NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il difficile rapporto con la madre in “a nudo” di Diego Dalla Palma

Il visagista e truccatore più famoso d’Italia definito dal New York Times “il profeta del make up made in Italy”, ha presentato a Bassano il suo ultimo lavoro in forma di romanzo con postfazione di Gian Antonio Stella

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Il difficile rapporto con la madre in “a nudo” di

Il vicentino Diego Dalla Palma (da non confondere con lo scrittore bassanese Mario Dalla Palma, autore di molti romanzi, come "Il cervo d'oro", "Un caso di solitudine", "Il gioco degli addii", "Volti della memoria" ed altri libri), nato ad Enego, sull'Altopiano dei Sette Comuni nel 1950, il visagista e il truccatore più famoso d'Italia, consulente delle maggiori aziende cosmetiche, consigliere personale di maquillage e di immagine di tante dive, definito dal New York Times "il profeta del make up made in Italy", autore di molti libri sul trucco, creatore di una propria linea di cosmetici che gli ha permesso di farsi conoscere in tutto il mondo, dopo il successo del suo libro "Accarezzami, madre" (Sperling & Kupfer) è venuto a Bassano, dove a Palazzo Roberti, strapieno soprattutto di donne, in gran parte estetiste, ha presentato il suo ultimo libro "A nudo" (Sperling & Kupfer), con postfazione di Gian Antonio Stella. A Bassano lo scrittore, con la consueta sprezzatura spavalda e istrionesca, alternando il dialetto all'italiano, ha parlato del suo difficile rapporto con la madre, con il suo paese e con la morte. Nel primo libro l'autore aveva condotto un percorso a ritroso nel tempo, rievocando la figura della madre Agnese e il suo legame con lei, un misto d'amore, ma anche di contrasti e conflitti, spesso scaturiti dalle carezze che lei gli ha più volte negato. Negli anni, tuttavia, Dalla Palma ne ha rivalutato gli insegnamenti e la lezione di vita, comprendendo che una mamma può amarti moltissimo anche senza accarezzarti. E soprattutto ha appreso da lei a cogliere, anche dalle esperienze più dure e difficili, la capacità di guardare avanti e costruire quella bellezza interiore che ci permette di voler bene agli altri cominciando a voler più bene a se stessi. All'inizio della presentazione del suo ultimo libro "A nudo" una donna gli ha chiesto perché non si è mai sposato e se soffre di solitudine. «Non mi sento solo - gli ha risposto lo scrittore - anzi amo la solitudine e questo libro lo dimostra molto chiaramente».

 

Addio a Enego

Dalla Palma ha ricordato i rapporti tormentati con il suo paese d'origine Enego e vedendo in sala Alessandro Zaltron del Giornale di Vicenza, ha ricordato la sua intervista concessagli qualche tempo fa, in cui diceva che voleva andarsene da Enego, un paese che l'ha deluso, pieno di gente pettegola e rancorosa, arida e invidiosa, gretta che gioisce sputando sentenze sulla sua vita per dare un senso di fallimento alla propria. A Enego Diego ha sofferto molto per i suoi genitori, persone straordinarie e di vedute apertissime, crudelmente oggetto di battutacce e cattiverie da parte di alcuni compaesani. Un giorno sua madre fu aggredita da una donna che le ha detto, in dialetto. «Ho sentito che tuo figlio è un pervertito» e sua madre le rispose: «A me invece hanno detto che tuo figlio è un mona e un imbriagòn. E sinceramente preferisco il mio pervertito che il tuo mona e imbriagon». Addio alla patria dunque e a Vicenza, perché Diego ha un appartamento a Barcellona, città internazionale e di splendidi paesaggi, dove passa sei mesi all'anno. Ama inoltre Istanbul, che possiede la magia della cerniera fra Oriente e Occidente, Atene, legata al ricordo di suo padre che in Grecia ha fatto la guerra, e Lisbona, pervasa di fatalismo e di malinconia romantica.

Lo scrittore ha ricordato una frase di suo padre: «Se hai un ideale forte, vai avanti coraggiosamente fino alla morte, però di fronte all'ignoranza della gente, scappa. La vita è troppo corta per perder tempo frequentando gli ignoranti». Una donna gli ha chiesto: «Cosa intende per ignorante?». E Diego ha risposto. «Colui che non si misura con la dimensione umana del vivere. Ignoranza non vuol dire mancanza di cultura. Mia madre era una donna incolta, ma molto lungimirante, mentre mio padre era molto più intelligente di mia madre, anche se non sapeva né leggere né scrivere».

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