NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La TAV passerà sotto i Colli Berici?

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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La TAV passerà sotto i Colli Berici?

La TAV è davvero necessaria per Vicenza e quale progetto è il più adatto per l'attraversamento della nostra area?

Manuela Dal Lago, parlamentare Lega Nord e consigliere comunale Vicenza: «Non c'è dubbio che la linea di trasporto ferroviario veloce sia necessaria per Vicenza e per la sua economia; il problema da risolvere è appunto proprio quello del progetto, del dove passa e come, in poche parole del progetto che risulta più adatto. Però bisogna anche saper riconoscere che, se si vuole una conclusione positiva di tutto questo attendere che dura da anni, è indispensabile puntare alla conclusione nella maniera più seria: occorre andare al ministero, farsi mostrare i progetti e con la tranquillità della riflessione analizzarli e capire quale sarebbe davvero il migliore. Va da sé che per decidere qual è il migliore bisogna che coincidano alcuni elementi portanti: il migliore potrebbe essere quello che risulta maggiormente possibile e nei tempi meno lunghi possibile. Ho paura che se si decide di fare questo viaggio a Roma con l'idea di presentare delle condizioni o comunque di impuntarsi di principio su una soluzione anziché un'altra non si portano a casa risultati e passerà altro tempo senza vederne di alcun genere».

Federico Formisano, capogruppo PD in consiglio comunale: «Io credo che la cosa più importante per Vicenza in questo momento sia quella di poter ottenere dei benefici dal passaggio dell'Alta Velocità e da una rivisitazione globale dell'approccio al trasporto su rotaia. Per noi sarebbe certamente importante l'apertura di un corridoio di comunicazione veloce fra Est ed Ovest, ma più importante ancora sarebbe agevolare il trasporto delle merci su rotaia rispetto a quello su gomma, sarebbe più strategico essere interessati dalla Metropolitana di Superficie che ci metta in comunicazione rapida con Padova, Treviso e Venezia. D'altra parte i benefici che noi otteniamo in senso stretto dall'alta velocità non sono tali da giustificare enormi danni al territorio cittadino. Un passaggio della TAV in affiancamento all'attuale percorso è a mio modo di vedere, assolutamente da scartare. Sono, invece, favorevole alla situazione interrata».

Ciro Asproso, Verdi: «Personalmente non sono mai stato un fautore del treno ad alta velocità, tanto meno del così detto Corridoio 5, che attraverso la pianura padana dovrebbe collegare Torino a Trieste. Le ragioni sono facilmente intuibili, a meno di non assumere una posizione meramente ideologica: innanzitutto la sostenibilità economica e la redditività degli investimenti. La TAV si è rivelata una voragine senza fondo per i conti dello Stato, che ha drenato tutte le risorse necessarie all'ammodernamento della rete esistente; basti dire che il costo medio dell'Alta Velocità - per le tratte realizzate - ammonta a 45 milioni di euro al Km in Italia, contro i 13 della Francia e i 15 della Spagna. In secondo luogo la morfologia del territorio italiano e del Settentrione in particolare (un'unica grande Megalopoli, tra le zone più inquinate del Pianeta), dove non esiste soluzione di continuità alcuna. Il treno ad Alta Velocità ETR, necessita di 22 chilometri per raggiungere la velocità di 250 Km/h e di 8 chilometri come spazio per la fermata. Padova dista 20 chilometri da Venezia e 36 da Vicenza, mentre la distanza tra il capoluogo Berico e Verona è di soli 45 Km; mi sembra evidente che la vera soluzione non è il Treno Veloce alla francese, ma il quadruplicamento della rete storica e un sistema ferroviario di Metropolitana di Superficie, quantomeno su scala regionale. Ciò detto, esiste un solo tracciato possibile per l'attraversamento del territorio vicentino con l'Alta Velocità: il corridoio ferroviario con passaggio in galleria e stazione passeggeri interrata, approvato il 19 gennaio 2000 dal Consiglio comunale - con voto pressoché unanime - e sostenuto dalla stessa Associazione Industriali di Vicenza, con un documento formale inviato al Ministero delle Infrastrutture».

Perdere la TAV significa perdere una reale opportunità legata allo sviluppo in senso generale?

Dal Lago: «È evidente a tutti che perdere questa reale opportunità equivale a lasciar cadere una serie di prospettive di grande utilità all'economia provinciale. È evidente che non avere la TAV nuoce allo sviluppo di un territorio, come quello vicentino, così fortemente caratterizzato da attività industriali artigianali e commerciali di grande importanza anche in campo nazionale e internazionale. Proprio per questo dicevo prima che bisogna liberarsi di pregiudizi ormai privi di senso e andare ad analizzare seriamente se c'è una possibilità abbordabile, rapida e utile a tutti per riuscire a sbloccare in senso positivo questa situazione che si sta trascinando da troppo tempo e che potrebbe anche sfociare in una decisione del tutto contraria ai nostri interessi, quella di spostare il cosiddetto corridoio 5 a nord delle Alpi. Non è questo che vogliamo».

Formisano: «Se vediamo la TAV come un'opportunità globale di cambiamento del trasporto ferroviario che interessi anche le brevi distanze e le merci, si; altrimenti rimane un'opportunità di sviluppo importante, ma in una dimensione sovra regionale, che travalica il mero interesse di una città come Vicenza».

Asproso: «Quello "sviluppista", è un falso mito delle Società avanzate e non c'è bisogno di scomodare Latouche - il profeta della decrescita - per comprendere che inseguire lo sviluppo, a qualsiasi condizione, comporta dei costi in termini sociali e di "capitale naturale" che risultano oramai insostenibili. Misurare la ricchezza di un Paese in termini di Prodotto Interno Lordo è una grande mistificazione ed è risaputo che il PIL andrebbe corretto dall'Indicatore di Progresso Autentico, che valuta le perdite dovute all'inquinamento e al degrado ambientale. Questa, è da sempre la posizione anche del Comitato dei Sindaci dell'Area Berica, i quali non sono affatto contro la TAV, ma non accettano che, in nome dello sviluppo, si impongano tracciati devastanti per le Comunità attraversate».

«Senza un progetto è ovvio che i soldi vadano ad altri. Se ne parla da 11 anni, adesso basta, bisogna chiudere» afferma il nuovo consigliere delegato alla Mobilità. Lei concorda?

Dal Lago: «Anche in questo caso non posso che concordare: se non si risolve la questione i soldi andranno ad altri, cioè a chi è in grado di decidere senza lasciar trascorrere inutilmente tanto tempo. Concordo, quindi, ma aggiungo anche che su questo tema degli ultimi anni perduti si può identificare un colpevole con nome e cognome: Claudio Cicero, il responsabile è in gran parte proprio lui ed è altrettanto evidente che gli errori di questi anni si sono moltiplicati appunto sulla non capacità di andarsi a rendere conto come procedevano le cose e ancora di più se i soldi c'erano. Per questo mi pare che sia almeno velleitario dire oggi "adesso basta" mentre si continua a seguire la stessa linea del parlare senza sapere quel che occorrerebbe sapere».

Formisano: «Cicero è coerente con quanto ha sempre affermato. Il passaggio in galleria ha dei costi, ma Vicenza merita di essere considerata per quello che è, una città strategica sul piano dello sviluppo economico e che ha sempre dato molto di più di quello che ha ricevuto».

Asproso: «Cicero - che pure ha molti meriti nell'individuazione del tracciato in galleria - divide con Hüllweck la responsabilità di aver condotto per anni iniziative autonome presso il Ministero delle Infrastrutture, rompendo il fronte del Comitato dei Sindaci e illudendo i vicentini sulla disponibilità di risorse finanziarie inesistenti. Come si è visto, il peso politico del Veneto continua ad essere irrilevante, a dispetto dei bei proclami e delle chiacchiere "federaliste" di Lega e PdL. Naturalmente, questo non basta a spiegare la debacle poiché, in qualche misura, si sconta una subalternità culturale del mezzo su rotaia rispetto al veicolo su gomma. Così che, si continuano ad allocare risorse economiche a beneficio di infrastrutture devastanti, se non inutili, come il Sistema di Tangenziali Venete, ma non si scuce un quattrino per il raddoppio ferroviario della Venezia - Milano o a favore del Sistema Ferroviario Regionale di Metropolitana di Superficie».


nr. 34 anno XV del 25 settembre 2010

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