NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Il giro d'Italia della guerra allo spritz

Ben prima di Vicenza altre amministrazioni comunali hanno avviato una lotta contro la moda dell'aperitivo, che una sentenza pone in relazione stretta con il degrado urbano

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Il giro d'Italia della guerra allo spritz

"La guerra all'aperitivo" sbarca a Vicenza. Ai detrattori della moda dello spritz in piazza, si aggiunge, se pur marginalmente, la giunta cittadina.

Il termine "guerra" potrà non piacere all'amministrazione, che, dopo l'esplosione del caso "Canceeto", ha subito voluto minimizzare la portata dell'ordinanza restrittiva che comporta la chiusura anticipata del noto bar del centro. Partite le proteste, in politica, tutti pronti a ricordare quanto l'aperitivo arancione faccia parte della tradizione veneta. Immancabili, da questo punto di vista, le foto del Sindaco con il bicchiere in mano, e le dichiarazioni sparse dei membri della giunta che confessano di apprezzare il vino macchiato Aperol. Nulla di nuovo, copione già visto in molte realtà del Veneto.

Di fatto, piaccia o no, il caso "cancelletto" è solo la punta dell'iceberg. Primo approdo vicentino di una diatriba ormai decennale tra le amministrazioni del nord Italia e il popolo dell'aperitivo.

In principio fu Padova, la città dello spritz per eccellenza. Il famoso, ma forse sarebbe meglio dire famigerato, mercoledì universitario in piazza delle Erbe richiama da anni giovani da tutto il Veneto in cerca di una serata fuori dalle righe, attirando su di sé le critiche di chi vede nell'appuntamento una forma di degrado per la città.

Le critiche sono sempre le stesse: schiamazzi, spaccio, ragazzi ubriachi che non si fanno problemi a lasciare per terra bottiglie e bicchieri o ad imbrattare le mura del centro storico con urine e vomito.

Diverse le soluzioni indicate dalle giunte di tutto il Veneto.

Decisamente dura la posizione dell'amministrazione patavina che basa i suoi interventi su quattro capisaldi: chiusura a mezzanotte per i bar del centro storico (la legge nazionale prevede le due di notte come orario massimo), pene e punizioni severe per chi serve alcolici ai minorenni e a chi in già evidente stato di ubriachezza, attenzione da parte dei gestori dei locali verso il problema dello spaccio.

Piovono multe e sanzioni, talvolta si arriva alla chiusura dell'esercizio, ma tra le soluzioni del problema spiccano anche interventi innovativi.

Sempre a Padova si combatte lo spaccio nelle ore dell'aperitivo, aumentando il numero di tavolini all'esterno dei bar con agevolazioni comunali per allargare i plateatici degli esercizi. Infine, novità del 2010, il tentativo di spostamento della zona dello spritz fuori città con l'apertura di alcuni chiostri nelle vicinanze dello stadio Euganeo e controlli, con relativa multa, sulla percentuale di alcool utilizzata nei cocktail serviti ai clienti.

A Treviso si sono adottati anche metodi di prevenzione-educazione di forte impatto.

Ha fatto, infatti, discutere, la campagna contro l'assunzione di alcolici da parte delle donne incinte proposta lo scorso maggio dall' Asl 9 del capoluogo della Marca. Giudicate, da molti eccessive, le locandine appese sui mezzi pubblici della città e in molti locali, raffiguranti un feto immerso in un bicchiere di spritz. Messaggio forte e chiaro: se beve la mamma, beve anche il bambino.

Se solo cinque anni fa la bevanda arancione, e la moda che ne consegue, era qualcosa di tipicamente veneto, man mano che il fenomeno si espande, anche la guerra allo spritz trova nuove amministrazioni pronte a sfoderare ordinanze e soluzioni.

A Milano si discute dell'uso non sempre civile nei navigli, zona di tendenza per l'aperitivo. Così come problemi analoghi si registrano a Parma e Firenze.

Forse anche per questo, il Tar del Veneto, intervenuto in una diatriba legale tra il Comune di Padova e gli esercenti del centro a cui la chiusura anticipata delle attività non va ancora a genio, ha messo in relazione il degrado urbano con la cultura dello spritz, in una sentenza dell'ottobre 2008.

Fabio Casarotto, gestore del bar Canceeto a Vicenza, si consoli. Il suo locale è solo l'ultima vittima di una "guerra" che, in un modo o nell'altro, continuerà ad animare le pagine dei giornali e i sogni, non troppo tranquilli, degli amministratori locali.

 

nr. 27 anno XV del 17 luglio 2010

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