NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Paolo Lioy: l’artista

di Giuseppe Brugnoli

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Paolo Lioy

Di questo coccodrillo, che lo rese famoso tra i paleontologi, ma anche tra i ricercatori di fossili di tutto il mondo, Paolo Lioy parlò ancora più diffusamente, paragonandolo ad altri reperti del genere trovati nel Vicentino, come a Tresche Conca, e in altri luoghi della Lessinia, anche in un approfondito studio presentato nel 1898 al Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e pubblicato dallo stesso Istituto nel luglio 1896, in cui esordisce lamentando che: «dalle indagini naturali troppo spesso mi distrassero diciott' anni di vita parlamentare». E proponendosi di "riassumere le scoperte che appunto in questa regione si riferiscono agli: « Idrosauri Proceliani Terziari della famiglia dei Crocodiloidi». Più che nel volume "Escursione sotterra", corredato da un "Dizionario Paleontologico" in cui Paolo Lioy, prima di dedicarsi con maggiore dedizione al suo impegno di parlamentare dà conto dei suoi studi e anche dei suoi convincimenti, in cui mostra uno spirito che solo oggi possiamo definire ecologico e un grande rimpianto per la sparizione di tante specie animali e vegetali che proprio allora stava manifestandosi, è in questo piccolo saggio dedicato al "crocodilus vicentinus" che Paolo Lioy esprime il suo inesausto amore per gli eventi e i personaggi della natura.

E nel momento in cui, celebrandosi per una volta il naturalista che diede onore a Vicenza, e forse bisognerà aspettare il secondo centenario per ripetere l'omaggio, qualche gesto esemplare potrebbe far sì che l'evento non si chiudesse in una riunione accademica. Non sarebbe affatto fuori tema se si potesse, magari utilizzando i perfezionati sistemi della tecnologia di oggi e facendo riferimento agli altri coccodrilli che Paolo Lioy elenca puntigliosamente come parenti stretti del "suo", si potesse rifare un modello di quell'unico esemplare di coccodrillo che un manovale, mandato a ripulire l'atrio del museo civico di Palazzo Chiericati dopo un violento bombardamento che distrusse la teca in cui era conservato il prezioso reperto, spazzò inesorabilmente via insieme ai pezzi di vetro e ai calcinacci di cui l'esplosione lo aveva ricoperto. Probabilmente, se nel 1945 ci fosse stato il museo civico di storia naturale, e non solo un modesto alloggiamento dei reperti nel museo d'arte, oggi avremmo ancora il "crocodilus vicentinus" . Il centenario di Lioy sarebbe l'occasione giusta per provvedervi definitivamente.

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