NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A Maria Pia Veladiano il Premio Calvino, uno dei più prestigiosi riconoscimenti letterari italiani

Intervista esclusiva con la scrittrice di Bressanvido che racconta l'infanzia e la giovinezza della brutta Rebecca in una società che crede solo al bello

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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È senz'altro un altro successo della Vicenza città di scrittori che l'insegnante vicentina Maria Pia Veladiano di Bressanvido abbia vinto, con il suo libro "Memorie mancate", il prestigioso premio "Italo Calvino". Il libro è stato premiato "per la scelta trasgressiva di porre al centro della narrazione una figura di "brutta consapevole", per la capacità di delineare questo personaggio attraverso il rapporto con gli altri e con l'ambiente circostante, per l'atmosfera sospesa e quasi atemporale, che conferisce al racconto un respiro ampio e quasi classico". In una intervista esclusiva concessaci, la Veladiano ci comunica che il libro sarà pubblicato da Einaudi.

 

Il dono divino della poesia

Classico non solo nel tono, ma anche nel tema. Nell'antichità il dono divino della poesia e dell'arte presupponeva una deficienza fisica. I grandi aedi dell'Iliade e dell'Odissea e lo stesso Omero erano ciechi e questo loro difetto fisico era ricompensato con il dono della poesia. Lo stesso problema si pone anche per il Leopardi la cui deformità e malattia gli consentì di attingere alle vertigini della lirica e della poesia. Ma a quanti insinuavano anche malevolmente che il suo pessimismo dipendesse dalle sue condizioni fisiche il poeta stesso rispose sdegnato, adducendo tutta una linea di pensiero antico e moderno che confermava le sue idee.

 

Una singolare bruttezza

La Veladiano racconta l'infanzia e l'adolescenza di Rebecca, una ragazza di una famiglia alto borghese di Vicenza, cui sono toccate in sorte una singolare e perturbante bruttezza e una madre disperatamente assente. Attorno alle vicende di questa bambina-mostro, che sa però redimere la propria bruttezza con uno straordinario talento artistico e musicale, si muovono molti altri personaggi, tutti tratteggiati con sapienza espressiva e narrativa.

 

Un'esperienza travolgente

«Vincere il premio Calvino - ha detto la Veladiano - è un'esperienza che travolge, perché è dedicato a Italo Calvino, perché si sa che il premio è stato voluto da personaggi come Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, perché è fedele a una scelta di trasparenza assoluta del percorso che porta alla selezione dei finalisti e dei vincitori e perché vive dell'entusiasmo e anche del totale volontariato, di persone, in diversi modi legati ai libri, che amano la scrittura e la cultura».

 

L'indice dei libri

La Veladiano segue da molti anni il concorso "Calvino" attraverso L'Indice dei Libri, la rivista che promuove il premio insieme all'Associazione Calvino. La giuria, presieduta da Delia Frigessi, è composta da Giusepe Antonelli, Gianrico Carofiglio, Margherita Oggero e Valeria Parrella. La vincitrice ha scelto questo premio molto qualificante perché «è un concorso che nei manoscritti cerca la qualità della scrittura». Lei ha sempre scritto lettere, diari, racconti, fa l'insegnante al Remondini di Bassano, dove è stata festeggiata e insegna a scrivere.

 

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