NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L'Erp per sempre (e non per tutti)

Dopo la provocazione dell’assessore regionale Giorgetti: “Niente case Ater ai gay”, abbiamo voluto sentire le reazioni dei politici vicentini e di chi opere nel settore dell’edilizia pubblica

di Pietro Rossi

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L'Erp per sempre (e non per tutti)

Case popolari. In molti le chiedono, pochi le ottengono. I dati sono gli stessi da anni: in tutta la provincia di Vicenza vengono soddisfatte solo il 10% delle richieste. In questo contesto l'ultima querelle sulle parole dell'assessore regionale all'edilizia Massimo Giorgetti, relativamente al fatto che la Regione intende privilegiare maggiormente le coppie sposate nelle graduatorie Erp, creando ulteriori sbarramenti alle coppie di fatto e omosessuali, ha un valore prettamente politico. Gli strali lanciati dal PdL sono di carattere preventivo. E segnano, in occasione dell'imminente licenziamento del nuovo statuto, la strada del governo di centro-destra. Nel quale, assieme ai Veneti, avrà la precedenza anche la famiglia tradizionale, storicamente cara ai valori dei conservatori. Sia quelli di destra che quelli dell'area ex-democristiana di sinistra.

Nel campo politico i distinguo sulle questioni legate alle tematiche del diritto di accesso alle risorse pubbliche si faranno quindi di sicuro sentire. Non a caso la polemica sulle "case Ater ai gay si o no" si inserisce nel nuovo corso dello statuto Zaia, quello di "prima a Veneti" e coinvolge quelle giunte di centro-sinistra considerate più liberali, come quella capitanata dal sindaco di Padova Zanonato. E Vicenza? Da questo punto di vista la questione sembra non sussistere. E le posizioni del "moderato" Variati sono note e non tanto nette. Cioè: niente discriminazioni, ma comunque prima vengono le coppie sposate. Il tema, comunque non riguarda tanto il problema degli alloggi, che comunque persiste. Anche se Vicenza ha il primato regionale di distribuzione di case popolari e il Veneto quello nazionale, la domanda infatti supera di gran lunga l'offerta. La realtà è che, tra i richiami alla famiglia "unita dal vincolo matrimonio" dell'assessore Elena Donazzan e quelli ai diritti dei gay del segretario cittadino del PD Enrico Peroni, le liste di attesa continuano ad ingrossarsi. La loro lunghezza, secondo il direttore Ater Vicenza Ruggero Panozzo, è legata in buona parte al fatto che le case popolari vengono assegnate a tempo indeterminato. E cioè, chi ce l'ha, in linea di massima, se la tiene anche se la sua situazione economica migliora. Perché, secondo la legge, se il reddito del nucleo aumenta, sale solo l'affitto. Ed in casa si resta anche se qualcun altro potrebbe averne bisogno.

L'edilizia popolare è regolata da una legge regionale, la numero 10 del 1996, che in molti considerano superata. E che potrebbe essere cambiata appena dopo l'approvazione dello Statuto Regionale. Ma cosa dice questa legge? Tra i requisiti per l'accesso all'Edilizia Residenziale Pubblica c'è quello del «reddito annuo complessivo del nucleo familiare in misura non superiore ad euro 22.388». Questo l'articolo 1 e 1bis specificano che per «nucleo familiare si intende la famiglia costituita dai coniugi, ovvero da un genitore e dai figli legittimi, naturali, riconosciuti e adottivi e dagli affiliati con loro conviventi». E fin qui ci siamo. Poi aggiunge: «Fanno altresì parte del nucleo familiare il convivente more uxorio». Quindi le coppie di fatto «purché la stabile convivenza con il concorrente abbia avuto inizio almeno due anni prima dalla data di pubblicazione del bando di concorso e sia dimostrata nelle forme di legge». Ed infine «possono essere considerati conviventi anche persone non legate da vincoli di parentela o affinità, qualora la convivenza istituita abbia carattere di stabilità e sia finalizzata all'assistenza di persone presenti nel nucleo familiare». A conti fatti, non c'è nessun impedimento esplicito di accesso ai bandi Ater per le coppie di fatto, etero o omo che siano, perché comunque si tratta di "nucleo familiare". Non solo per il fatto dell'eventuale requisito dell'assistenza al compagno o alla compagna ma, tanto più, perché diverse sentenze del tribunale hanno stabilito che "more uxorio", letteralmente "come il matrimonio" vale anche per i gay. Una condizione, però, ci deve essere. Ed è quella dell'attestazione comunale. In Veneto lo fanno il Comune di Padova e quello di Venezia, che iscrivono in un apposito registro le convivenze, anche tra stessi sessi. Basta registrarsi all'anagrafe, la quale, all'occorrenza, può rilasciare un certificato che permette di entrare in graduatoria per gli alloggi pubblici.

