NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Un plastico ferroviario tra i più belli d’Europa riaperto a Schio nella struttura de “La Casa”

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Un plastico ferroviario tra i più belli d’Europa r

Nostalgia dei vecchi treni di una volta? Forse. Desiderio di immortalare un piccolo mondo che per certi versi non esiste più? Anche. «Nella Sala Razzoli ci sono modelli di treno rari, fabbricati da aziende specializzate che non esistono più, e modellini suddivisi per tipo di trazione: si passa dai più antichi treni a vapore a quelli elettrici dei giorni nostri, passando per modelli diesel. La sala del plastico invece dà testimonianza del mondo ferroviario che rappresenta la storia dello sviluppo industriale moderno e oggi valida alternativa ecologica alle più inquinanti automobili. Un modo di concepire il viaggio come emozione di cui il treno costituisce quasi un legame tra il mondo degli affetti e quello del lavoro».

Tra gli elementi più significativi ci sono le tratte a binario unico che arrancano in salita e ci ricordano il trenino Schio-Asiago che passava proprio fuori dall'edificio, la presa d'acqua del torrente sopra la segheria, il magazzino dietro al costone, la piccola ferrovia a scartamento ridotto, la grande fornace e altri che i visitatori potranno scoprire. «Grazie alla dedizione e alla passione dei membri dell'associazione e del prefetto Razzoli questa realizzazione riporta al centro dell'attenzione il treno: primo veicolo legato alla tecnologia e alla velocità che ha permesso all'uomo di attraversare i continenti. Treno che è tornato oggi d'attualità per il suo basso impatto ambientale: il sistema su rotaia infatti è l'emblema della mobilità sostenibile».

Solo una coincidenza che questa passione per i treni sia sbocciata a Schio? Per niente, come testimoniano i soci dell'Historic Club scledense: «Nel 1876 venne inaugurata la ferrovia Vicenza-Schio, spina dorsale della rete ferroviaria dell'Altovicentino e tuttora in esercizio. Era lunga 32 km e prevedeva stazioni a Thiene, raccordo per la futura tratta che portava ad Asiago, a Villaverla, sede di un'industria laterizia in forte crescita, a Caldogno e a Motta. Alla stazione di Schio furono realizzati anche il magazzino merci, la rimessa per le carrozze e locomotive, l'officina per le riparazioni e i depositi di carbone e di materiale d'armamento. Si doveva poi progettare il collegamento longitudinale del territorio che prevedeva la Torrebelvicino-Schio-Rocchette-Arsiero e la Thiene-Caltrano-Rocchette-Asiago. La tratta che più di ogni altra entrò a far parte dell'immaginario degli abitanti della zona fu la Rocchette-Asiago, la mitica "Vacamora" lunga 21 km, inaugurata nel 1910 e attiva fino al 1958. Non solo permise all'Altopiano di uscire dall'isolamento in quanto collegato fino ad allora alla pianura solo dalla strada del Costo e da tre percorsi a gradini, ma soprattutto questa breve tratta fu un'opera di alta ingegneria per l'epoca e motivo di orgoglio per le popolazioni locali». L'esposizione scledense è aperta ogni venerdì feriale, dalle 21 alle 23, ogni prima domenica del mese, dalle 15.00 alle 18.30 e in alcuni giorni festivi come l'Epifania, Pasquetta e la festa del Patrono.

 

nr. 12 anno XVI del 2 aprile 2011

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