NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Daniela, l’onorevole poetessa

di Gabriella Bertizzolo

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INTERVISTA ALL’ ON. DANIELA SBROLLINI

A quando risale il suo interesse per la politica?

«Fin da piccola. Anche qui c'è di mezzo zio Sergio, un intellettuale puro attivo nella Sinistra progressista che collaborava a Rinascita. È stato lui a trasmettermi l'amore per la "laicità", nel senso di guardare la vita con il cuore sgombro da pregiudizi di qualsiasi tipo. Grazie al suo insegnamento più tardi ho superato l'iniziale paura e mi sono messa in gioco. Purtroppo è mancato quando avevo 18 anni e questo vuoto ha lasciato in me profonde tracce che proprio in questo felice periodo della mia vita sono riuscita a elaborare e in parte a superare».

Quando sei entrata ufficialmente nella politica?

«Nel 1996».

Come convivono la Sbrollini deputata e la Sbrollini autrice di poesie?

«Non sento la separazione tra i due ruoli. Anzi l'incontro con la poesia mi ha agevolata, nel senso che ho mantenuto la mia parte bambina, l'immediatezza e l'emotività. Certo che essere schietta e spontanea nel ruolo che ricopro è un rischio.... Concetti che compaiono in "Infanzia": «Scorre via la propria infanzia,/ ma mai fuori da sé,/ solo nell'età che avanza...». e in "Scoperta": «Intraprendo un'avventura nuova, / non ho pura,/ stimola in me altra passione./ Passione autentica dove/ ratio ed eros/ si incontrano e convivono./ Perché privarsi della scoperta. / Vivo per questo/ e attingo così la mia linfa quotidiana».

Ha conosciuto l'invidia di qualche persona, magari di una donna?

«Più che l'invidia direi la cattiveria, che comprende anche l'invidia, certo, ma questo è un vizio che ho riscontrato sia negli uomini che nelle donne».

So che il 21 luglio il suo libro "Frammenti" che ha ricevuto il premio "Selezione Poesia 2010" sarà presentato nella Sala del Mappamondo di Montecitorio dall'on. Rosy Bindi. A che cosa è dovuta la scelta del Presidente del Partito Democratico?

«Rosy Bindi, oltre che capace e preparata, è simpaticissima, sembra un po' austera, ma ci accomuna l'immediatezza e la passionalità».

C'è qualcosa che differenzia questo libro dai precedenti?

«Diciamo che in "Frammenti" come indica lo stesso titolo, le poesie non seguono un criterio, sono appunto frammenti dell'anima, guizzi del cuore, mentre "Pensieri leggeri" e anche "Fuoco nell'anima" sono delle raccolte più strutturate, a volte secondo un criterio cronologico».

A chi appartengono "Gli occhi/ due perle/ in tremolanti ciglia nere" e "Corti i capelli/ su un viso già pieno"?

«A Sveva, mia nipote, la figlia di mio fratello Luca verso la quale, come per Sara, nutro un profondo affetto. In "Felicità" Sveva riappare e «... ripercorre/ la mia tappa bambina./ Che gioia per me/ le sue incerte parole». In tutta la raccolta convivono il desiderio di maturare affrontando nuove esperienze («Custodisco la volontà di cambiare,/ di camminare su strade mai percorse,/ di trasferire l'intraprendenza del mio viaggio/ nel raggiungere l'oggetto del mio desiderio") e quello, irrinunciabile, di mantenere in sé la parte fanciullesca».

So che il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto in beneficenza al Villaggio S.O.S. Bambini della città berica. (L'on Sbrollini, oltre che nella XII Commissione per gli Affari Sociali e in quella per i Documenti Amministrativi, fa parte anche della Commissione Parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza).

«Sì, ne sono molto contenta. Penso sempre ai bambini più sfortunati, ancor di più adesso che ne ho uno in grembo, spesso vado a trovare quelli del Villaggio. Il mio pensiero va anche agli orfani dei terremotati di Haiti, dove, non essendo stato fatto un censimento, i rischi di traffici di bambini anche per espianto di organi è sempre in agguato».

Commovente il ricorso del fratello «mai avuto» dell'autrice, quello «non cresciuto/ ai giochi non giocati/ alle parole non dette» al quale spesso ritorna il pensiero della sorella ora gestante. Come vive questo periodo di attesa?

«Con grande gioia condivisa dal mio compagno che desidera molto questo maschietto a cui daremo il nome di Davide».

Davide, un nome biblico, impegnativo! Mettere al mondo un figlio è un atto altamente poetico...

«È proprio vero! Non poteva esserci definizione più bella! Io al mio bambino parlo, gli leggo storielle e poesie. Pensi che prima di incontrare Flavio pensavo di non mettere al mondo figli oppressa dall'ansia di non riuscire a conciliare i ruoli politici e materni. Queste sensazioni le ho riversate nella poesia "Non sono madre". Poi il consolidamento della mia relazione con Flavio al quale ho dedicato come atto d'amore "Frammenti" (nonostante nel libro non compaia alcun testo espressamente rivolto a lui), mi ha fatto cambiare idea...».

Che cosa augura a suo figlio?

«L'ho avuto con me in Parlamento fino a ieri pomeriggio... Spero di trasmettergli l'amore per la politica nel significato autentico, quello che a me è stato instillato da zio Sergio. Il mio augurio più grande, condiviso dal mio uomo è che Davide coltivi l'amore per la libertà».

(L'aspirazione alla libertà è espressa a pag. 14: «Desideriamo essere liberi,/ liberi di pensare, di vivere, / ma siamo posati su di noi./ Pesiamo troppo sulla nostra esistenza/ alleggeriamo i pesi del giorno,/ abbracciamo le idee e cogliamo l'essenza».)

 

nr. 28 anno XV del 24 luglio 2010

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