NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

L'Erp per sempre (e non per tutti)

di Pietro Rossi

facebookStampa la pagina invia la pagina

L'Erp per sempre (e non per tutti)

Il paragrafo dedicato alla famiglia nelle linee programmatiche di governo titola invece: «La famiglia al centro». E specifica: «Le iniziative di promozione non possono che riguardare la famiglia di cui all'art. 29 (della Costituzione - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio - ndr)... Tuttavia, anche nella nostra realtà esistono altri tipi di nuclei familiari quali la famiglia di fatto... in ogni caso dovrà essere favorito, al di là dei vincoli giuridici, l'instaurarsi di relazioni positive e l'esercizio reciproco di solidarietà tra i loro membri... L'amministrazione comunale, nel rispetto della legge, vigila su ogni forma di intolleranza e di discriminazione preconcetta basate sulla provenienza nazionale o etnica, l'abilità fisica e cognitiva, l'identità di genere e l'orientamento sessuale...». Insomma dice e non dice. E Donazzan stocca: «Variati è cattolico, Zanonato liberale. Loro, a seconda della sensibilità personale, sono in contraddizione. Noi non lo siamo: le famiglie sono una cellula della società e si creano con dei nuclei stabili».

Il piccolo affresco politico inquadra la realtà attuale. Una realtà fatta di 3000 richieste di case popolare in tutta la provincia di Vicenza e di 300 alloggi assegnati lo scorso anno. Una realtà di poco meno di 800 richieste in città, nello stesso anno, e di 192 assegnazioni (un vero e proprio boom, che si è verificato con la disponibilità di 108 nuovi alloggi). E questo è lo scenario di uno degli enti, l'Ater vicentino, più attivo in Italia nell'assegnazione di Erp. «Purtroppo - segnala l'assessore Giuliari - la procedura di assegnazione degli alloggi risulta sempre più lunga e appesantita perché, con un rapporto di 1 a 3, molte famiglie rifiutano l'appartamento proposto: non risulta conforme alle loro aspettative. Queste persone rimangono in graduatoria e, per legge, bisogna loro proporre un'altra soluzione. Il desiderio di chi li richiede dovrebbe essere semmai quello di uscire da queste case una volta raggiunta una situazione di normalità economica, non di pretendere di trovare nell'Erp, che dovrebbe essere un alloggio a rotazione, l'appartamento dei propri sogni».

Ma chi è che prende o rifiuta la casa popolare? Gli italiani che vincono il bando sono, in città, l'85%, mentre in tutta la provincia toccano il 92%. La percentuale di stranieri è quindi dell'8%, inferiore alla percentuale (il 12%) di immigrati sulla popolazione. Due case su tre vengono assegnate ad anziani, soli o in coppia ed in genere a persone con redditi e pensioni basse ed un certo grado di invalidità. Il resto a famiglie monogenitoriali (mamma o papa con figli minori a carico) - la seconda grande categoria in graduatoria - e, a seguire, a nuclei familiari con coppie regolarmente sposate. D'altra parte, i punteggi sono blindati. Ad esempio: «Nucleo familiare il cui reddito annuo convenzionale non superi l'importo di una pensione minima INPS comporta 4 punti; la presenza nel nucleo familiare di una o più persone di età superiore a sessanta anni non autosufficienti, riconosciute tali con certificazione da parte degli organi competenti, altri 4; la presenza nel nucleo familiare di una o più persone portatrici di handicap certificati dagli organi competenti, 5 punti; nucleo familiare composto da un solo adulto con uno o più minori a carico, 3 punti; coppie che abbiano contratto il matrimonio da non oltre un anno dalla data di pubblicazione del bando o che contraggano matrimonio entro un anno o comunque prima dell'assegnazione dell'alloggio, 2 punti; nuclei familiari di emigrati che dichiarino nella domanda di rientrare in Italia per stabilirvi la residenza, 2 punti».

«Lo straniero non si trova mai ai primi posti della graduatoria - spiega il direttore dell'Ater Ruggero Panozzo - e mi risulta, per esperienza che non ci sia mai stato nessuno straniero che ha portato via la casa ad un italiano. Personalmente non sarò mai favorevole che case costruite con i fondi pubblici vadano prima ad un cittadino non italiano, ma il problema non è questo». Il nocciolo della questione, secondo il dirigente, è che sarebbe necessario far cadere la norma del tempo indeterminato. Quella che assegna le case "per sempre" anche se cambiano le condizioni dell'inquilino. Se un pensionato vince il superenalotto o se un nucleo famigliare raddoppia o triplica il proprio reddito, si può tenere la casa popolare. Aumenta solo il canone. «Invece, bisognerebbe verificare i requisiti e casomai, se l'inquilino può permettersi di andare nel privato, bloccare il contratto perché quella casa mi serve per altre persone». Panozzo, che assicura l'azzeramento dei "furbetti", cioè quelli che hanno ottenuto indebitamente un alloggio Erp a Vicenza, auspica una modifica della legge in questo senso. E in che altro, a parte la costruzione o, meglio, la disponibilità di nuovi alloggi magari, ad esempio, tra i molti sfitti in città?

Alla fine, nel mondo delle "case popolari" quello che conta è quel terzo di alloggi, che non ha turnazione, quegli alloggi che addirittura alcune persone dicono "no" a prima visita perché - e nella loro logica il ragionamento fila - «la casa popolare è per sempre». E quindi, se non aggrada, meglio ritornare in graduatoria. Quanto e quando c'entra e deve entrare la politica in questo meccanismo? La domanda rimbalza in Regione. A proposito, qui a Vicenza, in tutta la provincia, nessuna coppia di fatto, e tanto meno omosessuale, ha fatto richiesta di accedere all'edilizia popolare.

 

nr. 31 anno XV del 4 settembre 2010

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar