NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quando il gioco si fa duro

di Federico Murzio
F.Murzio@libero.it

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Quando il gioco si fa duro

Un quadro stupefacente

«Quando si parla di droga o, meglio, di sostanze psicoattive, si fa riferimento ad un mondo complesso e in costante trasformazione -scrive Vincenzo Balestra, responsabile del Ser.T dell'Ulss6- Oggi è il tempo della velocità, del presente dell'efficienza a tutti i costi, dell'apparenza, della competizione, del successo, del consumo, dell'edonismo e dell'egocentrismo. Ma anche della solitudine, della noia, della depressione, dell'ansia, dello stress e delle difficoltà comunicative. Il mercato della droga si adegua a queste condizioni».

Quando si parla di dipendenze riconducendole al tabacco, all'alcool e stupefacenti di varia natura è riduttivo. Così come lo è circoscrivere il fenomeno ad alcuni ambienti sociali piuttosto che altri. Innanzitutto, c'è una condizione diffusa di poliabuso e policonsumo: un solo soggetto non si limita ad un uso esclusivo di una sostanza psicoattiva, ma ne può usare diverse magari mischiandole. Senza contare poi che le famiglie si trovano sempre più frequentemente ad affrontare le nuove dipendenze: giochi virtuali, disturbi alimentari e doping. Tutte dipendenze socialmente trasversali.

Nota Vincenzo Balestra che: «L'età d'inizio dell'assunzione di sostanze psicoattive è sempre più bassa, e nel caso dell'alcol e delle sigarette, si registrano situazioni di inizio già verso gli 11-13 anni».

Infatti, rimanendo all'Ulss6, a guardare gli ultimi dati disponibili dello studio I Giovani in Veneto dell'indagine HBSC (Health Behaviour in School-aged Children dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) il 7% degli 11enni, il 22% dei 13enni, il 45% dei 15enni bevono alcolici ogni settimana. Nello stesso studio, poi, si evince che tra i 15enni intervistati della provincia di Vicenza negli ultimi 12 mesi il 18,3% ha fatto uso di cannabis, il 10,9% ha ingurgitato farmaci, il 4,3% ha aspirato colle solventi, il 2,5% ha assunto ecstasy, l'1,8% ha sniffato o fumato cocaina così come lo 0,6% ha fumato eroina.

Naturalmente è fondamentale riconoscere le modalità che distinguono i soggetti che assumono sostanze psicoattive. Spiega Balestra che c'è il consumo (l'uso di sostanze che non comportano nel breve periodo conseguenze negative sul comportamento, sulla salute e sulle relazione affettive), c'è l'abuso (l'assunzione di dosi elevate che producono conseguenze negative sulla salute, il comportamento e, talvolta, sulle relazioni sociali) e, infine, c'è la dipendenza (una vera e propria malattia, che annulla la libertà dell'individuo e richiede tempi lunghi di cura).

 

Tra genitori e figli (adolescenti)

Uno degli obbiettivi  di Quando il gioco si fa duro... è fare in modo che i genitori possano incidere positivamente sulla vita dei figli. «Fino ai sedici anni i genitori possono ancora essere persuasivi nei confronti dei figli, forse più di quanto i genitori stessi possono pensare -spiegano Paola Bettini e Davide Toffanin- Il rapporto regole/sanzione può funzionare ancora, ma è senz'altro più difficile rispetto al passato. Però è importante che i genitori prendano posizione».

Ecco allora che questo volume («Destinato alle famiglie ma anche alle associazioni sportive e più in generale a tutti gli agenti educativi» confermano Bettini e Toffanin) è pensato come un complemento educativo per chi, a vario titolo, si muove o ha a che fare in un contesto adolescenziale.

«Per definire l'adolescenza abbiamo preferito usare l'aggettivo "complessa", e non "problematica" -dice Toffanin- L'adolescenza è quel periodo della vita in cui la persona ha il primo approdo esterno alla famiglia e sperimenta la propria identità proprio al di fuori di essa. La fragilità dei legami sociali è più evidente oggi che in passato e anche questo influisce nel percorso adolescenziale dei ragazzi». Nessuna drammatizzazione, quindi, tutto dipende da come i problemi sono gestiti. «I genitori oggi si soffermano sul fatto che fanno fatica a decifrare i comportamenti dei propri figli, comportamenti che non riescono a capire».

Ecco allora che il dialogo assume un ruolo determinante nell'analisi e percezione delle difficoltà dei figli, in particolare se l'argomento sono le dipendenze. In questo contesto, ripetono gli operatori del Ser.T.  «Quando il gioco si fa duro... offre risposte pratiche a domande pratiche». Cosa questa di cui, ci permettiamo, si sentiva la mancanza.  

 

nr. 25 anno XV del 3 luglio 2010 

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