NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il dramma dell’Olocausto raccontato attraverso gli occhi dei bambini

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La bambina del treno

Come le autrici stesse hanno ricordato, il lettore potrà andare a ritroso nella memoria ai bellissimi versi di Pavel Friedman (Praga 1921 - Auschwitz 1944), ragazzo ebreo deportato dai nazisti, che immortalò nella poesia "La farfalla" il senso stesso della sua gioventù negata.

L'ultima, proprio l'ultima,

di un giallo così intenso, così assolutamente giallo,

come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca

così gialla, così gialla!

L'ultima, volava in alto leggera,

aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giorno

sarà già la mia settima settimana di ghetto:

i miei mi hanno ritrovato qui

e qui mi chiamano i fiori di ruta

e il bianco candeliere di castagno nel cortile.

Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.

Quella dell'altra volta fu l'ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

«Pavel, che fu anche rinchiuso nella fortezza ghetto di Terezin, oggi Repubblica Ceca, scrisse la poesia poco prima di morire - racconta Farina - La Gestapo utilizzò Terezin come campo di concentramento per 144 mila ebrei, dei quali 33 mila morirono, la maggior parte a causa delle disumane condizioni di vita. Circa 88 mila prigionieri furono deportati verso Auschwitz ed altri campi di sterminio. Pavel fu uno di loro e lì trovò la morte». Quello della Shoah vista con gli occhi dei bambini è un tema che anche il cinema ha sfruttato, come nel caso del bellissimo "Il bambino con il pigiama a righe", tratto dal libro di John Boyne e proiettato proprio giovedì 27 gennaio in due scuole di Vicenza. Lo stesso giorno il libro di Farina e Simoncelli si presenta anche alla libreria Galla Girapagina, in un altro appuntamento dedicato a ragazzi e genitori con le letture dell'attore Pino Costalunga.

Farina, questo libro che ora raccoglie molto interesse in realtà ha avuto un percorso difficile...

«Avevo mandato la bozza a diversi editori, ma nessuno l'aveva pubblicata ritenendola difficile per un pubblico di bambini. Un giorno conobbi Luciana Tedesco, scrittrice ebrea di Roma che da bambina conobbe il dramma del nazismo e che ha scritto alcuni libri sul tema (come il recente Ragazzi nella Shoah, ndr). Le feci leggere il mio libro e nacque tra noi un'amicizia epistolare. Mi consigliò di contattare l'editore che pubblica i suoi libri, e un mese dopo anche il mio è stato pubblicato. Luciana è convinta che sia molto importante ricordare, e soprattutto far conoscere alle nuove generazioni gli errori del passato, per non ripeterli più».  

Farina, lei lascia al lettore un finale sospeso, senza dire esattamente cosa accadrà... perché?

«Ho pensato che fosse meglio lasciare che i giovani lettori immaginassero un loro finale, senza entrare nel dettaglio preciso. In questo modo credo che si lasci spazio all'immaginazione, che per i bambini è essenziale, e si permetta loro di creare anche un percorso alternativo a quello che la realtà, come purtroppo noi adulti ben sappiamo, aveva già scritto in modo tragico».

 

nr. 04 anno XVI del 5 febbraio 2011

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