Sabato 24 Luglio, al giardino del Teatro Astra, Dario Vergassola ha portato in scena il suo spettacolo "Sparla con me" in cui, grazie a una cascata di battute, racconta delle sue esperienze e delle sue interviste ai personaggi dello spettacolo. Sul palco solo lui, la sua chitarra e le luci gestite da un tecnico bersagliato da stilettate fuori programma.
Lei mette in piedi un one-man show solo grazie alle battute a raffica. Anche nei tempi morti riesce a mantenere un ritmo serratissimo. Come si può sfruttare i momenti di nervosismo e suscitare la risata?
Dario Vergassola: «Non bisogna lasciar spazio. Io parlo molto velocemente e neanche io capisco molto quello che dico. Ribadisco questa cosa in parallelo tra i rapporti sessuali e il parlato: la gente non si accorge neanche di quello che è successo!».
Oggi ci sono moltissimi spettacoli di cabaret dove viene dato molto spazio alle realtà regionali. Sembra, però, che certe tradizioni si stiano perdendo: non ci sono più molte idee anche in ambiti in cui ce le si aspetterebbero e molti spettacoli sono deludenti.
«C'è un po' la mancanza di quella che era la parte di Zelig precedente a quella contemporanea, dei locali dove la gente andava. Anche qui a Vicenza c'era un locale, La Zanza, dove andavano quelli che facevano cabaret e come prima cosa dovevi tenere per un'ora il pubblico, poi c'era la possibilità di andare in televisione e poteva andare bene. Ora vai in tv 30 secondi e quando vai a fare le serate senti che manca quella cosa, che non so cosa sia ma che ti portava ad andare in tanti locali a fare un po' di gavetta, a mettere in piedi uno spettacolino che ti permettesse di avere la decenza di stare lì un'oretta».
Alcuni comici dicono che la situazione sociale e politica attuale sono tali che non si riesce più a ironizzare perché la realtà supera la fantasia.
«Il Bagaglino che chiude: chi faceva solamente il caratterista di un vizio di un politico o di un difetto fisico, rimaneva in ritardo. L'uscita di Bossi col "trota": chi sarebbe riuscito a tirare fuori un personaggio come "il trota"? Quando uno come Di Pietro dice gli strafalcioni, se tu sei il Bagaglino e ce l'hai davanti, quando lui sale sul palco, è più forte di te che ne hai fatto la parodia. Siamo in un momento in cui i politici superano i comici: Berlusconi che fa la legge sulle intercettazioni e dice: "Lo faccio per voi", è una gag meravigliosa. Dice: "Curo il cancro" e poi dice che è l'era del cucù in politica: come fai a fare la parodia di uno così? É già talmente lui avanti: non è venuta in mente a nessuno "la politica del cucù"».
Nello spettacolo lei racconta delle sue interviste: dice che moltissimi non capiscono le battute, anche persone che vengono ritenute intelligenti. Cos'è che non permette loro di capire le battute?
«Intanto mi mangio le parole e a volte sono oscure anche per me che le chiedo. A volte ci sono dei personaggi che hanno grande capacità di scrittura, come gli intellettuali o i grandi registi. Ad alcuni manca l'autoironia mentre altri che sembrano un po' antipatichelli, tipo Cacciari, nel momento in cui ha lasciato la carica pubblica, l'ho trovato più rilassato, divertito e pronto alla risposta».
Spesso voi comici fate teatro, cinema, televisione: linguaggi completamente diversi che necessitano di soluzioni specifiche. Come si riesce ad adattare la comicità a questi diversi mezzi d'espressione?
«Io sono talmente incapace di fare qualsiasi cosa che posso fare tutto. I comici fanno i film, i libri ma quello che erano veramente la televisione e il cinema degli anni '60, i veri caratteristi, quelli sono belli che andati. A me viene in mente Guzzanti: lui potrebbe fare le gag da "Studio Uno". Se ci fossero Panelli,Vianello,Tognazzi, lui ci potrebbe stare. Lui non è un cazzaro come me che il meglio lo do a cena quando si cazzeggia. Lui è un grande lavoratore meticoloso, con metodo e ha straordinarie intelligenza e capacità di battuta perchè è bravo. Va sommata anche una professionalità incredibile che noi cazzari da bar suscitiamo simpatia perchè ricordiamo quello che era a scuola con te e che cazzeggiava. Noi riusciamo a vivere di rendita su alcune situazioni. Una come la Cortellesi potrebbe fare l'attrice "vera": ha una voce educata, è intonata, è brava. Oggi tutti hanno questa strana cosa del voler fare il one-man show televisivo, il palco è un'altra cosa, questi si arrestano un po' quando fanno uno spettacolo tutto loro in tv. Uno come Crozza è molto bravo, lui arriva dalla scuola teatrale: è uno di quelli che sanno fare tanta roba fatta bene, però un conto è a teatro o come stasera: se io posso stare due ore sul palco, uno come Crozza ce ne può stare 5. In televisione hai bisogno di tempi e cose diverse: a Zelig hai Bisio e chi sta con lui e poi hai un ventaglio di 30 comici da un minuto l'uno».