NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Venezia out, Vicenza stadio più piccolo

Dopo la sconfitta del Veneto nella partita olimpica con Roma, si ridimensionano anche altri progetti tra cui quello dello stadio cittadino (che comunque si farà). L'assessore Nicolai fa il punto

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Venezia out, Vicenza stadio più piccolo

Venezia, candidatura olimpica bocciata dal Coni, Vicenza, nuovo stadio ridimensionato.

È questo il semplice assioma che definisce le scelte della amministrazione comunale del capoluogo dopo il verdetto che ha visto prevalere la candidatura olimpica di Roma su quella di Venezia per le olimpiadi del 2020.

«Oltre tremila sono ad oggi le strutture sportive oggi attrezzate nell'Area Olimpica -sottolineavano i promotori della candidatura veneziana- una rete in continua evoluzione e miglioramento, che sostiene uno dei territori a più alto tasso di sportività in Europa. Sono presenti nell'area da alcune tra le più moderne cittadelle polifunzionali sportive a Stadi e Arene che ospitano abitualmente grandi eventi internazionali; da affascinanti resort golfistici (dal 2016 sport olimpico) a itinerari ciclistici dalle prestigiose caratteristiche tecniche a bacini moderni per gli sport acquatici».

Tra queste sedi anche Vicenza aveva avuto uno spazio, forse un po' marginale, ma con possibilità di evoluzioni future molto interessanti. L'assessore allo sport Umberto Nicolai, infatti, aveva avuto massime garanzie per sostenere la candidatura di Vicenza per ospitare il calcio, con sul piatto della contro- offerta uno stadio nuovo di zecca, una Arena, per l'appunto, da 25 mila posti. Tutto studiato nei minimi dettagli.

Ma, andata in fumo la vittoria di Venezia che ne sarà ora del nuovo stadio? Si farà ancora ed in che modo? Vale ancora il progetto inserito nel PAT?

«Assolutamente sì- spiega Nicolai- Non cambia niente, se non che probabilmente il nuovo stadio sarà fatto ma più piccolo, con minore capienza, con un progetto dunque ridimensionato rispetto a quello che avremmo avuto con le Olimpiadi sul nostro suolo. Ora c'è un iter da rispettare in atto: deve passare il Pat in Regione, visto che vi sono stati rallentamenti da parte delle commissioni che ci devono dare il via libera. Ma non è tutto, oltre alla approvazione del Pat bisognerà poi anche constatare se i privati che volevano costruire la nuova arena, quelli di Vicenza Futura, abbiano ancora voglia di impegnarsi nella attuazione di questo progetto. Certo l'Olimpiade a Venezia avrebbe avuto un respiro tale da accelerare ogni tipo di dinamica strutturale. Ora qualche rallentamento potrà anche esserci nei prossimi tempi, ma non credo più di tanto». Nicolai poi punta il dito anche sugli sviluppi alternativi che la nuova arena o stadio potrà avere: «Non è detto che un domani lo stadio di Vicenza non possa essere coinvolto in altre situazioni sportive di rilievo. Certo non una Olimpiade, ma spettacoli di livello anche sportivo potrebbero essere ospitati. Le Olimpiadi costituivano un grande business anche per il futuro. Non cambia per nulla l'importanza sportiva di  Vicenza. Certo qui avremmo potuto ospitare anche altri sport oltre al calcio, penso al baseball ad esempio. Il baseball che auspicavo trovasse come punto di riferimento lo stadio di via Bellini. Però in questa disciplina restiamo un nodo importante per la federazione italiana che ci ha già garantito altre manifestazioni importanti a Vicenza».

E sì perché bocciata Venezia non è stato bocciato il Veneto che avrà come premio di consolazione o chiamiamolo di compensazione, tutta una serie di appuntamenti sportivi di livello. Quasi che il Coni o chi per esso si sentisse in dovere di ripagare la nostra regione per l'impegno profuso, garantendo una serie di eventi di spessore. «Sì sono allo studio alcuni appuntamenti da portare in Veneto e Vicenza sarà di sicuro inserita tra le città che li ospiteranno». Vicenza ma non solo: «Già, penso a

Valstagna e all'Altopiano dove si sarebbero potute ospitare altre discipline sportive olimpiche».

Nicolai va anche oltre.

«Sono molto dispiaciuto per la bocciatura di Venezia. Al di là delle manifestazioni fatte a Vicenza, le Olimpiadi costituivano una grande opportunità per per tutti noi, per il rilancio del turismo e per l'indotto economico, industriale e strutturale».

Poi l'assessore allo sport puntualizza.

«Rispetto al progetto stadio che l'Olimpiade avrebbe aiutato, devo ammettere che il nuovo progetto sarà più contenuto. Prima potevamo pensare ad una struttura da 20- 25 mila posti, con una capacità di accoglienza più grande: ora rimarrà lo stadio previsto con 10-15 mila posti, media comunque ben al di sopra della capienza attuale del Menti».

Chiaro che per ora è una capienza ideale per il Vicenza, precisa l'assessore.

«Lo stadio con le Olimpiadi sarebbe stato da 25 mila, poi una parte dell'impianto sarebbe stata smontata, quindi si sarebbe trattato solo di un allargamento parziale. Stadio componibile, insomma. Anche se il Vicenza andasse un giorno in serie A, la capienza la si potrebbe aumentare in questo modo. Insomma, una Arena degli eventi vera e propria con parte sportiva e parte riservata alla cultura e allo spettacolo. Il mondo è cambiato, servono anche altri eventi per le piccole città, sennò uno stadio non regge le spese».

Venezia per Nicolai era una scommessa, ma che aveva i crismi della novità e proprio per questo avrebbe potuto vincere. La candidatura romana non lo convince: «Roma non potrà mai vincere. E poi le vogliamo davvero queste Olimpiadi? Mi sembra che in questo momento non interessino davvero. Era molto più facile che vincesse Venezia come candidatura nel mondo. Ricordo che economicamente possono essere un boomerang: in Australia stanno ancora pagando la tassa sulle olimpiadi. La Grecia non ne parliamo!».

Non solo calcio,  dunque per lo stadio vicentino; per non andare in rosso anche concerti rock, grandi spettacoli popolari. Uno stadio di proprietà privata, costruito da privati sfruttando i terreni di Ca' Balbi, vicino al centro commerciale Palladio. Quei campi, che oggi hanno destinazione agricola, mettono insieme 280 mila metri quadrati e sono di proprietà della società "Vicenza Futura", costituita da un mosaico di imprese, tra cui Maltauro, Caoduro e Unicomm.
Intorno a quel terreno dovrebbe svilupparsi il progetto di revisione di Vicenza est: un nuovo viadotto collegato all'anello delle tangenziali, la fermata della metropolitana di superficie regionale, il terminal est del filobus elettrico, un nuovo parcheggio di interscambio. Uno dei pilastri su cui si poggerà il sistema viabilistico della porta est è proprio l'area della futura arena degli eventi: tutti questi elementi sono stati considerati nell'elaborazione dell'accordo firmato da Paolo Caoduro, presidente di "Vicenza Futura".

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