NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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I misteri degli omicidi non scoperti nel nuovo libro di Ario Gervasutti

Ne “Le verità sfiorate” il direttore de Il Giornale di Vicenza, racconta le storie dei delitti senza colpevoli di cui si interessò nella sua lunga esperienza di giornalista cronista e inviato speciale

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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I misteri degli omicidi non scoperti nel nuovo lib

Ario Gervasutti, attuale direttore del Giornale di Vicenza, dalla fine degli anni Ottanta ha lavorato per dodici anni al "Giornale" come cronista, caposervizio agli Esteri, responsabile degli Interni e caporedattore all'Ufficio centrale. Negli ultimi dieci è stato inviato speciale del "Gazzettino" e in tale veste ha seguito anche i principali avvenimenti politici, di cronaca e di costume che hanno segnato il Nordest. Il suo primo libro, che condensa i tanti anni di lavoro sulla cronaca nera veneta, è "Le verità sforiate" (misteri veneti, omicidi senza colpevoli) (Mursia), in cui, come scrive l'autore nell'introduzione, «è difficile che la cronaca si trasformi in storia. La cronaca ha tempi stretti, è un caffè veloce che si gusta al bancone di un bar: pochi minuti e via, si passa ad altro. Non ci fermiamo a pensare che sui fogli di giornale restino impresse le vite della gente, resta la traccia di ciò che siamo. O ciò che siamo stati. I giornali del giorno prima finiscono nel cestino della carta straccia, o vengono usati per pulire i vetri: l'archivio è solo per gli addetti ai lavori». Così accade che vicende per le quali ci si è appassionati, storie che per giorni hanno attirato l'attenzione o la curiosità di migliaia di persone scompaiano di punto in bianco dalla scena e resti senza risposta una domanda semplice semplice: «Com'è andata a finire?». «Spesso è andata a finire male - continua Gervasutti - La cronaca nera non si affronta con il sorriso sulle labbra: sono sempre, comunque le si guardino, "cattive notizie"».

 

La fiamma della giustizia

Un omicidio significa che c'è un morto e c'è un assassino; che le loro vite e quelle di parenti e amici della vittima e del carnefice sono rovinate per sempre. Eppure anche nel buio di queste tragedie c'è sempre una piccola fiamma, dapprima lontana e a volte molto, molto vicina: la Giustizia. È lei che può trasformare la cronaca in storia, e darle un finale meno amaro. La Giustizia è sinonimo di verità, e la verità non sempre si raggiunge: a volte si sfiora. Le dieci vicende raccontate in questo libro non hanno raggiunto la verità: la Giustizia si è arresa prima. C'è un dato che accomuna tutte le dieci storie: la verità è lì, a portata di mano. Gli uomini e le donne che l'hanno cercata la possono vedere, quasi sfiorare. Sono persone che impiegano anni della loro vita a mettere insieme i pezzi di un mosaico: in molti casi il loro impegno è frustrato dal limite delle leggi, hanno la consapevolezza di aver visto la verità senza poterla toccare. Hanno fatto il possibile, sanno chi è l'assassino, ma manca l'ultimo pezzo del mosaico, quello che consentirebbe a un giudice di emettere una sentenza di condanna.

 

Un libro per i giornalisti

«E allora la cronaca si ferma, non diventa storia, non racconta il finale. Ma non per questo è inutile. È grazie alla cronaca, infatti, se la vita di una persona che ha incrociato un assassino non si ferma solo al ricordo di chi le ha voluto bene. Grazie alla cronaca è possibile non dimenticare, è possibile farsi un'idea di ciò che è accaduto. È possibile rivolgere un pensiero di rispetto verso chi è morto per mano di un omicida. Ma il rispetto va anche nei confronti di chi spende la propria vita per tentare di rendere giustizia e di chi è testimone e osservatore di questi fatti, e li racconta con onestà. Perciò questo libro è dedicato a magistrati, carabinieri, poliziotti, investigatori che in Veneto, come in molte altre regioni d'Italia, non si fermano al primo ostacolo. E ai giornalisti, in particolare a quelli del "Il Gazzettino" ai quali va il mio ringraziamento: l'archivio è la prova della loro correttezza, disponibilità, tenacia. Con la speranza che la verità si faccia sempre raggiungere».

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