NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ad Enego un tempio antichissimo nella famosa “Grotta di Ernesto”

Intervista al naturalista e paleontologo, Egidio Fontana, che ha trovato un reperto con segni alberiformi, forse unico in Europa, databile al Paleolitico Superiore

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Ad Enego un tempio antichissimo nella famosa “Grot

Ci siamo recati a visitare, a Enego, Egidio Fontana, un naturalista, paleontologo e paletnologo che collabora col Museo di Trento, del quale è perito e fiduciario, le cui intuizioni - relative al famoso Riparo Dalmeri - sito preistorico di cacciatori - sciamani del Pleistocene, sul bordo nord dell'Altipiano di Asiago, presso Marcesina, sono state riconosciute valide da Università come Padova e Ferrara. È il braccio destro dello stesso professor Dalmeri, lo scopritore che ne sta ancora studiando le caratteristiche straordinarie.

Da bambino Egidio, tolto alla sua contrada di Enego, all'età di dodici anni, è già a Milano a guadagnarsi la vita come muratorino. Poi è tornato al suo paese, a far da muratore e capomastro. Era un uomo avido di imparare, un ingegno feracissimo, senza il beneficio e i limiti d'una regolare cultura accademica. Come si vede in un servizio televisivo realizzato da Antenna 3, la sua casa è un vero museo interattivo, dov'egli accoglie generosamente visitatori sparsi e scolaresche, museo interattivo, in quanto questo animatore e didatta d'eccezione, da un sasso, con quattro colpi sapienti, realizza una punta di freccia o un raschiatoio, mostra come si immanicava una selce, o come si preparava una tintura: è come se l'uomo di Similaun, redivivo,  spiegasse, riproducendone i manufatti sotto i tuoi occhi, la sua cultura materiale.

Ci vuole raccontare la sua vita?

Sono nato a Enego nel 1947 da una famiglia povera. Eravamo in sei figli. La mia gioventù fino a 11 anni l'ho trascorsa a Enego, poi sono andato in collegio, dove ho frequentato le tre medie e il ginnasio. Successivamente a Milano, dove, dopo il servizio militare, mi sono dedicato al lavoro nel campo dell'edilizia. Gli ultimi vent'anni li ho occupati lavorando coi Servizi Forestali Regionali, conoscendo perfettamente tutto il territorio dell'Altopiano. Da 40 anni sono appassionato di fossili, di cui ho una bella raccolta. Poi nel 1983, durante i lavori di scavo, qui vicino a Enego, nella località Stivai, è stata scoperta la grotta Ernesto e lì nel 1985 sono venuto a contatto con l'archeologo Giampaolo Dalmeri, responsabile del Museo di Trento di Scienze Naturali, che ha studiato per cinque anni la grotta, posta a 12 chilometri da Selva di Grigno, a circa 30 chilometri da Enego, che poi ha preso il suo nome. Ho seguito i suoi scavi e quando sono andato in pensione sono stato assunto nel suo cantiere. Sono un grande appassionato di preistoria e faccio da guida a visitatori e scolaresche che vengono a vedere questi siti archeologici. Ho intenzione di scrivere un libro sulla storia di Enego.

Parliamo di questa famosa grotta di Ernesto.

È un gioiello archeologico che si trova lungo gli aspri pendii sul piano orientale della piana di Marcesina, lungo la strada forestale della Val d'Antenne, luogo rinvenuto per caso nel 1983. Si tratta di una cavità naturale profonda 77 metri. Contiene al suo interno molte concrezioni ed è stata frequentata sporadicamente dall'homo sapiens 9.000 anni fa, durante il Paleolitico Superiore. All'interno si è trovato un cranio d'orso morto non violentemente 14.000 anni fa. L'uomo è entrato in fondo alla grotta, ha ammucchiato queste ossa in 7 parti, praticando dei riti magici apotropaici.

Quali sono le sue ricerche personali?

Ho fatto delle ricerche personali e ho trovato questo raschiatoio in superficie che risale al Paleolitico medio. Nel 1987, nel sito Fonte del Palo in Marcesina, ho trovato questo ciottolo graffito, che attualmente si trova al Museo di Trento (questo è un calco) e destinato al Museo di Castelletto di Rotzo, che presenta dei segni alberiformi, sia nella parte anteriore che posteriore, un graffito unico nel suo genere in Europa, databile 13.000 anni fa.

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