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Turismo e cultura non vanno spezzate

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Turismo e cultura non vanno spezzate

Per quanto riguarda la spaccatura creata di fatto da Malo con la sua uscita dal gruppo del primo accordo, Secco dice che la questione deve essere intesa negli stessi termini tecnici che riguardano gli altri uffici informazioni sparsi per la provincia di Vicenza, da Marostica a Nanto: «Tutti possono svolgere una loro funzione, quella di informare, ma naturalmente non possono essere confusi con gli uffici IAT che per essere aperti e messi in condizione di funzionare debbono obbedire ad una serie di regole alle quali un piccolo ufficio non può far fronte; ad esempio, l'apertura assicurata 365 giorni all'anno, la dotazione di personale in grado di capire e parlare lingue straniere, eccetera. A Schio con l'intervento di VicenzaÈ che ha fatto formazione abbiamo mandato un organico di due persone e fatto in modo che tutto quanto si richiede alla funzionalità dello sportello dell'Alto Vicentino corrisponda alle regole».

È una logica alla quale la Provincia ha fatto corrispondere un progetto già messo in atto e funzionante. Sono stati aperti altri sei uffici turistici con marchio ufficiale e si sta quindi formando una rete che alla fine renderà organico il lavoro di accoglienza informazione e assecondamento del turismo. Nel caso dell'Alto Vicentino, poi, bisogna anche considerare che la compattezza dell'operazione da parte dei Comuni e degli altri partner è resa ancora più preziosa dalla obiettiva difficoltà di creare flussi turistici in una zona della provincia che non è di passaggio, ma invece di temporaneo approdo dovuto soprattutto a questioni di lavoro. La scheda industriale e artigianale dell'Alto Vicentino è così fortemente caratterizzata, in tutta Europa e nel mondo, da costituire al tempo stesso una carta da visita importantissima per cominciare a parlare di turismo, ma anche il suo stesso limite da superare per cominciare davvero.

Nessun dubbio, invece, sul patrimonio culturale storico e artistico che caratterizza questo territorio e nessun dubbio sulla capacità che tutto ciò potrà avere nel giocare la carta del turismo.

Inutile aggiungere che la valorizzazione delle realtà comprensoriali è sicuramente essenziale quando si parla di organizzazione e di operatività. Singolarmente nessun Comune sarà in grado di autopromuoversi per crearsi una sua corrente turistica; tutti assieme è molto più probabile che ci si riesca. Anche perchè sullo sfondo, incombente, c'è sempre il problema della capacità di finanziarsi, particolare che per investire in qualsiasi iniziativa pare davvero il punto di partenza più importante. Ed è questo appunto il problema che l'assessore Secco sottolinea con forza quando spiega che la Provincia ha cercato e cercherà di incoraggiare al massimo «le realtà comprensoriali che debbono raggrupparsi il più possibile per fare squadra e fare rete». Il problema alle porte, ormai vicinissimo, è descritto dalle anticipazioni giunte da Venezia sull'orientamento della Regione in tema di finanziamenti agli enti locali: la prospettiva non proprio entusiasmante è che il contributo scenda da un milione di euro e circa 400mila, per cui le esigenze di compattezza appena descritte non saranno più un possibile obiettivo, ma una regola. Per impiegare bene i soldi a disposizione, specie se saranno pochi, la condizione da rispettare sarà quella di lavorare sempre e comunque come se confini comunali, campanili e sogni annessi, non esistessero nemmeno. Non c'è più margine disponibile per le distrazioni.

 

nr. 05 anno XVI del 12 febbraio 2011

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