NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Quel quartiere che non è un serpentone

facebookStampa la pagina invia la pagina

Quel quartiere che non è un serpentone

Dal dopoguerra prima del boom a un'idea senza precedenti

È il terzo libro della collana Abitare il Villaggio: "Villaggio del Sole, un quartiere d'autore", è la terza puntata di un percorso cominciato con "Memoria e storia" e continuato poi con "Il valore della memoria, la forza della narrazione" oltre che con la realizzazione di una raccolta formata da tre quaderni. L'Associazione Villaggio Insieme, che si occupa di questa serie di impegnative pubblicazioni, dice di aver voluto «raccontare la storia collettiva della comunità del Villaggio del Sole attraverso una narrazione a cerchi concentrici».

Il meccanismo è infatti concepito in modo tale che il primo libro e i quaderni offrono lo sguardo interno al quartiere con i racconti degli abitanti, mentre il secondo libro legge la storia del quartiere sullo sfondo del tempo in cui è nato e si è poi consolidato. Dopo di che si arriva al terzo libro, questo appena pubblicato e presentato, che si propone il compito di allargare il cerchio della narrazione, dato che il racconto è quello tracciato dallo sguardo sul quartiere da parte di esperti che "leggono" il villaggio nel suo valore intrinseco oltre che nelle potenzialità ancora esprimibili e possibili. Con questi loro testi si completa la testimonianza dell'associazione tanto sulla singolarità del luogo quanto sul progetto e sulla comunità che ne fa parte dandogli contemporaneamente forza.

Va anche detto, come sottolineato chiaramente dai protagonisti-editori di questa serie di pubblicazioni, che tutti gli scritti e tutti i contributi sono stati offerti gratuitamente da chi era chiamato alla collaborazione anche dal punto di vista della propria professionalità. Insomma, un lavoro molto articolato e minuto che risulta nel suo complesso di una forte capacità descrittiva sia dal punto di vista storico che tecnico e del significato sociale implicito in questa totalmente nuova invenzione urbanistica.

Del resto, per rendersi conto compiutamente di che cosa significò all'epoca del progetto e della realizzazione il Villaggio del Sole basterebbe soltanto andare a confrontarsi con la realtà di quella città e di quegli anni. Ma non solo: serve a meraviglia cercare di ricordare in che cosa consistesse allora il concetto di costruzione.

Si era alla vigilia del boom economico che avrebbe poi trasformato come sappiamo sia la città che tutta la sua provincia, ma si era anche a una manciata di anni dalla fine della seconda guerra mondiale, da lutti e danni morali e materiali tutt'altro che superati in quel momento. La Vicenza urbanistica era allora connotata da una tipologia prevalentemente precedente alla guerra, quasi ottocentesca nei palazzi più costosi del centro, decisamente improntata alla dimensione povera e minuta nelle zone in cui si era riusciti a formare ad esempio un quartiere operaio del tipo dell'area San Felice-Via dei Mille o attorno alla città in zone come la Riviera Berica.

Per chi ha memoria buona si può dire che l'unica realizzazione visibile, ancorché del tutto estranea e fuori dalla città, fosse in quel momento il villaggio americano, zona ovest, Viale della Pace verso il casello ovest che ancora naturalmente non c'era, e dove il modello abitativo per le famiglie dei militari e degli impiegati della Ederle ricalcando pari pari i riferimenti di casa statunitense rappresentava tuttavia per Vicenza una grossa novità: sviluppata in orizzontale con ampio spazio tra le casette e la rete di strade che formavano il piccolo quartiere, non senza giardinetto con accessori.

Per dire che il Villaggio del Sole fu davvero una innovazione sensazionale con il suo sviluppo orizzontale sì, ma anche verticale, con le sue linee inedite e impostate sulla sinuosità dei profili, con quella vicinanza strettissima a Monte Crocetta a segnare quasi un'indicazione indissolubile per chi andava ad occupare quegli alloggi: siete in un quartiere popolare ultramoderno, ma non dentro un quartiere dormitorio e proprio sotto gli occhi avete una porzione importante del verde di Vicenza.

Quali fossero poi i presupposti e gli obiettivi dei progettisti lo spiega benissimo questo ultimo libro dell'Associazione Villaggio Insieme, così come i primi due e i quaderni. Qui importa molto di più registrare la non esaurita spinta di interesse e anche di ricerca civile che il quartiere sembra favorire rispetto a quanti lo osservano e lo studiano. Il tempo trascorso è tanto e forse qualcosa di nuovo occorrerebbe, giusto per non contribuire ad isolare una realtà che davvero non pensa ad autoemarginarsi. La passerella di attraversamento bocciata eppure necessaria sarebbe una delle cose da fare. Ma certo non è il momento se è vero che appena se ne parla si formano comitati di opposizione che ottengono subito il naufragio di ogni possibile successiva discussione sull'argomento. Resta il valore intrinseco che non cambia. Questo villaggio che sfida il tempo e non sembra risentirne oltre misura. Già questo è un grande risultato.

 

nr. 02 anno XVI del 22 gennaio 2010

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar