NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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L'Ipab che non conosce riposo

Sernagiotto (Regione) detta tempi più lunghi sull’accordo di programma, aprile? Sui contenuti del “piano per gli anziani” botta e risposta Rolando-Meridio

di Pietro Rossi

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L'Ipab che non conosce riposo

L'Ipab di Vicenza è uno dei più virtuosi del Veneto. Parola di Remo Sernagiotto, assessore Regionale alla programmazione e servizi socio-sanitari che, appena arrivato a Venezia, ha trovato nel resto della regione una situazione non proprio idilliaca. «In tutto il Veneto hanno venduto fuori della norma, più di 1 miliardo di patrimonio negli ultimi 15 anni», sono le sue testuali parole. Il riferimento ad operazioni poco chiare riguarda però altre strutture di assistenza pubblica, ad esempio quelle delle provincia di Padova, particolarmente tenuta sotto osservazione per presunte operazioni illecite. La reazione di Sernagiotto, una delibera che ha imposto il blocco totale della vendita del cospicuo patrimonio immobiliare delle Ipab in tutto il Veneto, ha però coinvolto anche l'istituto di contrà San Pietro, presieduto da Giovanni Rolando. Il quale si trova a fare i conti con un bilancio preventivo da 700 mila euro di passivo senza la possibilità di attingere, come prescrive la legge, dai proventi derivati dalla alienazione degli immobili. La stessa alienazione che dovrebbe servire a costruire tre nuove strutture a Vicenza, il cosiddetto "accordo di programma" che aspetta la firma in Regione per dare il via libera ai lavori delle case di riposo nelle zone di Ca' Balbi-Bertesinella, Laghetto e Maddalene. Fino al 31 dicembre, data di scadenza del provvedimento Sernagiotto, non è però possibile far cassa. E nel frattempo l'Ipab, oltre ad avere avuto un'emoraggia di ospiti (attualmente sono 564 su 666) e di spese (tanto che le tredicesime dei dipendenti sono a rischio di non essere pagate) si trova nel bel mezzo di una ristrutturazione. Un battesimo di fuoco, insomma, per Rolando. Il quale preferisce non commentare sulla passata amministrazione: «Non voglio scendere in polemiche..., - ma non rinuncia ad un frecciatina - bisogna saper leggere i bilanci...» - prontamente raccolta dall'ex presidente Gerardo Meridio: «Noi avevamo chiuso con soli 250 mila euro di passivo. Forse Rolando deve imparare a distinguere tra un bilancio di previsione ed un conto consuntivo, con quest'ultimo non si scherza».

L'Ipab, si sa, è sempre stato terreno di battaglie politiche. A parte questo, in ogni caso, per Sernagiotto, l'accordo di programma vicentino va bene e non dovrebbero esserci intoppi particolari per arrivare alla firma, che richiede un necessario iter tecnico con Comune di Vicenza e Ulss 6. Qualche discrepanza, casomai, si registra nei tempi di siglatura dell'accordo, e di conseguenza di realizzazione delle opere. Vicenza, infatti, vorrebbe concludere entro fine anno e iniziare i lavori in primavera, mentre l'assessore sottolinea: «Non vedo che problemi ci siano per Variati anche se si firma ad Aprile, l'importante è che questa cosa molto complessa, che prevede strutture moderne per l'hospice, gli stati vegetativi e i reparti geriatrici, si concluda entro 5 anni». E per i soldi? «Ripeto. L'importante è arrivare ad un accordo per questa questione che ormai dura da vent'anni. Per i soldi, la previsione è di 20 milioni di euro e vedremo come fare. Per adesso le alienazioni sono ferme fino a fine anno. Poi decideremo se una parte di soldi li darà la Regione». Alienazioni ferme. Per tutti. Anche per Vicenza, nonostante un accordo quasi firmato sul tavolo. D'altra parte, quello che è successo ha un sapore di squisita mala gestione della cosa pubblica in tipica salsa italiana. E dire che, originariamente, la stessa legge impediva il verificarsi di situazioni "strane". Il provvedimento antecedente all'entrata della Regione nelle competenze sulle Ipab, la cosiddetta legge Crispi, vietava infatti l'utilizzo del patrimonio per le spese correnti (il patrimonio poteva essere usato solo per reinvestimenti in ristrutturazioni). Dai primi anni del nuovo secolo, con il passaggio della gestione a Venezia, c'è invece stata l'introduzione della regola che, con parte dei guadagni delle vendite immobiliari, le Ipab avevano la possibilità di risanare i bilanci, sempre con un piano normativo. E qualcuno se n'è approfittato.

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