NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Entusiasmante l’Oreste in greco moderno nella versione presentata al Teatro Olimpico

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Entusiasmante l’Oreste in greco moderno nella vers

Spunti di attualità nel testo

Ad Euripide è concordemente riconosciuto il merito di essere il più moderno e attuale dei grandi tragediografi greci. E questa edizione di Oreste che il regista greco Yannis Houvardas, dopo il debutto nel grande teatro all'aperto di Epidauro, ha portato all'Olimpico per il 63° Ciclo di Spettacoli Classici, ne ha dato una prova esaltante.

Per quanto riguarda il testo che i venticinque componenti la compagnia (10 attori fra i quali hanno primeggiato Elettra, Oreste, Pilade e Tindaro, ma anche i due messaggeri, e 15 coristi) hanno interpretato in modo esemplare per la dizione nitida, l'intesa armonica e il ritmo incalzante (un po' eccessivo, a mio giudizio, il rallentamento finale), non sono sfuggite alcune battute di valore sempre attuale e universale: «I servi del potere - commentava il primo messaggero, riportando gli interventi all'assemblea argiva che aveva sancito la condanna a morte di Oreste ed Elettra - sono fatti così:/ sanguisughe attaccate alle persone che contano./ Sono amici di chi comanda: che branco di sciagurati!». Sulla guerra poi è stato lo stesso Apollo, a proposito del ruolo storico di Elena, ad affermare: «La sua bellezza tentatrice/ è servita agli dei/ perché Frigi e Greci si uccidessero,/perché molti morissero/ e la terra fosse sollevata/ dal peso degli uomini: era un formicaio di gente» (anche nel primo '900 qualcuno affermava che la guerra è sola igiene del mondo!).

 

Fondamentale il ruolo del coro di 15 ragazzi

A sottolineare la modernità della tragedia euripidea sono stati anche i costumi di Johannes Schütz, soprattutto quelli dei giovani coristi (12 ragazze e 3 ragazzi) che, presentatisi, sul proscenio olimpico a luci ancora accese, con ovvia sorpresa per il pubblico, come normali e allegri studenti in visita scolastica, in normale abbigliamento sportivo, con zainetto e macchinette fotografiche, sono stati ben presto coinvolti nel dramma di Elettra e Oreste, rimanendo sulla scena sino alla fine e divenendo una specie di tessuto connettivo delle varie azioni, sempre attivamente partecipi anche quando non erano direttamente impegnati nell'interpretazione, naturale e profondamente immedesimata, delle parti corali. E così quello che inizialmente sembrava quasi un improvvisato saggio scolastico, si è trasformato via via in una entusiasmante lezione di recitazione, per nulla accademica, ma di alto livello qualitativo. Con piena soddisfazione di quanti vi hanno assistito, in particolare dei numerosi giovani studenti. Pienamente raggiunto quindi l'obiettivo che il nuovo direttore artistico Alessandro Gassman ha ribadito anche nel corso della giornata di studio su La riscrittura dei classici a partire dall'opera di Heiner Müller: quello cioè di portare all'Olimpico, e negli altri teatri gestiti dal Teatro Stabile del Veneto, il maggior numero possibile di giovani mediante l'abbassamento dell'età media degli attori, anche a scapito degli scambi fra Teatri Stabili italiani.


Anche per il 63° ciclo continua la collana dei Quaderni del Teatro Olimpico

Ad arricchire questi messaggi venuti direttamente dalla Grecia, ha contribuito non poco anche la pubblicazione dei Quaderni nn. 28 e 29 che Il Teatro Stabile del Veneto, a continuazione di una collana editoriale avviata già nel 1999 dall'allora direttore degli Spettacoli Classici Lamberto Puggelli, ha curato anche per questa edizione. Nel Diario 2010 Remo Schiavo rievoca le numerose e varie apparizioni all'Olimpico del personaggio di Oreste, mentre invece nel volume Oreste. Prolegomeni per un "romanzo criminale" al testo integrale in greco moderno di Stratis Paschalis con la traduzione italiana a fianco di Mattia De Poli fanno da introduzione i contributi del grecista Davide Susanetti (Omicidi, attentati e affari di famiglia: Il "romanzo criminale" di Oreste), il saggio Oreste, uno di noi del giornalista Alberto Cotrona, particolarmente attento alle testimonianze sul personaggio dei due poeti greci del ‘900 Yannis Ritsos e Ghiorgos Seferis, e il musicista Riccardo Brazzale che con il titolo Musicare il matricidio allarga l'orizzonte di questo tema al panorama musicale.


nr. 35 anno XV del 2 ottobre 2010

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