NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La musica si intona ad una buona azione

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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LIVIA COPPOLA

Questo può portare a fare cartelloni con meno titoli? Se Vicenza collabora con altre città, proprio perché c'è una distribuzione delle spese, si potrebbero avere meno titoli, ma più diffusi, non c'è il rischio che diventi un cartellone unico?

«Si può fare con poche cose, non per l'intero cartellone, perché quello che si fa a Vicenza non si può fare a Verona: le tipologie di teatro e di pubblico sono diverse. Il nostro è un teatro più nuovo con una tradizione alle spalle decisamente giovane e si deve fare sinergia».

Ci può parlare dell'archivio discografico e videografico riguardante la OTO, disponibile per il pubblico? sarà possibile comprare dei dvd di alcuni spettacoli?

«Purtroppo non siamo ancora attrezzati in questo senso, è un lavoro che dobbiamo ancora fare: 20 anni sono tanti, ma possono essere pochi per avere dei supporti. Ci stiamo attrezzando, ora stiamo mettendo un po' d'ordine nella comunicazione, stiamo rifacendo il sito con le newsletters aggiornate e da lì si potrà cliccare su dei fotogrammi per poi magari avere il pezzo di musica. questo lavoro ci sta già assorbendo molte energie. Abbiamo dei cd, ma poche cose, non abbiamo ancora un archivio completo, però ci stiamo lavorando».

I grandi successi della OTO sia vicentini che internazionali fanno ben sperare in un pubblico di appassionati ben saldo e molto vasto, eppure si sente comunque l'esigenza di diffondere la musica. Una volta in tutte le famiglie borghesi la conoscenza di almeno uno strumento era considerata una competenza essenziale come leggere e scrivere. Oggi invece la classica è vista come qualcosa di intenditori ed è diventata un universo quasi parallelo, come il jazz nella musica moderna. Secondo lei ci sono dei modi per riportare l'interesse anche a al pubblico di massa? Ci sarebbe una convenienza nel diffondere la classica o è meglio che rimanga comunque una branca dell'arte riservata agli intenditori che la possono capire ?

«La musica secondo me è espressione della voce del popolo e della nazione, non deve essere qualcosa di nicchia. Certo, la sinfonica sicuramente esige un pubblico preparato e comunque il problema è alla radice, perché da quando la musica è stata tolta dalle scuole, questa è stata la prima nota dolente: ora, o uno prende un indirizzo musicale altrimenti la musica, non essendo materia d'insegnamento in tutte le scuole, rimane meno popolare, a differenza di altre nazioni europee».

Negli ultimi decenni si è fatta molta ricerca negli archivi e si sono trovati molto spartiti perduti, molte opere sono state riportate in vita dopo addirittura secoli. Questo contribuisce a una diffusione ancora maggiore delle opere e a una sorta di rinascita e rivalutazione di molti autori. Ci sono dei progetti o delle ricerche che come direttore le piacerebbe fossero ulteriormente sviluppati dalla OTO?

«A me piacciono molto le contaminazioni, il classico con il moderno per esempio ed è tutto un tipo di ricerca che oggi si fa e che avvicina l'orchestra a un pubblico più giovane. Quindi anche il jazz,che è meraviglioso, ma ci sono molti filoni di musica moderna».

Allora speriamo un giorno di poter ascoltare la OTO eseguire i Pink Floyd o i Queen! Un'ultima domanda: nella sua pagina del sito dell'orchestra sotto la sua biografia c'è una citazione da Tchaikovsky: "Ascoltare la musica significa sentire che è stata compiuta una buona azione. È difficile dire con precisione dove stia questa buona influenza, ma indubbiamente essa è benefica; quanto più vivo e la conosco, tanto più amo la musica". È una descrizione che potrebbe essere adattata anche al rapporto che il medico vive con e con il suo lavoro attraverso l'esperienza e le vite degli altri. L'ha scelta lei?

«Sì, l'ho scelta io».

 

nr. 47 anno XV del 25 dicembre 2010

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