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Visitare oggi, nel cuore della città di Vicenza, la Basilica e le Logge Palladiane ritornate al primitivo splendore, forse ancor più affascinante di quello originario del periodo umanistico-rinascimentale, significa non solo provare una gratificante emozione, dopo averne constatato il preoccupante degrado, ma anche essere sollecitati a rievocarne la tormentata e nello stesso tempo esaltante storia.
La Basilica del ‘400
Anche per evitare l'abituale errore di definire, senza opportune distinzioni, come "Palladiana" l'intera Basilica, è utile ricordare che ora, meglio che in passato, nonostante l'armonia dell'intero complesso monumentale, sono più evidenti le differenze architettoniche tra il corpo centrale e il doppio ordine di logge che lo racchiudono. Il primo infatti è il gotico Palazzo della Ragione, il Palatium Novum che Domenico da Venezia tra il 1449/50 e il 1460 progettò e realizzò sui resti del Palatium Vetus e del Palatium Communis, distrutti da un incendio nel 1444. Già allora il salone centrale, destinato alle riunioni del Consiglio dei Quattrocento, aveva la copertura a carena di nave rovesciata, realizzata con enormi archivolti in legno e lastre di rame ad imitazione del Palazzo della Ragione di Padova, costruito nel 1306.
Le logge palladiane
Sfortunata i
nvece, ma, per certi aspetti, anche fortunata la costruzione delle logge di cui si avvertì subito la necessità funzionale ed estetica: quelle costruite da Tommaso Formenton tra il 1481 e il 1494, furono, dopo soli due anni dalla fine del cantiere, compromesse da un crollo dell'angolo sud-ovest che diede origine a una discussione di oltre quarant'anni, coinvolgendo illustri architetti del tempo tra cui anche Jacopo Sansovino, Sebastiano Serlio, Michele Sanmicheli e Giulio Romano, fino ad arrivare al giovane Andrea Palladio il cui progetto, sostenuto dai nobili Gerolamo Chiericati e Alvise Valmarana, fu approvato nel 1549. Il primo ordine di arcate settentrionali e occidentali sarà concluso nel 1561, il secondo livello, iniziato nel 1564, sarà completato nel 1597 e il prospetto su Piazza delle Erbe nel 1614, ben trentaquattro anni dopo la morte del progettista.