Fumo negli occhi per Elena Donazzan: «Al tempo della legge (1996 ndr) nemmeno si parlava di coppie gay e oggi ti trovi con alcune città che hanno deciso di fare il registro delle unioni. E quella di equiparare le unioni è una forzatura che vuole a tutti i costi la sinistra, vogliono far entrare dalla finestra chi non riescono a far entrare dalla porta. Per noi invece, oggi è arrivato il momento di specificare che la famiglia è una, quella eterosessuale regolarmente sposata». L'assessore conferma che il dibattito in Regione è già iniziato e che il gruppo del PdL farà «una battaglia per inserire nello statuto la definizione esatta di famiglia. La mia proposta è di specificare che quando si parla di nucleo famigliare si debba intendere un uomo sposato con una donna. Una volta fatto lo statuto, gli effetti saranno a cascata sulle altre leggi». Discorso chiaro. Di famiglia ce n'è una sola. Quella, che per la Donazzan è formata da «un uomo ed una donna, uniti stabilmente, con i loro figli». E la cosa deve essere messa nero su bianco dallo Statuto Regionale, per sgombrare il campo da ogni dubbio. Anche da quelli che possono "ingenuamente" aver sollevato una legge regionale del 1996 a causa del "combinato disposto", la regola che risulta dall'insieme di più articoli di legge, e che dà via libera, nei bandi, all'accesso per le coppie di fatto.

Sui distinguo l'Arcigay Veneto è stata la prima ad intervenire. Ed il vicentino Enrico Peroni, presidente della sezione locale non ha dubbi: «L'uscita di Giorgetti è stata un errore, appartiene ad uno dei tanti blocchi che si sommano per il riconoscimento di diritti fondamentali della persona. Certamente, considero anch'io importanti e prioritarie le famiglie con figli, ma il vero problema è che vengono ostacolate a priori alcune componenti della nostra società». E se tra i paesi con stato di diritto l'Italia, assieme alla Grecia, è l'unico che non riconosce le unioni tra omosessuali, per Peroni «questa politica localista vuole portare a premiare quella figura stereotipata di "uomo bianco" che preclude tutte le diversità che sono il motore principale dello sviluppo economico. Da una parte c'è l'idea di futuro che passa per realtà e uguaglianza e dall'altra l'idea di chiusura che porterà ad un ulteriore indebolimento del modello di sviluppo veneto».

Da parte sua, la giunta Variati, sulla questione, ha le idee chiare. Ed equilibrate. Si evidenziano nel nuovo bando per l'assegnazione degli alloggi Erp, che tra breve passerà al vaglio del Consiglio Comunale e sarà licenziato presumibilmente per ottobre. «La legge regionale è molto chiara e noi riteniamo che il bando dello scorso anno sia valido, naturalmente faremo una verifica per migliorarlo e privilegiare le famiglie monoparentali (single con un figlio a carico ndr) e gli anziani», spiega l'assessore alla famiglia Giovanni Giuliari, che non si sbilancia più di tanto e lascia parlare le linee programmatiche di governo. «La questione è delicata. E come assessore non posso che attenermi a quelle». Vediamo cosa dicono i documenti. Da una parte il bando ricalca fedelmente la legge regionale. Quindi, in teoria, apertura anche alle coppie di fatto (omo ed eterosessuali), se non fosse che Vicenza, al contrario di Padova, non ha un registro apposito per le unioni al di fuori del matrimonio. In pratica, quindi, i punteggi favoriscono, appunto, anziani, contribuzione Gescal (Istituto Gestione per Case Lavoratori, ente soppresso nel 1995), invalidi, famiglie che assistano portatori di handicap e giovani coppie sposate.

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