NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Una strana raccolta di souvenir
nella mostra “Vicenza Città bellissima”

Alla Casa del Palladio un folto gruppo di designer, in prevalenza 30-40enni, presentano un omaggio al grande architetto con un agile campionario di oggettistica

di Resy Amaglio

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Una strana raccolta di souvenir<BR> nella mostra

Con il titolo di Vicenza città bellissima, souvenir e memorabilia, espone fino al 6 marzo alla Casa Cogollo detta Casa del Palladio un folto gruppo di designer, in prevalenza trenta-quarantenni, selezionati allo scopo attraverso un'apposita gara.

Variamente ispirate alla nostra città per un omaggio a Palladio, le loro opere offrono un agile campionario del gusto e delle tecniche contemporanee in fatto di oggettistica adatta a diversi usi, pratici o di decorazione. Necessariamente ridotto per ragioni di spazio, l'insieme di bozzetti e prototipi risulta piacevole e non privo d'interesse specifico, grazie anche al buon allestimento, che mischia intelligentemente le cianfrusaglie alle cose di talento e valido intuito.

Il sapore evocativo del titolo rimanda a un'immagine cinquecentesca di Vicenza ed ha un precedente nel volume edito nel 1983 a cura della Biblioteca Bertoliana e più volte ripubblicato.

La città dell'esposizione curata da Stefania Portinari nulla ha peraltro da spartire con il passato, se non le fotografie dei monumenti, sovente replicate secondo differenti modalità, prese a pretesto per un discorso attuale o addirittura futuribile, talora utile e tendenzialmente spiritoso, nel quale il gioco è retto dalle tecnologia e dai materiali più consoni alle sue applicazioni nel settore del design.

Attraversando a rapidi passi la storia architettonica che prende avvio dalle creazioni palladiane, la mostra regala pertanto un fuggevole caleidoscopio di invenzioni, suggerimenti, proposte e riproposte.

Tra le immagini primeggiano come prevedibile quelle relative alle architetture di Palladio; il quale è però citato non soltanto come simbolo primo di Vicenza, ma anche nella semplice veste di vocabolo in rubriche specialistiche. Curiosa e garbatamente ironica è in tal senso la pagina che, in catalogo, illustra gli esiti di una ricerca compiuta da Enrico Mitrovich su una scheda video di un computer smesso, digitando la parola "Palladio" nel motore di ricerca delle Pagine Gialle della nostra provincia, dove è presente in 244 attività come nome aziendale.

Il grande architetto scende dunque dal piedistallo, esce dalla storia maiuscola per entrare in un'altra, ovviamente transitoria, in cui stanno insieme attrezzi sportivi e dossier commerciali, pneumatici e forniture idrauliche. Qualcuno s'impegnerà a verificare la lunga teoria pazientemente compilata dal fantasioso autore vicentino: e tra i lettori qualcuno guarderà con disappunto un simile spreco dell'augusto nome. Probabilmente non se ne dorrebbe invece l'interessato, acconciandosi a fungere da amuleto, in tempi difficili, per questa città che nei secoli ormai gli appartiene.

Ecco dunque, in mostra, Palladio, raccontato come si conviene ai nostri giorni dall'immaginario lieve e svagato, a volte accentato da note dissacranti.

Così il Maestro che ha reinventato Vicenza è Godzilladio nell'arazzo di Veronica Organo, pronto a distruggere il tessuto urbano medievale di strade e piazze per ricrearle a specchio della propria maestria.

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