NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

“Harynos. Manuale del guerriero”, l’ultima opera del giovane scrittore Demetrio Cristiano Priolo

di Laura Campagnolo

facebookStampa la pagina invia la pagina

“Harynos. Manuale del guerriero”, l’ultima opera d

Quindi ci sono anche i suoi sogni?

«Sì, anche se ho dovuto limare alcuni aspetti per rendere il libro più commerciale, più appetibile. All'interno del romanzo, ogni bambino ha un proprio personaggio onirico, una creatura magica al suo servizio, che altro non è che il giocattolo preferito. Nel mondo dei sogni tutto è possibile, si fa quel che si vuole. Il compagno di Will è un robot alto sei metri a cui egli fa i dispetti come nella realtà e forse anche di più perché nel mondo fantastico, nessuno lo sgrida, tutte le dinamiche sono stravolte».

È possibile individuare una morale all'interno del racconto?

«Le letture che si possono dedurre sono molteplici, anche se molto velate. La prima individua gli uomini come bambini, come dei Peter Pan invecchiati. Ad Harynos, appunto, ogni bambino ha un compagno onirico che rappresenta i sogni, mentre le creature oscure sono le proprie le paure. Così avviene anche nella vita normale: si passa dalla macchina, allo shopping, puntando sempre sull'avere; per Will il possedere si concentra sul giocattolo. Un altro significato, opposto, è quello del rapporto generazionale tra genitori e figli: lo scopo dei bambini è crescere e diventare adulti, lo scopo dei genitori è quello di far crescere figli, anche se spesso accadono degli incidenti di percorso. Si può leggere, insomma, una critica alla formazione impartita a Will, a una educazione che è impositiva anziché propositiva e trasferisce sul figlio tutti i complessi dei genitori. Per imparare a fare una cosa, invece, si deve provare a farla, magari sbagliando all'inizio, come un arciere che inizia mancando il bersaglio fino a che il lancio non gli riesce perfetto. Il tema principale del primo libro, infatti, è "volere è potere"».

Quale spazio è riservato al paesaggio vicentino all'interno del romanzo?

«La famiglia di Will è benestante, la loro casa si trova a Monte Berico, "immersa nel verde, in un bel quartiere residenziale pieno di splendide ville", come si legge all'inizio. Per il resto non ci sono riferimenti a Vicenza, poiché Harynos è un mondo fantastico, un pianeta della stessa grandezza dell'Italia, dove ci sono tutte foreste e un palazzo in cui vivono i bambini. Su questo pianeta è sempre giorno e il sole sta in equilibrio fissato ad un'asta. All'inizio del libro c'è un cratere chiuso da un reticolo a forma di cupola dove si trovano nebbia e fumo scuro, nero: lì abitano le ombre represse, sono le nostre paure che cerchiamo di tenere confinate in un punto lontano della nostra mente».

Il protagonista bambino quale percorso di crescita intraprende dopo il sogno?

«Nel primo volume, il protagonista non ottiene esperienze particolarmente utili per la realtà. Per entrare in Harynos, Will mangia un cioccolatino che gli ha lasciato sul comodino il bimbo che se n'è andato da Harynos prima di lui, come se si trattasse del passaggio di un testimone. Dal momento in cui Will trova il cioccolatino e fino al compimento del 14º anno, età che anche l'ordinamento giuridico italiano definisce "responsabile", ogni notte va ad Harynos per dieci ore, anche se il tempo corrispondente nella realtà è molto meno poiché il senso è distorto».

Quali guai capitano a Will?

«Gli capita di scontrarsi con gli altri. Ad Harynos c'è una società di bambini governata da due capi, un maschio e una femmina, eletti ogni volta che un componente se ne va e la pacifica convivenza non è facile».

Demetrio autore di cosa si nutre come ispirazione?

«Di letteratura fantasy soprattutto, ma anche di psicanalisi e filosofia. Lo schema base è improntato sul modello dello psicanalista e storico delle religioni Joseph Campbell, il cosiddetto modello classico dell'eroe avventuroso ripreso anche in Matrix. Dal punto filosofico, invece, l'ispirazione maggiore è derivata dalla lettura di Kant. Dal punto di vista stilistico, sono stato influenzato fin da piccolo dai cartoni animati, soprattutto quelli giapponesi, dai fumetti e dai giochi di ruolo, come ad esempio accade né Il Signore degli anelli. Un altro bellissimo libro che mi ha influenzato è Dune di Herbert, allegoria delle manipolazioni del mercato che è il mondo in cui vive l'uomo dove tutto è quantificabile, ed è in realtà anche un prodotto della nostra paura».

 

Illustrazioni a cura di Stefania Guarnati 

 

nr. 39 anno XV del 30 ottobre 2010

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar