Detto così sembra semplice, ma nella realtà ogni Ulss ha il suo cerchio da far quadrare. Quello della 6, ad esempio, per quanto riguarda Noventa, deve considerare il Pronto Soccorso, che è un cantiere aperto da molti mesi, il punto nascite - dal futuro molto incerto, anzi quasi segnato - e una conferenza di sindaci (quelli del Basso Vicentino) che non si sono ancora espressi sulle direttive da suggerire a Venezia. Di positivo, per lo meno, c'è che la nuova struttura noventana, finanziata interamente dal pubblico, non ha conosciuto quella che si sta rivelando la criticità maggiore del meccanismo: il project financing. Finanza di progetto. La forma di finanziamento tramite la quale le pubbliche amministrazioni possono ricorrere a capitali privati per la realizzazione di infrastrutture.
La commissione sanità del Consiglio Regionale Veneto, presieduta da Leonardo Padrin (PdL) proprio ieri ha infatti mostrato luci e ombre delle operazioni di finanza di progetto finora applicate in Veneto, a partire da quelle dell'Ulss 8 di Asolo e dell'Ulss 4 di Thiene e Schio. La prima ha completato tre anni fa l'ospedale di Castelfranco e sta mettendo mano a quello di Montebelluna con l'apporto del capitale dei privati, mentre la seconda conta di aprire, nei primi mesi del 2012, il nuovo polo unico a Santorso. L'esempio portato per individuare le criticità è però quello della nuova struttura di Mestre, vale a dire la più importante operazione di project in sanità mai realizzata in Italia. «Il vero problema - spiega Padrin - sta nella durata del vincolo: 24 anni, un tempo enorme in sanità, sarà impossibile modificare le schede ospedaliere, dislocazione degli ospedali e dei reparti, numero dei posti letto, nelle Ulss che hanno avviato operazioni di project financing. Di fatto, quelle realtà territoriali che hanno realizzato o stanno realizzando un ospedale con la finanza di progetto diventano intoccabili».
Quasi cinque lustri di vincolo sulle rate significa in effetti bloccare la programmazione regionale, senza contare i costi dell'Iva che l'Ulss deve pagare sul canone annuale di ammortamento e di gestione pattuito con il concessionario privato. «Il frequente ricorso alla finanza di progetto per la costruzione di strutture sanitarie e sociali solleva questioni molto attuali e politicamente scottanti - aggiunge l'ex consigliere regionale del PD Claudio Rizzato - sia per i rischi di privatizzazione della sanità sia per il drenaggio di risorse dai bilanci delle Ulss che esso comporta. Con questo sistema le imprese concessionarie ottengono per il capitale investito un canone annuale molto elevato e per un periodo contrattuale generalmente superiore ai vent'anni». Attraverso l'accordo finanziario, inoltre, i privati concessionari hanno l'appalto ultraventennale di tutti i servizi ausiliari (pulizia, parcheggi, ristorazione, raccolta rifiuti, ecc.) e di altri servizi che penetrano all'interno del perimetro delle attività sanitarie. È il caso del project di Castelfranco-Montebelluna, che prevede la manutenzione e la fornitura di apparecchiature elettromedicali.