NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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C’è il progetto culturale, ma spezzato in due

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C’è il progetto culturale, ma spezzato in due

Per completare il progetto si è deciso anche di coinvolgere in tutta l'operazione anche le proloco, quasi un'ovvietà, eppure indispensabili elementi per raggiungere gli obiettivi di questo lavorare assieme che peraltro promette bene. Tenuto conto della zona territoriale della quale stiamo parlando, un'area difficilmente promozionabile se non unendo davvero le forze in modo convinto, ci pare che questo discorso abbia avuto nel momento fondativo ed abbia anche in prospettiva un senso decisamente condivisibile, provato il principio secondo cui in un territorio abbastanza appartato come quello dell'Alto Vicentino non si offre facilmente ai visitatori italiani e stranieri se non attraverso una politica di forte pubblicizzazione delle caratteristiche, cultura, arte e storia in primissima linea.

La linea tracciata è stata questa e in conformità l'assessore alle attività produttive e turismo di Schio, Daniela Rader, ha avviato gli incontri operativi per dar seguito al protocollo firmato in Provincia. Le riunioni sono state due, la prima informativa, di accertamento sulla forma di disponibilità delle otto amministrazioni più gli altri elementi coinvolti, la seconda per decidere cosa fare e a partire da quando; questa seconda riunione ha implicato ovviamente anche un accordo sul progetto di lavoro e la relativa adesione da parte di tutti.

Al primo dei due incontri c'erano tutti ad eccezione di Malo; al secondo la cosa si è ripetuta con però una differenza sostanziale: due giorni prima infatti Malo ha presentato il proprio ufficio turistico che è stato sistemato nella nuova sede della Rete Museale Alto Vicentino ora spostata al piano terra della Casabianca.

L'iniziativa del Comune di Malo ha avuto un significato molto preciso nient'altro che confermato due giorni dopo alla seconda riunione dello IAT Alto Vicentino con la constatazione inequivocabile che gli otto Comuni firmatari del protocollo del 2009 in Provincia sono diventati sette.

Fin qui la storia. Su tutto il resto, a partire dalle spiegazioni più o meno fondate e credibili circa questa evoluzione di Malo in altra direzione rispetto a quanto stabilito solo un anno fa, bisogna dire che l'unica parola chiara potrebbe dirla il Comune di Malo, e cioè il sindaco Antoniazzi, il quale non avendo un assessore nominato per il settore cultura, ha preferito un affidamento di carattere manageriale extra amministrazione e pure in qualche modo facente funzioni di una qualche responsabilità in giunta.

Il futuro prossimo e-crediamo- anche quello più proiettato nei mesi che verranno, per non dire per tutto il nuovo anno, è ora connotato da una inequivocabile separazione rispetto al protocollo firmato dagli otto Comuni: da una parte Malo che si affretta ad aprire i battenti del suo singolo ufficio turistico, dall'altra i suoi ex partner che proseguono lungo la strada tracciata prima con il protocollo poi con le due riunioni operative che hanno stabilito l'inizio e le modalità delle attività dell'ufficio turistico IAT Alto Vicentino con propria sede e propria organizzazione a cui darà supporto la Provincia secondo quanto pattuito attraverso la mediazione del proprio braccio operativo che come si sa si chiama VicenzaÈ.

Due considerazioni per chiudere: 1) il concetto di una politica comune ed efficace per l'Alto Vicentino ha preso l'avvio con il coordinamento della Provincia che ha stabilito con l'assessore alla cultura Martino Bonotto una serie di puntualizzazioni che comprendono la generale chiarificazione di importanti settori della cultura vicentina come i musei e le biblioteche; 2) posto che è impensabile separare questo vasto progetto culturale da un secondo progetto che pure tecnicamente diverso coinvolge lo stesso territorio, la domanda forse più logica alla quale bisognerebbe rispondere è la seguente: stante la scarsità di risorse e l'esigenza di non sprecare e spendere bene i pochi investimenti possibili, dove e da chi si approvvigionerà Malo? Salvo che la caratterizzazione manageriale della sua iniziativa non preveda l'intervento di privati e non rinunci a priori a quanto si rende disponibile dall'iniziativa pubblica, quella concordata un anno fa. Non si fa comunque molta fatica a capire le perplessità della stessa Provincia che ora cerca di capire perché quell'accordo "a otto più vari enti" strada facendo ha ridotto di una le adesioni peraltro già assicurate.

 

nr. 01 anno XVI del 15 gennaio 2011

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