NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Daniela, l’onorevole poetessa

La parlamentare del Pd Sbrollini ha presentato il suo nuovo libro dal titolo Frammenti, “Sono guizzi del cuore, dell’anima”

di Gabriella Bertizzolo

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INTERVISTA ALL’ ON. DANIELA SBROLLINI

Arriva al Caffè Garibaldi in Piazza dei Signori («il mio secondo ufficio» dice alla cortese proprietaria che poi ci scatterà una foto ricordo vicino alla fioriera), elegante nel fresco abitino plissettato nei toni del grigio dove solo un leggero gonfiore indica che l'onorevole Daniela Sbrollini è in dolce attesa.

On. Sbrollini, quando ha incominciato a scrivere poesie?

«Fin da piccola scrivevo brevi testi poetici e filastrocche. Sono stata fortunata in questo senso perché la vocazione poetica era presente già nella mia nonna paterna che aveva scritto molti versi ma è stato soprattutto lo zio Sergio a infondermi questa passione. Pensi che lui per me ha composto "Bruna che ridi", volume edito dalla casa editrice Laicata di Bari e io gli ho dedicato la mia prima raccolta "Pensieri leggeri"».

La nonna paterna poetessa è così ricordata dall'autrice a pag. 20: «Quello scialle tornato di moda/come l'ho amato./ Ricordo di nonna/ di calore familiare./ Seduta vicino al camino/ avvolta solo dallo scialle/ di lana profumata». Versi semplici e spontanei che proprio in virtù della loro immediatezza esprimono al meglio affetto autentico e nostalgia per la persona amata. Il suo primo libro "Pensieri leggeri" è uscito nel 2000 e parla di fantasia, sogni, speranze

tipiche di un adolescente...

«In realtà quei versi erano stati scritti molti anni prima, quand'ero adolescente...».

A cosa è dovuto questo lasso di tempo tra scrittura e pubblicazione?

«Ad una sorta di remora, a un pudore congenito, diciamo pure ad un complesso di inferiorità maturato nella sottoscritta che si sentiva più o meno consciamente di "dover" competere con lo zio poeta».

Quando si è "sbloccata"?

«Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005 (cioè fra l'uscita della prima raccolta "Pensieri leggeri" e della seconda "Fuoco nell'anima") ho rivissuto e rielaborato le mie paure, riuscendo in parte a superarle. Il fatto, poi, di diventare un personaggio pubblico mi ha ulteriormente infuso una dose di fiducia in me stessa».

So che nel 2009, qualche giorno dopo la morte di Alda Merini, lei ha voluto ricordare la poetessa dei Navigli alla Camera dei deputati.

«Sì, ho sempre stimato questa donna straordinaria che ha convissuto con la sofferenza estrema e l'esperienza del manicomio. Ho avuto la fortuna di conoscerla al Piccolo di Milano alcuni anni fa. Una vera e propria folgorazione! Milva recitava le poesie di Alda Merini e Giovanni Nuti suonava il pianoforte: un trio eccezionale...».

Quali altri poeti ama?

«In primis Ungaretti, poi Montale, la Spaziani e il "nostro" Bandini che considero un autore completo, oltre che molto simpatico. Conosco e stimo anche Ruffato che spero goda di buona salute».

E il compianto Sanguineti?

«Sì, so che è stato qui a Vicenza poco prima della sua scomparsa. Purtroppo non ho potuto venire all'incontro perché mi trovavo a Roma per lavoro».

La Puglia, e nello specifico Brindisi, è stata un'attiva fucina di voci poetiche, dal latino Marco Patruvio, a Vittorio Bodini, a Grazia Longo... Anche Nadia Cavalera ha abitato per vari anni nell'antica Brundisium.

«Sì, una vera sorgente lirica! Inoltre in Puglia, come nel Veneto e nel Vicentino sono molti i poeti che scrivono anche nel dialetto locale».

Ha nostalgia della tua terra natale?

«Più che ai luoghi mi sono sempre affezionata e legata alla gente, e qui nel Veneto ho molti amici. Sento un forte legame con le persone con cui entro in empatia... A volte provo nostalgia del mare, dell'odore degli ulivi, delle viti della mia terra...».

Viti che anche qui in terra vicentina danno ottimi vini...

«Eccellenti...».

Da quanti anni abita nel Veneto?

«Sono stata a Latiano fino a 18 anni, poi dopo un breve periodo trascorso a Padova per la frequenza alla Facoltà di Giurisprudenza (non ho conseguito la laurea nonostante mi manchino solo tre esami), ho sempre abitato a Vicenza dove mi trovo benissimo. Come dicevamo all'inizio mi sento una cosmopolita apolide. Anche in questo mi ha giovato la variegata composizione familiare: la bisnonna paterna lombarda, il padre pugliese-marchigiano, la mamma siciliana».

Un crocevia di culture dunque...

«Sì, un continuo scambio di idee e opinioni che - come puoi facilmente comprendere - è stato molto utile nella mia formazione umana e professionale».

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