NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In attesa di “Erodiade” di Giovanni Testori per il Ciclo di Spettacoli Classici all’Olimpico

Dal 14 al 16 ottobre il difficile ed arduo dramma del commediografo milanese che sulla scia delle tragedie dedicate a Salomè ne ha preparata una in cui il protagonista è la madre

di Mario Bagnara
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In attesa di “Erodiade” di Giovanni Testori per il

Se con l'Oreste di Euripide, recitato in greco moderno, la parola non ha avuto la massima esaltazione secondo la migliore tradizione degli Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, penso che essa potrà recuperare il suo ruolo di eccellenza nell'Erodiade di Giovanni Testori la quale, una novità assoluta per il teatro palladiano, andrà in scena il 14, 15 e 16 ottobre: un «difficilissimo e arduo dramma modernissimo», non un «dramma antico». Indubbiamente, se già l'Oreste per il fatto di essere recitato in greco moderno poteva suscitare perplessità, poi, a mio giudizio, fugate, dal successo ottenuto, la scelta di questo testo, raro anche per i teatri normali, appare quasi una sfida ancor più coraggiosa che il nuovo direttore Alessandro Gassman vuole lanciare all'Olimpico: forse in parte motivata e giustificata dai vari interventi che illustri registi e studiosi italiani e germanici hanno fatto durante il convegno del 27 settembre scorso, dedicato ad Heiner Müller il quale, allievo ed erede di Bertolt Brecht, dal coordinatore Franco Quadri è stato definito «magico reinventore dei classici».

Salomè ed Erodiade

Chi ha un po' di esperienza teatrale, sentendo il nome di Erodiade, è indotto ad associarlo immediatamente a quello della più famosa figlia Salomè, immortalata nell'omonima opera composta in lingua francese da Oscar Wilde nel 1893 per Sarah Bernardt (poi tradotta in inglese da Lord Alfred Douglas), molto ricorrente anche nel repertorio di compagnie teatrali amatoriali di casa nostra: la compagnia vicentina "La Zonta" l'ha proposta nell'ultima edizione del Festival Nazionale Maschera d'Oro.

Salomè infatti, personaggio storico ben delineato nei Vangeli di Marco e Matteo e ancora meglio descritto ed esplicitamente nominato nelle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, storico ebreo di lingua greca del primo secolo d.C., è molto ricorrente nella produzione artistica, letteraria, cinematografica e musicale.

Ovviamente associata a lei la figura della madre Erodiade che, dopo aver lasciato il marito Erode Filippo, diviene amante del cognato Erode Antipa, tetrarca di Galilea, e fa in modo di ottenere la testa dello scomodo profeta/predicatore Giovanni Battista, suggerendo alla figlia di chiederla in premio dopo l'affascinante e seducente ballo dei sette veli offerto allo zio. La pruriginosa vicenda trova in Salomé di Oscar Wilde la massima espressione.


Erodiade rivalutata da autori francesi della seconda meta' dell'‘800

Ma anche la figura della madre Erodiade viene riscoperta da autori francesi della seconda metà dell''800, in clima decadente e simbolistico, come immagine di sadica lussuria in un mondo mediorientale fastoso e corrotto: ne sono autorevoli interpreti Stéphane Mallarmé con il poemetto incompiuto Hérodiade del 1871 e Gustav Flaubert con Hérodias, pubblicata nei Tre racconti (Trois Contes) del 1877. In ambito musicale la prima opera significativa è, sempre nello stesso periodo, Hérodiade di Jules-Émile Massenet, rappresentata a Bruxelles nel 1881, originale per radicali modifiche che nella caratterizzazione dei personaggi sono presenti nel libretto scritto da Paul Milliet e Henri Grémont ispirandosi a Flaubert: Salomé infatti diviene discepola di Giovanni Battista e ne è perdutamente innamorata, al punto di suicidarsi sotto gli occhi della madre, quando ne scopre l'avvenuta decapitazione.


Erodiade nella letteratura italiana

Nella letteratura italiana ottocentesca si ricorda, ma solo per dovere storico, non per particolare importanza poetica, anche una Erodiade, tragedia in cinque atti in endecasillabi sciolti, di Silvio Pellico, pubblicata a Torino nel 1832.

A questa singolare principessa giudaica rivolge la sua attenzione appunto Giovanni Testori (Novate Milanese 1923-1993) che Giovanni Salviati nel Diario 2010 degli Spettacoli Classici presenta come «narratore, poeta, drammaturgo, critico d'arte e letterario, pubblicista e pittore». Se ne interessa per la prima volta, dopo il 1965, in una critica d'arte in versi del famoso dipinto di Caravaggio La decollazione del Battista, facente parte di una serie di raccolte poetiche e poemetti destinati ad essere pubblicati solo a partire dal 1996. La sua Erodiade, composta fra il 1967 e il 1968, viene pubblicata da Feltrinelli nel 1969, ma la prima rappresentazione, pur annunciata ripetutamente al Piccolo Teatro di Milano con protagonista Valentina Cortese per la quale era stata composta, ha luogo solo nel 1991 al teatro milanese "Out Off" (protagonista Raffaella Boscolo, regista Antonio Syxty). Nel frattempo però l'autore ne fa una rielaborazione nel 1984, interpretata a Roma da Adriana Innocenti nello stesso anno; una terza versione, molto modificata linguisticamente e con il titolo Erodiàs, esce postuma, ad un anno dalla morte, nel 1994, inclusa nei Tre Lai.

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