre riecheggia la misura e la grazia della poesia di Vittorelli. Un incontro di fantasmi celesti tra questo suo Anacreonte e il poeta arcade nell'aria tersa della "Heimat" bassanese».

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