NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un bel quadro di Ubaldo Oppi
nella mostra “Il pittore e la modella”

di Giuseppe Brugnoli

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Un bel quadro di Ubaldo Oppi<BR>
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Ma in questo contesto, di una revisione critica di un lungo periodo che è stato poco sotto i riflettori, e sul quale il tempo ha depositato la sua polvere, a noi piace segnalare la nostra piccola scoperta di un grande vicentino, che a Vicenza e circondario è rimasto noto più per le sue opere devozionali in giro per le chiese che per una sua personale ricerca espressiva. Si tratta di Ubaldo Oppi, che ebbe il torto, in vita e quindi anche dopo morte, di essere stato presentato, illustrato e magari anche imposto da un notevole scrittore come Ugo Ojetti, elzevirista de "Il Corriere della Sera" e amico di tutti i potenti, tanto da poter essere paragonato, per caprine il ruolo, al Bruno Vespa dei tempi nostri. Ma Ojetti non faceva parte della ristretta cerchia dei critici militanti, anche allora piuttosto gelosi del loro ruolo, che così quando Ubaldo Oppi si presentò nel 1924, su istanza di Ojetti, alla Biennale di Venezia con una sala personale, dopo aver abbandonato il Gruppo del Novecento sorto attorno alla Galleria Pesaro, e di cui era stato tra i fondatori, fu vittima di una vero e proprio scandalo. Come narra diffusamente nel catalogo della mostra di Treviso Elisa Prete, nel saggio "La fa la modela... Appunti per una storia del nudo a Venezia tra Ottocento e Novecento", nei confronti del quadro di Oppi "Le amiche": «doppio ritratto dalla purezza statuaria (non a caso alle loro spalle si vede l'Amazzone di villa Mattei) per il quale si avvale dell'uso di fotografie» si scatena nel 1926, quando si scopre come ci fosse una derivazione fotografica dall'album parigino "L'Étude Academique", una forte polemica, al quale l'artista risponde ribadendo la legittimità di una fonte "meccanica". E nel saggio, sempre in catalogo a Treviso, "Dalla metafisica a Novecento: manichini, modelle, archetipi e idoli" Laura Poletto riporta da Roh, nel testo "Nach-Expressionismus Magischer Realismus", che può essere ritenuto il testo fondativo del realismo magico nell'arte, un giudizio di grande spessore, per il quale «l'immagine della coppia di donne assume una dimensione di complicità più allusiva e sfuggente, perché "una ambiguità indecifrabile aleggia, scaturita da quell'elegante vincolo delle braccia, raggelando le figure in un'algida compostezza, in una assorta perfezione». Grande quadro, quello di Ubaldo Oppi, forse difficilmente rivisitabile perché viene da una collezione privata per la quale non ci sono riferimenti, ma che ci restituisce nella sua interezza un artista di tutto rilievo, e che giustifica da solo una visita all'esposizione alla Casa dei Carraresi.

 

nr. 05 anno XVI del 12 febbraio 2011

 

Pag. 1, foto grande: la copertina del catalogo e il manifesto della mostra riproducono il quadro di Cesare Mussini (1837): «Raffaello che per la prima volta spoglia la Fornarina»

Pag. 1, foto interna a sinistra: «La Moglie del Pittore», un'opera del 1924 di Ubaldo Oppi, in catalogo ma non in mostra

Pag. 1, foto interna a destra: nella sezione «Dal nudo accademico alla scuola di pittura» il quadro «Venere con Amore», modesta opera del 1799 di Antonio Canova

Pag. 2, foto grande: nella mostra «Il pittore e la modella, da Canova a Picasso» quest'opera di Picasso del 1965 intitolata appunto «Il pittore e la modella»

Pag. 2, foto interna: «Le amiche», del 1924, eccellente opera del pittore vicentino Ubaldo Oppi, che da sola merita una visita alla mostra

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