NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Perché Vicenza ha ormai dimenticato il suo grande editore Neri Pozza?

di Giuseppe Brugnoli

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Perché Vicenza ha ormai dimenticato il suo grande

Ma ci sarebbero anche i suoi libri, quelli scritti da lui e quelli che egli ha pubblicato, e che formano un compendio non indifferente.

«Sì, ma i suoi libri non ci sono più, se non in qualche libreria antiquaria. Per quanto riguarda i libri di altri da lui pubblicati, ci sono dei veri pezzi unici, sull'arte e sulla cultura veneta principalmente. Ma di Neri Pozza vorrei anche ricordare il senso etico che lo guidava nella sua attività: per esempio fu l'unico vicentino, che io sappia, il quale, richiesto di diventare vicepresidente della Cassa di Risparmio, rinunciò al prestigioso e remunerativo incarico, perché la sua coscienza non gli avrebbe permesso di fare l'editore di volumi prestigiosi pubblicati con l'aiuto di banche o fondazioni finanziarie. I libri che egli ha scritto, di narrativa o i saggi d'arte, sono da tempo fuori commercio, e non si trovano più. Nessun editore pare abbia interesse a ristamparli, ed è esaurita anche una raccolta delle sue poesie che io pubblicai nel 1989, un anno dopo la sua morte, per la cura di Fernando Bandini. Da parte mia ora avrei intenzione di riprendere il suo Tiziano, che è una storia romanzata sulla vita e le opere del grande pittore. Sono in possesso di una copia della prima edizione del romanzo in cui Pozza aveva annotato ampie glosse, correzioni e integrazioni che lo rinnovano in gran parte, per cui la pubblicazione assumerebbe quasi l'aspetto di un' "opera prima" postuma. Ho preso contatto con il prof. Lionello Puppi per una prefazione che aggiungerebbe prestigio e valore all'opera, ma è un lavoro un po' impegnativo, per un editore che non ha alle spalle enti finanziatori».

Non si può pensare a qualche altra iniziativa, per ricordare Neri Pozza, magari in occasione degli ormai prossimi 25 anni dalla morte?

«È una domanda che dovrebbe rivolgere soprattutto alla Casa editrice "Neri Pozza", che produce un'ottantina di lucrose edizioni all'anno e mi risulta avere un bilancio particolarmente florido. Ma oltre ad iniziative editoriali, si può pensare a molto altro, con un personaggio come Neri Pozza, per il quale non c'è che l'imbarazzo della scelta. Sarebbe una bella cosa, ad esempio, se gli fosse intitolato il teatro cittadino, per il quale egli ha speso moltissimo impegno e numerosi interventi (a raccoglierli tutti se ne potrebbe fare un libro di oltre cento pagine), documentati anche dal volume di Di Lorenzo sul teatro a Vicenza L'altalena dei sogni. Oppure che gli fosse intitolata l'ala di Palazzo Chiericati che sarà destinata ad accogliere le opere di arte moderna e contemporanea attualmente di proprietà del Museo Civico. I lavori sono in corso, e so dalla dott. Avagnina che due intere sale saranno riservate alla Collezione Lea Quaretti-Neri Pozza lasciata in legato alla città di Vicenza, ottemperando in ciò a uno degli obblighi imposti da Neri Pozza all'Amministrazione civica. Ha scritto infatti nel suo testamento: «La raccolta di dipinti deve essere ordinata e collocata in visione per il pubblico, al nuovo Museo d'Arte Moderna di Vicenza entro un anno dalla mia morte... Caso contrario i miei collaboratori li ritireranno». Io, chiamato in causa direttamente, non ne ho mai chiesto il ritiro, nella speranza - che ora sembra avverarsi - che prima o poi giungessero amministratori intelligenti e amanti della nostra città capaci di realizzare le volontà di Neri Pozza. Spero che l'ala di Palazzo Chiericati destinata all'arte moderna e contemporanea, e in cui troveranno posto oltre al legato Quaretti-Pozza anche tutte le sculture modellate da Neri Pozza, sia solo la prima tappa del costituendo museo per il quale tanto si spese in vita e da lui auspicato nelle sue ultime volontà, e credo che quando questo sarà istituito come organismo autonomo, non potrà non essere dedicato proprio a Neri Pozza.

Ma non era giunta voce che la Collezione fosse piena di falsi?

«Su 120 quadri donati da Neri Pozza - una piccola parte collezionata da lui, la maggior parte da sua moglie Lea Quaretti e da lui ereditati alla morte della signora - le attribuzioni apocrife o dubbie (in alcuni casi indicate dallo stesso donatore e dagli esperti), sono soltanto 15, una percentuale bassa rispetto alla media di opere dubbie o false presenti in qualsiasi collezione di arte contemporanea, mentre tutto il resto forma un notevole patrimonio che potrebbe costituire il nucleo della nuova pinacoteca, l'istituzione della quale sarebbe forse il modo migliore per ricordare un grande e benemerito cittadino che ha amato Vicenza fino a dopo la sua morte. Ma ci sarebbe anche un'altra iniziativa che io ritengo importante per la salvaguardia dell'opera e della memoria di Neri Pozza: quella di assicurare alla città di Vicenza e al Museo Civico - che già possiede tutte le sculture di Neri Pozza e il maggior numero delle sue incisioni - il corpus dei suoi disegni. Si tratta di molte molte decine di paesaggi tratteggiati a inchiostro relativi, per la maggior parte, ai Colli berici che sarebbe un grave danno andassero dispersi. Mi auguro che un'istituzione come la Banca Popolare di Vicenza, da anni impegnata a restituire alla città opere d'arte nate in essa o prodotte per essa, possa impegnarsi anche in questa "restituzione", che sarebbe, al contempo, valorizzazione dell'opera di un cittadino illustre e del carattere unico del paesaggio vicentino».

 

nr. 42 anno XV del 20 novembre 2010

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