NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La ciclabile della discordia

di Pietro Rossi

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La ciclabile della discordia

Daniela Benati, della gioielleria Alexander, numero civico 7, non la pensa così: «Sono pochi, 30 minuti. La gente che viene in centro si ferma con l'acqua alla gola. Comunque, sempre meglio di non avere nemmeno un parcheggio come adesso». E gli stessi dubbi sono relativi alla ciclabile: «...passano così poche biciclette, non mi sembra che ci sia così tanto afflusso da giustificarla». Ma è sulla cancellazione dei posti auto l'inciso maggiore: «Da giugno - conclude Daniela Benati - ne abbiamo risentito parecchio. Qui non passa più nessuno da mesi: si vedono solo stranieri, i vicentini sono spariti». Più di un esercente sostiene, ad esempio, che sia stata la lunga chiusura al traffico la causa che ha portato il titolare del bar che si trova al numero 9 a vendere la licenza. Adesso il locale si chiama "Tenkyu" ed è gestito da Hu Suqiong, cittadino cinese. «Non parlo italiano», dice. Ma i parcheggi? «Senza parcheggi, pochi clienti». Un problema che non ha il megastore Cavinato e la vicina ferramenta. Loro i parcheggi li hanno all'interno della corte. E non è più un problema né per il negozio al numero 19 (qualche centinaio di metri quadrati e sulla vetrina un cartello con scritto: «Affittassi con posto auto») e nemmeno per la banca e la pizzeria che si trovano subito dopo. Anche loro "parcheggio riservato ai clienti".

A riassumere lo scontento di chi vede come fumo negli occhi la nuova soluzione per la viabilità a San Felice ci pensa invece Stefania Visentin, titolare del negozio di elettrodomestici Imago. «Sono cinque mesi che soffriamo con un sistema di questo genere - si sfoga la commerciante - e sono in molti a trovarsi in difficoltà per la riduzione dei clienti dopo la chiusura della strada per lavori». Un "j'accuse" incontenibile, sia per quanto riguarda la pista ciclabile che «non va ad agganciarsi da nessuna parte e nessuno ha voluto mostrarci il progetto complessivo. E poi Cicero non vuole nemmeno considerare che qui dalle corti con parcheggio privato le macchine escono come schegge e rischiano di prendere sotto le biciclette. Mi viene il dubbio che lui non sia mai stato a San Felice», un j'accuse che continua relativamente a quei parcheggi che durano solo mezz'ora e «non servono a niente e non bastano per i clienti che deve scegliere nei negozi, e poi come fanno a parcheggiare vicino a dove passano gli autobus? Rischiano o di essere travolti o di essere decapitati dallo specchietto dei numerosi mezzi che passano, che non sono solo Aim, ma anche Ftv e bus turistici». Ma per la Visentin il problema principale è di natura politica: «Se continua così sto pensando seriamente di chiudere perché ormai si lotta per sopravvivere, non per vivere - conclude - i politici ci trattano bene quando dobbiamo pagare, e invece quando devono fare iniziative non siamo più "botteghe del centro"».

Ancora meno centro è infine la seconda parte della strada interessata dal "piano Cicero". Da piazzale Giusti alla rotatoria di Viale Milano le botteghe raddoppiano. Alimentari, calzature, mercerie, una edicola di giornali...una trentina di negozi sistemati da entrambi i lati. I parcheggi qui, non sono ancora spariti, ma fare una sosta è un'impresa. Viale Milano, infatti, non perdona. L'imbuto non lascia vie di fuga. E trovare la fila di auto lungo tutta la via, nel corso della giornata, non è certo una rarità. Per non parlare degli autobus: 300 passaggi al giorno, che diventano 700 a Piazzale Giusti. Un traffico così intenso che il marciapiede è praticamente livellato con la carreggiata.

«In questo contesto il nuovo intervento è peggiorativo», chiosa Giampaolo Fortuna, titolare dell'omonimo negozio di calzature. «Con i parcheggi dall'altro lato e la pista ciclabile ci saranno solo più rallentamenti e più pericoli per i pedoni». «Qui tutti la pensiamo così, anche se non vogliamo scendere in polemiche - conclude Angelo Colombara, titolare della gastronomia al numero 88 e portavoce dei commercianti - ma è indubbio che questo progetto è stato pensato senza tante considerazioni sullo stato delle cose». Un progetto alternativo, proposto dai commercianti, in realtà ci sarebbe e prevede il passaggio della pista ciclabile da Via Napoli a Battaglione Monte Berico fino a Via Verdi. In questo modo tutta la parte "critica" di San Felice verrebbe bypassata.

Il piano Cicero, però, parla un altro linguaggio. Ed è da tre anni che riposava nel cassetto. Naufragato ai tempi di Hüllweck adesso sta per essere applicato così com'è. A meno che la voce di quei commercianti che Variati ha già annunciato di ascoltare attentamente non sia presa in considerazione. Allora, per forza di cose, visto che il sondaggio mostra la maggioranza con il pollice verso, l'idea dell'ex assessore dovrebbe subire qualche ritocco. E l'esordio non sarebbe più lo stesso.

nr. 37 anno XV del 16 ottobre 2010



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