NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lo scultore Nereo Quagliato dona statue alla città ed alle istituzioni culturali

Con la Banca Popolare di Vicenza in attuazione del progetto “Capolavori che ritornano”, una collezione delle sue opere sarà ospitata in uno degli spazi di Palazzo Thiene

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Lo scultore Nereo Quagliato dona statue alla città

 

La recente notizia della donazione da parte di Nereo Quagliato di 14 sculture e di 16 formelle in terracotta che, rappresentative di una produzione compresa tra il 1976 e il 2005, l'autore conservava come collezione privata, non è passata inosservata. Privilegiata destinataria la Banca Popolare di Vicenza che, in attuazione del progetto "Capolavori che ritornano", anzi in questo caso prevenendo il pericolo della dispersione di opere significative di un artista vicentino vivente, è stata pronta, grazie alla sensibilità artistica e alla efficienza decisionale del suo Presidente Gianni Zonin, a cogliere la segnalazione e a destinare uno degli spazi più prestigiosi di Palazzo Thiene, incrementandone così il patrimonio artistico che, con le eccezionali collezioni di pittura, scultura, ceramica e numismatica, è ormai divenuto un impareggiabile museo privato, sempre più disponibile alle visite dei vicentini e dei turisti italiani e stranieri. Indubbiamente per Quagliato non è un onore trascurabile il poter vedere le sue "creature", tra cui le terrecotte "Ragazzo berbero" del 1984 e il bozzetto "Ritratto di Neri Pozza" del 2005 insieme con il "Pastore errante" in legno del 1992, arricchire la struttura palladiana del palazzo insieme con quelle di Arturo Martini e del Marinali.

Non è la prima volta che la Banca vicentina rivolge la sua attenzione allo scultore vicentino per eccellenza: già prima della fine degli anni '90 furono acquisiti l'elegante ballerina che accoglie i visitatori all'ingresso di Via Battaglione Framarin e i disegni realizzati per l'edizione de Il chierico provvisorio di Virgilio Scapin. Ma ricordo che anche per la mostra dedicatagli dal Comune di Vicenza nel 2000 nella Galleria degli Zavatteri della Basilica, come inizio di un ciclo che avrebbe poi onorato altri artisti vicentini (tra i viventi Otello De Maria e Franco Meneguzzo), è stato determinante il suo contributo.

Ma forse anche in ricordo di questo riconoscimento pubblico ricevuto, la recente donazione di Quagliato ha suscitato qualche interrogativo. Perché non ha pensato a una donazione al Comune nel quale è nato e nel quale, nonostante le esperienze di Salisburgo alla "Kokoschka school", di Milano, di Monaco di Baviera, degli USA, del Giappone, dell'India e soprattutto dell'Africa, ha continuato e continua a vivere e ad operare? E qui viene spontanea una considerazione che, date le mie esperienze amministrative, ho ribadito più volte: gli artisti, pensando al futuro delle loro opere, sono per loro natura generosi anche verso gli enti pubblici, a condizione però che le loro donazioni ne possano perpetuare il ricordo con una esposizione permanente.


Vicenza, priva di un museo di arte contemporanea, penalizzata nelle donazioni

E a questo proposito il Comune di Vicenza ha già perduto alcune occasioni interessanti, perché non è ancora riuscito a creare il Museo di Arte Contemporanea ed è ancora gravemente inadempiente, perché non è mai stato in grado di rispettare le condizioni poste da Neri Pozza e Lea Quaretti per la donazione di un'importante collezione d'arte che troverà una sistemazione definitiva solo con il completamento del primo stralcio di lavori di Palazzo Chiericati.

Ma sulla questione un occasionale incontro con l'Avv. Pio Serafin, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Vicenza e grande estimatore, oltre che amico, di Quagliato, mi ha permesso di scoprire alcuni interessanti risvolti che mi hanno indotto a fare chiarezza con lo stesso scultore.

Immediata (nemmeno 12 ore di attesa) la sua disponibilità ad un colloquio tra la "folla" delle sue opere. Superata di poco la soglia dei settant'anni, evidente ed encomiabile la sua preoccupazione di assicurarsi un ricordo il più duraturo possibile nella storia culturale cittadina, anche se, per la verità, Quagliato non avrebbe bisogno di distribuire fra i vicentini "segni" della sua arte scultorea, avvincente espressione non solo di bellezza estetica, ma anche di umanità profonda e di fede sincera nelle capacità umane. E, come auspicavo già nell'introduzione alla mostra del 2000, sarebbe sicuramente interessante redigere un catalogo del suo Museo diffuso in luoghi pubblici (ad esempio la fontana in Piazza delle Poste, il monumento alle Vittime Civili di guerra in Cimitero), nelle Chiese di S. Paolo e S. Lorenzo e in numerose case e ville private.

«Ma a me - precisa l'artista - interessa soprattutto collocare in uno spazio il più possibile aperto al pubblico un certo numero di mie sculture che documentino anche in futuro il mio percorso artistico e il mio profondo legame con la mia città. È una mia antica idea quella di preservare dalla dispersione parte delle mie sculture. Con qualche amico anche commercialista si è valutata l'ipotesi di una fondazione di cui però sarebbe troppo costosa la gestione».

Provvidenziale quindi l'interessamento della Banca Popolare di Vicenza e più che giustificata la scelta operata dall'artista, per dare un degno futuro alle sue opere.

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