NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Verso l’apertura del misterioso plico

di Giuseppe Brugnoli

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Verso l’apertura del misterioso plico

Questa presunzione di particolare delicatezza dei documenti conservati nel plico che giace alla Bertoliana dal 1961 ha fatto pensare allo studioso prof. Emilio Franzina, le cui dichiarazioni sono state riprese prima dal prof. Giolo e poi dal giornalista Di Lorenzo, che il pacco, che non per nulla riporta una scritta del marchese Roi "Documenti manoscritti intimi di Antonio Fogazzaro" contenga l'epistolario, appunto "intimo" dello scrittore quarantenne con l'istitutrice tedesca dei Valmarana Felicitas Buchner, diciannovenne, che sarebbe ritratta nella protagonista del "Daniele Cortis". Ricorda Franzina che tutta la corrispondenza di Fogazzaro fu "epurata" dalle sue figlie Gina e Maria, che addirittura diedero alle fiamme parte della corrispondenza dopo la morte dello scrittore, ma potrebbe essere che questa parte dell'epistolario fogazzariano, proprio per la delicatezza della sua "intimità" fosse stata conservata riservatamente dallo scrittore, e, sfuggita alla condanna postuma, sia infine finita tra tante altre carte nel deposito in mano al marchese Roi, il quale l'avrebbe conservata per tempi in cui le passioni sarebbero state spente.

Una rapida indagine tra le personalità e le persone che, al di là del presidente della Biblioteca Bertoliana prof. Giuseppe Pupillo e del direttore prof. Giorgio Lotto possono eventualmente sapere qualcosa sul misterioso plico che attende di essere aperto solennemente, come ha promesso il direttore Lotto, nella sede dell'istituzione culturale in contrà Riale, non ha dato alcun risultato, e quindi si può concludere che il marchese Giuseppe Roi, Boso per gli amici, anche in questo caso si è comportato con estrema discrezione e non ha dato adito a nessuna chiacchera, portando con sé il segreto che dovrà ora essere svelato. Nulla ne sa Bernardo Dalla Pozza, figlio del grande direttore della Bertoliana prof. Antonio Marco Dalla Pozza, che fu funzionario della biblioteca dopo il padre, e che ebbe rapporti professionali con il marchese Roi. Nulla ne sa il secondo Antonio Dalla Pozza, nipote del primo e figlio di Bernardo, oggi assessore all'ambiente, alla sicurezza e al verde pubblico nella Giunta comunale Variati. Nulla ne sa, a quanto dicono i suoi congiunti, la contessa Ceschi che, sorella del marchese Roi, e sua unica parente, non ebbe con lui troppo assidue frequentazioni. Il marchese Roi lasciò tutti i suoi averi, ingenti, alla Fondazione che porta il suo nome, che è presieduta da Gianni Zonin e in cui opera, con la segretaria dottoressa Francesca Dal Cortivo, la dottoressa Annalisa Lombardo fino a ieri a capo dell'ufficio stampa della Banca popolare di Vicenza. La Fondazione Roi, costituita per sostenere l'arte e la cultura nel Vicentino e già all'opera per una serie di iniziative in collaborazione con istituzioni culturali cittadine, ha curato anche, oltre ai legati testamentari del marchese Roi alla Bertoliana, costituiti non solo di documenti ma anche di collezioni librarie, altri importanti lasciti di insigni dipinti, tra cui opere del Tiepolo e di Boldrini, al Museo civico, paramenti sacri e oggetti di culto al Museo diocesano d'arte sacra e una grande collezione di ceramiche d'epoca al museo di Bassano. Forse, da un punto di vista eminentemente pubblicistico, o forse soltanto pubblicitario, la più grande eredità che il marchese Roi lascia alla città che egli ha amato potrebbe essere un ricordo "intimo" del suo grande zio Antonio Fogazzaro. Ma, a chi scrive queste righe, e ha tra le sue cose più care una prima edizione in sontuoso marocchino verde de "Il Santo", che fu il primo libro regalato da fidanzato alla sua promessa dal suocero del sottoscritto, non dispiacerebbe se, anche nell'anno del centenario, ci fosse qualcuno che provvedesse ad un ulteriore periodo di secretazione, solo per ragioni di studio, del malloppo che riporta, forse sì o forse no, le memorie "intime" di Fogazzaro. Per ora, di escort e di veline ci bastano quelle che abbiamo.

 

nr. 01 anno XVI del 15 gennaio 2011

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