NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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I meriti di Rumor secondo Pansa nel suo libro sulla Prima Repubblica

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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I meriti di Rumor secondo Pansa nel suo libro sull

La esorto a comandare

Dopo le critiche non troppo velate del papa, Rumor risponde: la Dc soffriva di una grande divisione fra popolari e radicali, che le correnti di sinistra peccavano di «carrierismo spesso allucinato». Paolo VI allora replicò: «La diagnosi è esatta. Adesso occorre la terapia. La esorto a comandare, a essere un capo, a far sentire il suo leaderato. Vinca le tentazioni: lo sgomento, il fastidio, l'eccesso di umiltà. Faccia sentire la sua voce che esorta all'unità: cacci via qualcuno. Noi le saremo vicini». Ma Rumor, il professorino liceale non aveva la grinta di Fanfani. Mariano era un tipo paziente e soprattutto conosceva meglio di chiunque altro la regola numero uno della Balena Bianca.

 

Il grande tessitore

Secondo particolare inedito. Rumor non è importante per aver fondato la corrente Dorotea nel convento di Santa Dorotea a Roma. Non è questo il merito, ma quello di essere stato il grande tessitore che ha saputo riunire e coalizzare fra di loro i vari potentati locali dorotei che erano autonomi e divisi fra di loro. Rumor ha messo insieme i dorotei del Trentino di Piccoli, quelli di Forlani nelle Marche, quelli di Colombo a Potenza, quelli di Gava in Campania, quelli di Taviani a Genova, quelli di Moro in Puglia, quelli di Gullotti a Messina e in Sicilia. Questa unione ha determinato una grande potenza nella Dc che poteva e di fatto potè condizionare la politica e le decisioni fondamentali di tutto il partito.

 

La foresta amazzonica

Terzo particolare inedito. A metà degli anni Ottanta Rumor manda un messaggio a Pansa, redattore della Repubblica, perché citi in prima pagina la sua frase storica pronunciata in un congresso Dc: «Noi dorotei siamo come gli alberi della foresta amazzonica: più ne tagliano, più ne crescono». Se Rumor l'avesse pronunciata, quando era presidente del consiglio o segretario del partito, avrebbe avuto un senso, ma allora che Rumor non era più nessuno, era un vero e proprio non-senso. Anzi era una frase da far ridere anche i polli. Ma non si era accorto Mariano che la grande vittima del doroteismo era stato proprio lui, quando il suo delfino Bisaglia si era opposto alla sua nomina a segretario del partito proposta da Moro? Pansa definisce Bisaglia, creato da Rumor, «una tigre politica bianca, capace di azzannare chiunque, anche il suo padrino, il pio Rumor».

 

Abbandonato da tutti

Pansa colloca l'inizio della fine di Rumor al tempo del sequestro Moro, nel marzo 1978. Bisogna tener presente che Rumor, uscito dalla corrente dorotea, aveva aderito alla politica e alla corrente di Moro. Un trasferimento inevitabile anche per l'incalzare dell'allievo Bisaglia, ormai padrone del Veneto bianco. Gli ultimi anni di vita di Mariano furono molto amari. Si sentiva abbandonato dalla Dc, il partito al quale aveva dedicato tutta la vita e che praticamente aveva sposato. Morì il 22 gennaio 1990, all'ospedale San Bortolo di Vicenza, per infarto. In giungo avrebbe compiuto 75 anni. Quando venne aperto il testamento, si scoprì che non aveva lasciato quasi nulla.

 

nr. 23 anno XV del 19 giugno 2010

 

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