NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Basilica: per ora i negozi possono attendere ed occhio alla sicurezza

C'è ancora tempo per cui l'assessore al Patrimonio Massimo Pecori prende tempo per definire la questione negozi. Via al bando, ma con una attenzione particolare a chi c'è già. All'esterno della Basilica spazio alla gastronomia vicentina. Massima attenzione alla sicurezza. Il 26 prossimo incontro Ascom-Comune

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Basilica: per ora i negozi possono attendere ed oc

«I negozi sotto la Basilica palladiana? Il maxi restauro, intervento da 22 milioni di euro, sarà ultimato nella primavera 2012 ed è ancora prematuro dire che scelte definitive farà la Amministrazione comunale». L'assessore al Patrimonio di Vicenza, Massimo Pecori, prende tempo e mette le mani avanti per chiarire come le linee guida siano state individuate, sebbene non sia ancora stato definito il criterio merceologico che definirà la filosofia dell'assegnazione ed il criterio, se non quello del bando aperto a tutti. «Ricordo che gli orientamenti della Amministrazione Comunale sono quelli di passare attraverso un bando di gara - conferma infatti Pecori - che consenta a tutti di partecipare, dando però una attenzione e un valore aggiunto e reale agli esercizi commerciali che son lì da anni: alcuni hanno anche ottenuto riconoscimenti importanti come quello del titolo di bottega storica. Se da un lato c'è l'esigenza di aprire a tutti, è anche giusto mantenere chi ha contribuito nel corso degli anni ad impreziosire la Basilica con la sua propria e preziosa attività». Vi è poi la questione del settore merceologico. «La parte posteriore della Basilica la dedicheremo alle attività commerciali di tipo gastronomico tipico vicentino. E questo è già stato deciso. Il prodotto tipico da valorizzare deve essere una priorità. Per quel che concerne i negozi sotto la Basilica non ci sono prese di posizione ufficiali. Dobbiamo ancora definire il filone commerciale. Una delle idee era di creare degli spazi perché siano valorizzati anche i prodotti locali artigianali del territorio. Sono ancora linee che stiamo valutando. Una decisione in merito la prenderemo nel corso dell'anno, con la possibilità di un confronto con i commercianti, per cui abbiamo intenzione di intervenire in modo collegiale sulla decisione, riservandoci poi la parola finale».

L'aspetto economico per ora non è fonte di preoccupazione per il Comune. «Sino a quando non sarà terminato il restauro il canone lo continuiamo a prendere, poi i nuovi concessionari dovranno anche impegnarsi a fare dei lavori di messa in sicurezza, norme antincendio e così via, dovrà essere tutto a regola, attenzione massima la daremo anche al profilo della sicurezza. Non è che possiamo correre rischi dopo aver speso milioni a restaurare la Basilica!».

«La questione che sta ponendo in forte contrasto l'Amministrazione con una "lobbistica" parte dei commercianti, ben rappresentata in Consiglio comunale, è il prossimo utilizzo della basilica palladiana», ricorda il consigliere del PdL Valerio Sorrentino.

«La vigente convenzione, sottoscritta con la pregressa Giunta, prevede che, in seguito al restauro del monumento, tutte le concessioni dei negozi sarebbero state ridiscusse e rinegoziate. Ebbene, ci risulta che alcuni assessori, in primis Francesca Lazzari, vorrebbero, giustamente, conservare il piano commerciale della Basilica, ma sottoporre ad una gara la distribuzione degli spazi, non ritenendo congruo che solo una ristretta cerchia di commercianti abbia il privilegio di usufruirne ormai da decenni; in primis, il consigliere Soprana, che utilizza, direttamente o indirettamente, quasi metà degli spazi, ad un prezzo sicuramente non commerciale. Tale progetto ha destato ovviamente preoccupazione negli attuali concessionari; da qui, gli attacchi da parte dell'Ascom e la resistenza di una parte della maggioranza».

Al di là delle polemiche dice Sorrentino, «quello che a noi interessa veramente è che la Basilica, appena restaurata, grazie alla passata Amministrazione, non venga utilizzata con criteri parziali e privilegiando solo alcuni fortunati. Siamo tutti d'accordo sulla destinazione commerciale del piano terra, ma soltanto un bando imparziale può assicurare l'utilizzo più funzionale, e soprattutto i massimi introiti per il Comune».

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