Il vincitore è stato il "nostro" Federico Murzio giornalista de La Domenica di Vicenza dal luglio 2007. Murzio è il secondo vicentino a ottenere questo riconoscimento. Un premio che nel corso degli anni è diventato una vetrina, un punto d'incontro e confronto per i giovani giornalisti del Veneto.
Il premio è alla memoria del giornalista de Il Gazzettino Alfio Menegazzo scomparso prematuramente sedici anni orsono. Corrispondente dalla Riviera del Brenta, cronista di nera e profondo conoscitore di un territorio che ha sempre cercato di valorizzare e far conoscere anche al di fuori della sua attività di giornalista, così ricorda la figura professionale di Menegazzo il collega Maurizio Paglialunga, che dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto è anche rappresentante al consiglio nazionale dell'Ordine.
Istituito sette anni fa con la collaborazione dell'Ordine, promosso dal Club Cinque Archi, con il patrocinio e il contributo di diverse istituzioni -la Regione Veneto, le Province di Padova e Venezia, tanto per citarne alcune- il premio rispecchia nelle sue finalità all'idea di giornalismo di Alfio Menegazzo: un lavoro profondamente legato alla vita di provincia. Sottolinea Gianluca Amadori, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto: «Sacrificio e studio continuo, entusiasmo, curiosità e passione, la forte motivazione sono alcuni degli elementi che spingono tanti giovani verso il giornalismo, condividendo i valori della lealtà e della buona fede, della correttezza e trasparenza dell'informazione. Principi che il premio in memoria di Alfio Menegazzo si propone di valorizzare e difendere».
Quest'anno, poi, i promotori hanno ottenuto grazie all'interessamento della senatrice Cecilia Donaggio anche il formale apprezzamento del presidente Giorgio Napolitano. Si legge in una nota del Quirinale che il presidente esprime i sensi della sua considerazione per il premio e per le sue finalità. Citando parte dell'intervento pronunciato recentemente a Verona, ha poi ricordato: «Ritengo che si possa senz'altro affermare che il Veneto sia veramente il luogo della più profonda ed intensa trasformazione che vi sia stata in Italia negli ultimi decenni. Qui si è espressa una carica di operosità, di imprenditorialità e di straordinario dinamismo, cosa di cui siamo tutti orgogliosi».
Riservato ai giornalisti under 40 iscritti all'Albo, il tema del concorso 2010 s'intitolava VENETO E VENETI: TRADIZIONE E INNOVAZIONE. I partecipanti potevano concorrere con un massimo di tre articoli scritti nell'ultimo anno inerenti al tema. I lavori sono stati valutati da una giuria presieduta dal sociologo Enrico Finzi. Una giuria, ancora, composta dai nomi di spicco del giornalismo regionale: tra gli altri c'erano lo stesso Gianluca Amadori; Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto; Ugo Savoia; Francesco Jori de Il Gazzettino; Paolo Possamai.
Federico Murzio si è imposto con il pezzo, pubblicato su La Domenica l'aprile scorso, intitolato "Anche la solidarietà patisce la crisi economica". L'inchiesta ha analizzato l'impatto della crisi economica tra il 2008 e il 2009 sulle risorse delle associazioni di volontariato vicentine. Murzio non si è limitato a sentire i diretti interessati, si legge tra le motivazioni, ma ha anche fornito dati puntuali. Per di più affrontando una realtà, quella dell'associazionismo, che è un punto d'orgoglio e il valore aggiunto della nostra regione.
Enrico Finzi dice che in questa settima edizione si possono rilevare alcune importanti osservazioni. Intanto, la buona presenza femminile, a ulteriore conferma del crescente peso delle donne anche nel mestiere giornalistico. Poi, va richiamata l'attenzione sul ruolo di varie testate cosiddette minori, le quali svolgono una preziosa funzione di arricchimento dell'offerta editoriale, di addestramento delle nuove leve, di vero e proprio scouting dei grandi giornalisti di domani. «La terza e ultima notazione -afferma Finzi- riguarda la varietà dei temi affrontati, come sempre nel caso del Premio Menegazzo: dalla storia alla cronaca, dall'economia alla sociologia, dalle singole vicende umane irripetibili ai fenomeni di massa e di ieri o di oggi. Questo aspetto mi pare esaltante, poiché mette in luce che non esiste un solo Veneto o un solo modo di affrontare il Veneto ma che, al contrario, ci sono tanti Veneti e tantissimi punti di osservazione per rimirarli e renderne conto».
«È il vantaggio del giornalismo di provincia quello di saper conoscere e leggere col tempo, gli umori della società e i suoi comportamenti. Ho sempre inteso il giornalismo come viaggio, scrittura, inchiesta - spiega poi Murzio ringraziando la platea- Si potrebbe considerarlo, senza tanta retorica, una missione civile. Che non vuol dire fare crociate o invettive, ma rendere un servizio alla società. Anche quando non lo apprezzi o, peggio, ritenga l'informazione un bene voluttuario».
Come era facilmente prevedibile l'occasione è servita per discutere di giornalismo e giornalisti. In particolare, si è parlato dei giornalisti e dei loro compensi. Tutti hanno concordato sul fatto che i collaboratori («Quelli che si dannano, che corrono di qua e di là, e che ricercano la notizia, cioè fanno quello che dovrebbero fare coloro che invece sono già assunti e lavorano nelle redazioni») sono pagati una miseria. Gianluca Amadori, a proposito, ci ricorda che «per reagire allo sfruttamento del lavoro giornalistico è necessario innanzitutto studiare e aggiornarsi in continuazione; garantire un elevato livello di informazione ai cittadini, così da costringere gli editori a scommettere e ad investire, finalmente, sull'informazione di qualità».
Quella di sbarcare il lunario scrivendo per i giornali è, manco a dirlo, una difficoltà frequente tra chi inizia il mestiere e che può protrarsi anche molto dopo tempo l'iscrizione all'Albo. Tanto che molti giovani giornalisti all'attività di pubblicista uniscono anche altre attività. Una situazione che, almeno per ora, sembra penalizzare non solo chi nel giornalismo vede il proprio futuro ma, a fine filiera, soprattutto chi a una corretta informazione dovrebbe tenere di più: i lettori.