NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La grande intuizione di Renato Cevese realizzata ora da Guido Beltramini

di Giuseppe Brugnoli

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La grande intuizione di Renato Cevese realizzata o

Nel frattempo, maturava non soltanto tra gli addetti ai lavori, ma anche in una più larga opinione pubblica a livello mondiale, la consapevolezza che l'architettura del Palladio forisse all'umanità non soltanto un modo di costruire ispirandosi agli antichi, ma anche un modo di vivere, così che, come afferma la risoluzione del Congresso e del Senato degli Stati Uniti, «i monumenti architettonici americani ispirati sia direttamente che indirettamente dagli scritti, dalle illustrazioni e dai progetti del Palladio formano una grande e inestimabile parte dell'eredità culturale della nostra Nazione». In sostanza, un'espressione di civiltà, che è ben esemplificata dalla famosa scena di "Via col vento" in cui un reparto di rozzi militari nordisti arriva all'improvviso in una grande villa di proprietari del sud che pare trasferita di peso dai colli di Asolo alla Virginia. Chi scrive queste righe ne ricorda ancora l'emozione a ritrovare questo monumento casalingo in quella terra così lontana e che sembrava aliena, così come la stessa emozione riprovata, un mezzo secolo fa, nel vedere sul palcoscenico dell'Olimpico, davanti alla grande scena, comparire all'improvviso, e ritrovarsi come in un luogo domestico, un gruppo di cantori neri di gospel e spiritual che proveniva dall'Alabama, e che si chiamava "Trumpets of the Lord", quasi stupefatti di rivedere le architetture dei loro paesi..

Cevese soffrì molto, ma da signore qual era, in silenzioso riserbo, di questo mancato decollo del Centro da lui fondato, un decollo mancato anche per la sua inguaribile elitaria insofferenza di strisciarsi ai fianchi dei potentati di turno, così che alla fine si distaccò definitivamente dalla sua creatura, che prese altre strade, con altri personaggi, mentre Cevese si rinchiuse sempre più in una dimensione tutta vicentina, un po' rancorosa e assente dai grandi temi che continuavano ad essere al centro degli interessi del CISA e anche di altre istituzioni che, sull'onda del grande nome di Palladio, portavano a Vicenza studiosi dell'architettura di ieri e di oggi. Ma si può tranquillamente pensare, e anche ammettere con serenità che, senza il lungo, paziente lavoro di Renato Cevese non soltanto come ripristinatore degli studi su Palladio, ma anche come restauratore delle ville venete attraverso le istituzioni da lui promosse come l'Associazione che ne raccoglie i proprietari, l'odierno riconoscimento non sarebbe venuto, o magari sarebbe venuto molto più tardi. Così che diventa attuale l'auspicio che, alla morte di Cevese, fece il sindaco Variati, il quale, affermando che «mi piace pensare che, negli ultimi anni di un'esistenza così lunga, e così intensamente vissuta, l'amico Renato Cevese alla mattina si svegliasse potendo dare un'occhiata, fuori dalle finestre della sua abitazione, al restauro in corso della Basilica Palladiana» esprimeva il desiderio che a lui fosse dedicata la cerimonia di inaugurazione della rinnovata Basilica, i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2011. Un auspicio legittimo, al quale si potrebbe associare un altro ricordo, quello del prof. Mario Valmarana, per trent'anni docente all'Università of Virginia e fondatore del Center of Palladian Studies in America, che, come ricorda il prof. Guido Beltramini, operò grandemente per la conoscenza del grande vicentino in America e che, morto il 13 ottobre di quest'anno, non ha potuto vedere approvata la Risoluzione del Congresso americano.

nr. 47 anno XV del 25 dicembre 2010

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