NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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“Harynos. Manuale del guerriero”, l’ultima opera del giovane scrittore Demetrio Cristiano Priolo

Un libro fantastico un po’ sulle tracce di Harry Potter, che è stato presentato con successo alla libreria Edison di Vicenza dall’autore, il quale sta già lavorando al secondo appuntamento di una trilogia che completa il racconto

di Laura Campagnolo

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“Harynos. Manuale del guerriero”, l’ultima opera d

Will è l'unico figlio, viziato e dispettoso, di una famiglia benestante italoamericana che vive a Vicenza. Non ha molti amici, e passa i pomeriggi in camera, chiuso nel suo mondo di bambino. Una sera, prima di mettersi a letto, trova sul comodino un cioccolatino e lo mangia, senza sapere che questo gesto gli spalancherà le porte di Harynos. Questa la trama del primo libro fantastico, presentato con successo alla libreria Edison di Vicenza, da Demetrio Cristiano Priolo, nome altisonante scelto ad arte dal giovane autore vicentino, che annuncia: «Sto già lavorando al secondo volume della mia trilogia».

Qual è il significato del titolo Harynos. Manuale del guerriero?

«Harynos è una parola scritta a caso sulla tastiera. L'ho trovata fin da subito particolarmente evocativa e l'ho scelta come titolo. Volevo semplicemente dare un nome al mondo in cui è ambientato il romanzo. Questo nome sta ad indicare un mondo dei sogni creato da me. Il Manuale del guerriero, invece, è relativo al senso del libro inteso come prima parte di una trilogia. Come la recluta si addestra alla guerra per diventare guerriero, così l'infanzia è una fase di allenamento per quella che sarà l'età adulta. Il Manuale del guerriero è un percorso per diventare guerriero, e quindi adulto. Nel passaggio dal primo al secondo romanzo e fino al terzo, Will, il bambino protagonista, sarà portato a crescere attraverso l'esperienza del sogno».

Si sente un po' sulle tracce di Harry Potter?

«Un po', se così si può dire: ogni libro della trilogia rappresenta un anno, come nella saga del famoso maghetto, anche se nel mio caso l'anno è inteso come solare e non scolastico».

A quale pubblico si rivolge il libro?

«Ho scritto un romanzo per figli, e di conseguenza anche per genitori. È ovvio che scrivendo di draghi, robot e magie, l'interesse maggiore viene suscitato nei ragazzi di una fascia d'età che va dalle elementari alle medie. Il mio più giovane lettore ha 10 anni, ed era presente alla serata di presentazione del libro. È stata una grandissima soddisfazione! D'altronde anche il protagonista del libro, Will, è un ragazzino di 12 anni».

Com'è nato questo suo lavoro d'autore?

 «Il percorso di nascita di questo libro è stato particolare: non mi sono affidato ad una casa editrice per la pubblicazione. Ho avuto la fortuna di incontrate Agostino Manea, un mio compagno di classe al liceo che ha disegnato per me la copertina del libro assieme a Stefania Guarnati. Dopo aver letto qualche bozza del romanzo, Agostino mi ha suggerito di rivolgermi ad un sito editoriale che non chiede spese per la pubblicazione: basta cioè inviare il file già impaginato all'editore su internet. L'unico svantaggio è che poi ho dovuto darmi un bel po' da fare perché il libro arrivasse sugli scaffali delle librerie».

Se si considera questo romanzo una storia per bambini, le illustrazioni interne sono poche...

«Sì, effettivamente mancano. Il libro ne è privo perché ovviamente, aggiungendo le illustrazioni, il costo della pubblicazione aumenterebbe. Molte illustrazioni si possono vedere sul sito www.harynos.it, la maggior parte sono volutamente in bianco e nero. Questa scelta deriva dalla divisione dei personaggi in bianchi e neri, partizione che nel romanzo si individua nettamente. Gli alleati sono bianchi, fatti di nebbia e di luce, e rappresentano il bene in contrapposizione al male. Le creature nere sono le cattive per antonomasia. Compaiono anche delle piccole ombre, dei vermetti: questi "lombrini" sono neutri, scrivono sui muri per prendere in giro gli altri, insinuano dei dubbi. Attraverso questa divisione volevo far passare un messaggio simbolico: nella vita non esistono solo il bianco o il nero, ma anche il grigio».

Il sogno indica il primo volume della trilogia. A cosa saranno ispirati i prossimi volumi?

«Il secondo si chiamerà Il grande incubo e nel terzo ci sarà sicuramente la parola "nebbia". Ogni titolo è allegoria di un colore: bianco, nero o grigio, come i colori delle creature di Harynos e come la nostra vita di tutti i giorni».

Il libro può essere considerato in parte autobiografico?

«Molti personaggi hanno alcuni lati del mio carattere, quasi tutti a dir la verità. Will è un po' viziato, e anch'io credo di esserlo stato. In altri personaggi invece ritrovo l'ignavia, la pigrizia e la strafottenza che sono talvolta anche le mie. Will è sostanzialmente un individualista per carattere».

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