NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

L’epopea della Rivolta di Budapest rivive nel libro: “Lei… Rivoluzione”

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

L’epopea della Rivolta di Budapest rivive nel libr

Insieme con gli ideali politici anche l'amore è un determinante filo conduttore, espresso in modo sublime soprattutto nelle lettere che Aurel dal carcere invia alla sua tenera Mirjiam: due belle figure di innamorati che comunque non fanno passare in secondo piano l'altra coppia di Timothi (amico d'infanzia di Aurel) e Nati, sorella minore di Mirjiam, sempre pronte a consolarsi e a sostenersi vicendevolmente. Tra questi quattro personaggi, come scrittrice, a chi va la tua simpatia?

«A Mirjiam, a quella ragazza tanto timida quanto forte e coraggiosa, pronta a sacrificare tutto per portare avanti la battaglia di Aurel. Una ragazza ingenua nella sua giovinezza e inesperienza, ma tanto matura nel suo profondo amore, in una fanciullezza segnata dalla mancanza della madre, dal lavoro iniziato quando ancora era adolescente, dall'istinto protettivo verso la sorella minore. Lei diviene paradossalmente parte della libertà di Aurel: una libertà cercata, per la quale vale la pena di lottare, a cui non possiamo rinunciare».

Avendo letto qualche mese fa alcune tue poesie, pensavo che la tua preferenza venisse riservata alla poesia con la pubblicazione di un'antologia. Hai privilegiato la prosa, ma non hai rinunciato alla poesia, in quanto il "romanzo", o saggio politico romanzato, ha delle suggestive incastonature poetiche. Che significato rivestono nella vicenda da te narrata?

«La poesia avrebbe reso il mio racconto più vero e naturale, ne ero convinta. E per questo ho voluto narrare non solo fatti, ma emozioni... e quale migliore tecnica della poesia avrebbe potuto esprimere tanto naturalmente sentimento e sofferenza? Ogni parte poetica dello scritto deriva dalla mente e dal cuore dei personaggi. Credo che i piccoli scorci dell'immenso panorama che è il mondo delle emozioni, riescano a trasportare il lettore nel viaggio dell'introspezione e renderlo così partecipe della vicenda narrata».

Stiamo ovviamente riferendoci ai versi che, non rimati, hanno però un loro ritmo e una loro musicalità, tipici della poesia moderna, ma nell'opera la tendenza poetica si nota anche in certi passi di prosa, in modo particolare quando il racconto è idillicamente correlato a suggestivi scorci paesaggistici (oltre al citato salice, le ricorrenti immagini dei prati, delle nuvole, della pioggia, del sole, della luna e soprattutto delle stelle «creature così belle e così lontane», come le definisce Timothi una sera rivolgendosi sospirando ad esse, prima di entrare nella Taverna, senza dimenticare i riferimenti agli uccelli che «volano su di noi: creature fortunate che ogni giorno assaporano l'essenza della libertà»). Quale fascino esercita in te il paesaggio ungherese?

«Il fascino della dispersione e dell'orizzonte lontano. Budapest era ed è una splendida città, ma la mia ispirazione è stata l'intera pianura ungherese, la stessa calpestata dagli stivali dei sovietici allora, la stessa dove viaggia ancora quella libertà. Nell'aria di Budapest ancora oggi, se si chiudono gli occhi, la si respira».

La dedica finale («Alle donne della mia vita, A mia nonna, A mia mamma, A mia zia... e anche a me stessa...») mi suggerisce un'ultima domanda: qual è il ruolo delle donne nel tuo "romanzo"?

«Lei: la propria terra è donna, passione è donna, libertà è donna, una rivoluzione della città e dell'anima. Nel mio romanzo le donne non hanno un ruolo: semplicemente sono, vivono, sognano... Gli effetti che loro hanno sugli altri personaggi o sul mondo è una semplice conseguenza della loro esistenza. Sui futuri impegni letterari di Martina, può essere indicativo un passo dell'ultimo capitolo del libro in cui Aurel dichiara: "Come sono riuscito a fuggire da quella prigione non voglio narrarlo qui, in questo mio libro, perché fu un'altra, l'ennesima, lotta per la libertà che in tutto questo tempo ho sempre rincorso. La mia fuga sarà un altro racconto che presto scriverò con l'aiuto dei miei amici della Taverna"».

 

nr. 02 anno XVI del 22 gennaio 2011

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar