NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un plastico ferroviario tra i più belli d’Europa riaperto a Schio nella struttura de “La Casa”

L’impianto, curato a Schio dall’Associazione Ferromodellisti Alto vicentino e dal Comune, riproduce, in un plastico di quasi 100 mq con 400 m di binari, la linea secondaria che collega anche nella realtà le stazioni di Schio e di Vicenza

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Un plastico ferroviario tra i più belli d’Europa r

Dopo i lavori per consentire alcuni interventi di manutenzione e di allestimento, ha riaperto i battenti di recente a Schio un piccolo gioiello unico nel suo genere in Veneto, "Il mondo dei treni in miniatura", l'esposizione permanente con un migliaio di esemplari di modelli di treni circolati in Italia dal dopoguerra ad oggi e uno dei più grandi plastici d'Italia, che ha sede negli spazi comunali della struttura residenziale "La Casa" di via Baratto. E da quest'anno l'impianto, curato dall'associazione Ferromodellisti Alto Vicentino e dal Comune di Schio, si arricchisce di un nuovo plastico che potrà essere azionato dai bambini. Due gli spazi in cui si articola l'esposizione. Una sala che deve il nome al donatore della collezione, Aligi Razzoli [foto], prefetto a Roma con incarico di vice capo vicario della Polizia di Stato. Una passione, quella per i treni, che l'ha accompagnato per tutta la vita, che si è conclusa nel 2003 a Schio, città in cui aveva scelto di vivere e trascorrere gli anni della pensione. La collezione, iniziata nel primo dopoguerra, si è andata progressivamente arricchendo fino a costituire un parco di oltre mille esemplari. I vari modelli sono disposti per categoria ed epoca di appartenenza formando un quadro significativo della storia del trasporto ferroviario in Italia. Nella seconda sala è presente un plastico di quasi 100 metri quadrati, con 400 metri di binari, quattro stazioni ferroviarie fedelmente ricostruite, numerose gallerie e strutture. Costruito dai soci modellisti a partire dai primi anni ottanta, il plastico mette in scena, in una scala 87 volte più piccola del reale, un ambiente italiano degli anni '70, facendo coesistere ferrovie a trazione elettrica e a vapore. Oltre al circuito principale è stata realizzata una linea secondaria a binario singolo che, come nella realtà, collega le stazioni di Schio e Vicenza. A queste due stazioni si aggiungono anche quelle di Cittadella e Chiusaforte. Una quinta stazione, nella stanza di regia, nascosta agli occhi dei visitatori, permette la composizione dei convogli tramite un fascio di undici binari. In tutte queste stazioni sono posati in totale più di 110 tra scambi e incroci.

Di grandi plastici se ne trovano diversi girando per i gruppi di appassionati, ma non c'è dubbio che quello di Schio sia tra i più belli di tutta Europa. Per le sue dimensioni ma anche per il suo eccezionale dettaglio. E, non ultimo, per la sua capacità di affascinare ed evocare. Di stupire, non solo lo sguardo rapito di un bambino, ma anche quello più disincantato di un adulto. Ma quali sono stati i principi ispiratori del plastico? Lo chiediamo ai responsabili dell'associazione, oggi formata da una cinquantina di soci, veri e propri artisti della miniatura che con costanza e passione hanno dato vita nel tempo ad un prezioso tesoro. «Prima di tutto il realismo: non abbiamo voluto riempire il plastico di binari, preferendo lasciare ampio spazio al paesaggio, non semplice cornice della linea ferroviaria, ma componente fondamentale dell'insieme. Per lo stesso motivo abbiamo nascosto in galleria tutte le curve di ritorno (quelle a 180°, ndr) anche se ciò ha diminuito la tratta visibile allo spettatore: abbiamo preferito comporre una successione di situazioni nelle quali i binari hanno sempre una curvatura molto ampia. Insomma, abbiamo fatto una scelta di qualità, poco binario ma buono, piuttosto che di quantità, tanto binario ma trenino. Nella nostra creatività poi abbiamo dato spazio anche al romanticismo... non mancano infatti tratte a binario unico, fiancheggiate dalla linea telegrafica, che ci accompagnano verso mete solitarie e sperdute. Alcune zone del paesaggio, poi, sono quasi celate allo sguardo dei visitatori. Solo con una visione più attenta si potranno cogliere le prese d'acqua della roggia, il magazzino dietro al costone e altro ancora. La piccola ferrovia a scartamento è un omaggio ad un mondo che oggi vive quasi solo nei ricordi. Tutto il percorso è stato studiato perché sia fonte continua di sorprese, non esiste infatti un punto di vista in cui si possa cogliere tutto lo sviluppo del tracciato, che bisogna seguire e scoprire, lasciando sempre una parte di esso all'immaginazione dello spettatore».

Il funzionamento è in corrente continua, il più usato al mondo e la circolazione dei convogli è regolata secondo il sistema del blocco automatico, come dal vero, gestito da una centralina elettronica che rileva la posizione dei treni sui binari e regola di conseguenza il funzionamento dei semafori. Tutte le utenze sono collegate da quattro Km di cavi che corrono sotto la superficie del plastico. Arricchiscono il paesaggio alcuni elementi mobili come una funicolare, una funivia per trasporto passeggeri, passaggio a livello automatico, una segheria ed infine una giostra che anima una sagra paesana vicino alla stazione montana di Chiusaforte. La quasi totalità degli elementi paesaggistici è stata costruita dai soci del club partendo da materiali grezzi, senza ricorrere a scatole di montaggio commerciali.

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