Un libro che racconta un episodio drammatico e controverso della seconda guerra mondiale. Una teoria che ha fatto e fa ancora discutere storici e ricercatori vicentini. È "3000 piedi sopra il cielo" del valdagnese Riccardo Furiassi, insegnante in un liceo di Schio, e racconta una vicenda non ancora ben chiarita a distanza di 65 anni.
Il 20 aprile del 1945, a pochi giorni dalla fine del conflitto, un imponente bombardamento colpì le fonti centrali di Recoaro, sede del quartier generale tedesco in Italia. Le bombe, sganciate da aerei americani, danneggiarono il bersaglio delle truppe tedesche che si avviavano ormai alla resa finale. Ma l'attenzione dell'autore non si è concentrata tanto sul bombardamento, bensì su alcuni aspetti tecnici. Secondo Furiassi infatti, l'azione non sarebbe stata condotta da bombardieri medi B-25, come sempre sostenuto in precedenza da altri, bensì da velivoli P-38, i famosi caccia bimotore a due code, armati con coppie di ordigni incatenati tra loro. Furiassi sostiene anche che a guidare la formazione sull'obiettivo sarebbe stato il pilota recoarese Rino Ciprian, che prese parte alla missione segreta.
Dopo l'uscita e la presentazione a Recoaro e Valdagno del testo di Furiassi, gli autori di altri libri sull'episodio, l'ultimo dei quali pubblicato pochi mesi fa col titolo "Bombs Away" (Menin edizioni Schio), hanno criticato il testo del professore. Gli storici locali Dal Lago, Trivelli, Versolato, Valente e Rasia hanno contestato soprattutto la mancanza di documenti credibili proposti da Furiassi, confermando invece la veridicità del carteggio americano desegretato nel 1959. In particolare, questi autori hanno ritenuto inattendibili una serie di elementi che Furiassi ha ampiamente sviluppato e circoscritto nel suo libro, a cominciare dalle decine di testimoni oculari recoaresi del bombardamento, o dalle tredici persone presenti sul piazzale delle Fonti. Altre discordanze sollevate riguardavano il piano di volo proposto, la quota altimetrica di sgancio, il numero delle bombe, la tipologia del rilascio e dell'aereo bombardiere.
Furiassi, lei invece continua a sostenere che l'azione su Recoaro fu resa segreta dagli alleati e che il documento presentato nel 1959 è falso. Perché?
«Il documento riguarda il bombardamento che avrebbe dovuto svolgersi su Recoaro, cioè a tappeto, e non quello che avvenne effettivamente quel 20 aprile. Il secondo fattore di questo acceso dibattito è la presenza fisica sugli aerei del capitano dell'Aeronautica Ciprian, morto nel 1980. Gli storici locali lo escludono nel modo più assoluto, in quanto gli americani non lo segnalarono negli equipaggi. Io invece riporto l'importante testimonianza del figlio di Ciprian, Giovanni, scomparso l'anno scorso e Generale dell'Aeronautica, che sosteneva che il padre, pur mantenendo il segreto militare, glielo fece capire chiaramente. A rivelare a Giovanni questa verità fu un suo ufficiale istruttore di corso, Franco Benato, pilota come il padre. Inoltre, a confermarlo furono alcuni testimoni oculari sulla verticale dello sgancio, diversi partigiani recoaresi attivi durante la guerra di liberazione e lo scrittore vivente e uomo di cultura recoarese Salvatore Fazia. Quest'ultimo mi ha confermato che Ciprian, quando era Sindaco di Recoaro, gli confidò in almeno due occasioni la sua presenza su uno degli aerei. Ciprian, alla fine della guerra, fu nominato rappresentante del Governo Italiano a Vicenza. Senza appartenere a nessun partito politico fu eletto Sindaco di Recoaro dal '59 al '65 e poi nominato presidente delle Fonti recoaresi. Infine fu promosso Generale facente parte della NATO e nominato negli anni '70 Grande Ufficiale all'Ordine del Merito della Repubblica. Il figlio Giovanni, specializzato in missili terra aria, ex membro dei servizi segreti civili e militari italiani, dichiarò alla stampa vicentina che il documento pubblicato dagli americani era pura fantascienza militare. Inoltre, Ciprian fu visto ai primi di aprile '45 al comando bombardieri di Foggia, mentre partecipava alla riunione alleata su come bombardare Recoaro. Il testimone oculare è vivente e abita a Cornedo Vicentino. Per questa collaborazione gli fu regalata una delle tute da pilota usata nel bombardamento...».