NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un colosso dalle ruote d’argilla?

È appena abbozzato il percorso che potrebbe portare alla fusione tra Aim Mobilità e Ftv, i vantaggi sono tutti da verificare gli ostacoli sono molto chiari

di Tommaso Quaggio

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Un colosso dalle ruote d’argilla?

Fusione si o fusione no. Aim Mobilità e Ftv si studiano, si prendono le misure a distanza, ma di una cosa sembrano ormai certe: l'accorpamento delle due aziende presto o tardi si farà. Dopo due anni di attese, di annunci, ma anche di tante polemiche a distanza la strada adesso sembra segnata. Un percorso che nelle ultime settimana tra l'altro ha subito anche un'accelerazione inaspettata dopo le dichiarazioni del consigliere delegato alla Mobilità Claudio Cicero che ha annunciato che entro ottobre tutto potrebbe essere pronto per la creazione del colosso vicentino dei trasporti che senza segreti dovrà essere con una maggioranza significativa di proprietà della Provincia visto il peso economico di Ftv.

Lunedì fra l'altro è annunciato un vertice tra il sindaco Achille Variati e il presidente della Provincia Attilio Schneck. All'orizzonte però qualcosa potrebbe turbare il clima dell'alleanza, sembra ormai certo infatti lo spostamento a dicembre 2011 della gara europea che dovrà decidere il gestore unico dei trasporti in ogni città veneta. Una possibilità che però non sembra preoccupare molto i presidenti delle due società vicentine che credono fortemente che i colossi europei del trasporto non arriveranno a Vicenza dove l'indotto attorno a questo settore non sembra attirare i giganti del settore già sbarcati in Friuli Venezia Giulia e in altre parti d'Italia. In realtà la fusione tra Aim Mobilità e Ftv è già iniziata su piccole cose grazie alla creazione della società consortile Svt (suddivisa tra Provincia due terzi di proprietà contro un terzo di Aim) che mette insieme alcuni comparti delle due aziende come ad esempio l'acquisto del carburante e quello che diverrà la gestione del biglietto unico. Insomma le prove tecniche sul campo già ci sono, anche se uno degli aspetti di certo non secondari che si dovranno affrontare riguarda i lavoratori. Aim Mobilità e Ftv oltre ad avere condividere tratte per 200 mila chilometri se si dovessero fondere avrebbero sul piatto non pochi doppioni: amministrazione, personale tecnico delle officine e autisti. Pedine sacrificabili nel nome della razionalizzazione? Il tema ovviamente si presenterà quando sul piatto ci saranno proposte concrete e progetti veri, ma sul quale i sindacati saranno di certo chiamati a confrontarsi con le dirigenze locali.
«Ftv è un'azienda sana - spiega il presidente Valter Baruchello - 28 milioni di fatturato, bilanci in pareggio, 10 milioni di chilometri coperti. Numeri che fanno della società un esempio. Sulla fusione non posso entrare nel merito è una decisione che spetta alla proprietà, cioè alla Provincia. Di certo ho la sensazione che la gara regionale sarà posticipata al prossimo anno ci sono ancora troppe cose da chiarire in primis i finanzianti della Regione Veneto. Se ci fossero dei tagli forti, come sembra, ci potrebbero essere degli squilibri pericolosi. Aim e Ftv sono realtà importanti di certo possono lavorare insieme come per altro già fanno sotto alcuni profili. Certo sulla cosa dovrà pronunciarsi un terzo. Comunque la gara per l'affidamento del servizio non ci spaventa. Sappiamo che i colossi europei del settore si gettano dove possono fare economia. Qui da noi siamo già al limite con quelle che abbiamo, insomma non c'è più polpa. L'affidabilità del nostro servizio e la solidità della società, grazie anche a chi è arrivato prima di me, ci mette in prima fila per la gara. È chiaro che se le due aziende si dovessero fondere, alcuni aggiustamenti andranno fatti. È vero che si condividono tratti ad alta frequentazione, ma su quelle linee il servizio è sempre al cento per cento, quindi non vedo grandi problematiche le corse rimarranno le stesse. Ma è chiaro che su un passo del genere non possiamo non pensare a delle razionalizzazioni su alcuni settori visti i doppioni che esisterebbero. Il percorso non è breve ma di certo la parola non spetta a me ma alla proprietà».

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