NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Noi, l'albero e il parco che non c'è

di Pietro Rossi

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Noi, l'albero e il parco che non c'è

Asproso e "Un futuro per Vicenza: un parco per la pace"

Ciro Asproso ha fortemente criticato l'intervento del Comune sul pioppo nero. Ma non ne fa una questione di principio, piuttosto lo porta come esempio al contrario di quello che si discuterà al convegno di progettazione partecipata organizzato per sabato prossimo ai chiostri di Santa Corona dalla Cgil provinciale e dal Coordinamento dei Comitati. In quel contesto si parlerà del (forse) futuro parco e della sua destinazione.

Asproso, a suo tempo la proposta di Ubaldo Alifuoco è stata duramente contestata dai comitati. Lei cosa ne pensa?

«Ben venga anche la proposta di Alifuoco, perché c'è solo un metodo per far vivere i cittadini: l'urbanistica partecipata. In questo senso, nessuna idea è da scartare. E questo è anche il senso del convegno di sabato prossimo, organizzato da Cgil e comitati. Lì ci sarà un confronto tra cittadini su come costruire un progetto di parco condiviso, anche se parliamo per ipotesi, perché non c'è ancora nessuna sicurezza che il parco sarà del Comune. In ogni caso, l'importante è che tutto non venga deciso a priori dal Palazzo».

Come con il pioppo?

«Certo, se il metodo di decisione è quello dell'albero, ci saranno solo scontri, politici, naturalmente. Come ho già detto, hanno capito tutti che il sindaco Variati non ha innovato la vita politica vicentina e non si spende certo per l'ambiente».

Tutto per un albero abbattuto?

«L'amarezza viene nel pensare al metodo usato, l'uso di una autorità eccessiva che ha sfiorato il ridicolo. Anzi il tragicomico. Un blitz improvviso che si è trasformato in una sceneggiata e un epilogo che ha messo a nudo il re, mostrandone l'incompetenza: vetrate distrutte, l'albero abbattuto sulla recinzione dell'Istituto Rossi e sul provveditorato. Una farsa, non fosse altro che alla fine ad essere penalizzata è la democrazia».

In che senso?

«Nel senso che quei tanto decantati partecipazione e confronto con i cittadini sono rimasti sulla carta».

Ma alla fine si è scoperto che la pianta era malata.

«Ripeto, a disgustare è stato il metodo. Si poteva fare in mille altri modi e, soprattutto, si potevano ascoltare i cittadini. E poi è anche una questione di priorità. Abbiamo mostrato i dati della Polizia Municipale anche a Variati. In quell'incrocio, prima della rotatoria non c'è stato nemmeno un incidente, dopo che è stata fatta gli incidenti si sono verificati ogni anno. E non credo che una rotatoria più grande faccia la differenza. Fatto sta che adesso c'è un albero in meno».

 

nr. 46 anno XV del 18 dicembre 2010

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