(g. ar.) - La questione degli uffici turistici sotto l'egida o fuori dall'egida del marchio IAT è venuta a galla con una certa evidenza per l'uscita di Malo dalla logica dell'accordo firmato nell'aprile 2009 in Provincia da otto Comuni (Malo compreso), più amministrazione provinciale (Dino Secco), VicenzaÈ come braccio operativo per il turismo e Comunità Montana Leogra/Timonchio; quell'accordo stabiliva, appunto, un raggruppamento delle forze singole del territorio Alto Vicentino per studiare e poi costruire un progetto comune, secondo strategie e modi che si dovevano concordare per poi metterli in pratica. Mentre il progetto ha proseguito il suo cammino fino al punto di arrivare all'obiettivo primo prefissato, e cioè l'apertura dell'ufficio IAT in una sua sede ricavata dalla sede URP del municipio di Schio, la novità sostanziale di questi ultimi due anni è venuta da Malo che dopo aver sottoscritto l'accordo del 2009, ha cambiato orientamento ed ha aperto un proprio punto di informazione turistica che viene ospitato al piano terra di Palazzo Morandi (sede del museo Casabianca) nei locali della Rete Museale Alto Vicentino. La decisione in questione si era già fatta abbastanza chiara nel momento stesso in cui erano state indette le due riunioni successive del coordinamento IAT a cui avevano partecipato tutti gli attori direttamente interessati tranne, appunto, il rappresentante di Malo; ancor più, se possibile, si sono chiarite le cose all'annuncio dell'apertura dell'ufficio informazioni turistiche un paio di giorni prima della seconda riunione operativa del gruppo. Nella scorsa puntata abbiamo parlato con Vladimiro Riva direttore di VicenzaÈ per capire quali possano essere gli sviluppi di questa situazione. Ricordando che ci sono esigenze tecniche precise alle quali uniformarsi per lavorare nel settore turistico pubblico, Riva ha sottolineato anche che logica richiederebbe che ci si mettesse tutti assieme per raggiungere un obiettivo che interessa appunto tutto un territorio e non una fetta minima di questo territorio. L'idea di Dino Secco, assessore al turismo della Provincia, ribadisce questi concetti elaborandone però la parte più attinente al suo ruolo di amministratore. Il nocciolo, come si capisce dalle sue parole, è che la scoperta del turismo va accompagnata a un impegno specifico e convinto anche ad onta della scarsa forza economica di ciascuno e naturalmente più si è, meglio è: perchè calano vistosamente i contributi regionali.
Le realtà del comprensorio è la chiave per lavorare bene
Il giudizio dell'assessore Dino Secco che per conto della Provincia presiede al turismo ed ha guidato l'accordo tra gli otto Comuni dell'Alto Vicentino per la costituzione di un ufficio turistico congiunto, è un giudizio non viziato da ansie di qualsiasi tipo; sulla questione di Malo e degli altri sette Secco dice che drammi non ce ne sono, che un ufficio informazioni non è un ufficio turistico, che l'ufficio turistico IAT di Schio risponde ai canoni di regola e di tecnologia previsti e che perciò rappresenta il nocciolo dell'accordo di comprensorio raggiunto nel 2009. Ma Secco aggiunge anche che nelle stesse condizioni di Malo ci sono almeno un'altra ventina di uffici informazioni (e cita ad esempio Breganze, Marostica, Nanto, ecc.) e che possono svolgere una loro funzione, quella appunto di informare. E basta.
Ma tutta la storia nasce molto prima. Quando? Nel momento in cui -dice l'assessore- i Comuni hanno imparato piano piano a capire che il turismo può essere importante e può diventare una vera e propria risorsa per il territorio: «Questa crescente convinzione ci ha fatto capire che bisogna lavorare sempre più nella direzione di una organizzazione delle risorse a disposizione del turismo e che ne permettano il vero impiego economico. I Comuni si sono sempre più avvicinati al tema, magari gli hanno dedicato solo qualche migliaio di euro, ma bisogna anche tener presente che le casse municipali sono dappertutto in forte difficoltà per il calo dei trasferimenti. L'importante è che questo nuovo fenomeno, fatte le dovute proporzioni, ha interessato i Comuni di grande dimensione, come più logico, ma anche quelli più piccoli. È così che siamo arrivati all'accordo del 2009, tracciando quella prima traccia di lavoro che poi so è sviluppata ed è arrivata oggi all'apertura dell'ufficio turistico IAT di Schio rappresentato da sette Comuni più la Comunità montana Leogra/Timonchio con partenariato della Provincia e supervisione tecnica ed operativa di VicenzaÈ».