Senso cattolico del peccato
Le ore di sesso che Gir vive di notte con Maria producono paura e ripugnanza che sono radicate nel suo senso cattolico del peccaminoso e che riflettono l'impotenza e l'abiezione che prova quotidianamente come fuggitivo dagli apparati dello Stato. Intrappolato all'interno della casa Gir si rifugia nel pensiero e nell'analisi etica convinto che lui e Maria siano stati deformati dalla corruzione politica nella quale sono immersi. Ma Gir è un partigiano cattolico che non odia i nemici e dice: «Non odio nessuno, non sono un caprone, non un toro, ma un uomo civile».
Memoria romanzata
«Nei romanzi resistenziali - ha sottolineato Teodolinda - c'è una netta sovrapposizione tra le vicende personali e quelle raccontate e perciò più che di romanzi bisognerebbe parlare di "memorie romanzate", perché gli eventi sono quelli della vita, leggermente alterati». Rispetto agli altri autori resistenziali, che non si pongono il problema del rinnovamento della coscienza attraverso il cattolicesimo, il romanziere potrebbe essere accusato di "passatismo", come ha fatto Montale che ha accusato Barolini di non «essere nato moderno e non ha mosso un dito per diventarlo». Gli ha risposto Teodolinda: «Sarebbe meglio dire che Barolini non ha mai mosso un dito per diventare modernista, ma i problemi su cui medita non potrebbero essere più moderni».
Elegie di Croton
La prof. Monica Giachino, dell'università di Venezia, ha parlato della poesia e della narrativa di Barolini. Interessante il fatto che nel 1959 vengono pubblicate le "Elegie di Croton" che hanno un recensore d'eccezione come Giorgio Caproni. Per quest'ultimo Barolini, fedele ad una propria poetica controcorrente, aveva ragione. La sua poesia è una poesia «abitata da persone, cose, situazioni, sciolta dall'invadenza dell'io che ha caratterizzato tanta poesia contemporanea. Parla della semplice trama delle cose comuni e quotidiane portate dal poeta alla massima significazione di un mondo sofferto e vero con le sue stranezze e le sue ubbie, un mondo restituito in una sequenza di appunti strettamente legati».
Lo stesso puntuale giudizio di Caproni per la poesia lo si potrebbe applicare anche alla narrativa: un io defilato che narra vicende zeppe di oggetti, situazioni, personaggi, ciascuno con le proprie grandezze e miserie espresse in racconti che tendono a superare il contingente e l'occasionale per collocarsi quali tessere di un mosaico.
nr. 23 anno XV del 19 giugno 2010