Un eliporto è meglio che niente, deve aver pensato il consigliere delegato alla Mobilità Claudio Cicero [foto] dopo aver visto progressivamente cadere nel dimenticatoio delle compensazioni sul Dal Molin l'ipotesi di una pista lunga due chilometri in grado di sostenere il progetto aeroporto. Troppi i dubbi legati a questa operazione ed i timori di vedere realizzare una pista in gradi di supportare anche gli aerei miliari Usa in partenza per eventuali missioni. Ecco quindi che l'idea eliporto prende il volo e Cicero la torna a sponsorizzare in modo risoluto. «Ci credo e credo sia indispensabile per Vicenza - dice - Sono convinto che se ben strutturato questo progetto possa portare del valore aggiunto reale alla città e che possa evitare di veder tagliata fuori Vicenza dal futuro. Perché è di futuro che stiamo parlando. Non possiamo precluderci anche questa possibilità quando tra qualche anno molto del traffico sarà per via aerea. Quindi dico sì all'eliporto e mi adopererò per portare avanti questa idea anche con il primo cittadino e con la giunta». Cicero dunque prende una posizione decisa e l'ipotesi eliporto rinasce e torna di estrema attualità su tutti i fronti, proprio nei giorni in cui si torna a parlare del grande spazio che dovrà ospitare il Parco della Pace. «C'è spazio per tutto, un eliporto non è impattante e crea possibilità di trasporto turistico ma non solo, anche utile per rilanciare l'economia della città e di fornire servizi utili ai business man ed alla Fiera oltre che alle categorie economiche di Vicenza».
Un alleato Cicero lo trova nei parlamentari vicentini che sponsorizzano questa ipotesi ed altre interessanti.
Che ne pensa della possibilità di realizzare un eliporto a Vicenza? Le sembra un'opera utile e che nell'ambito delle contropartite per la base Dal Molin rappresenti una opportunità per la città di Vicenza?
Manuela Dal Lago, parlamentare Lega Nord: «Già in passato, in una lettera che inviai al Commissario Paolo Costa, gli rappresentai l'opportunità che, mentre non aveva senso continuare a perseguire l'ipotesi di un aeroporto nella città di Vicenza, aveva una sua logica che si potesse prevedere invece la presenza di un eliporto per una parte dell'area libera, che potesse essere di utilità sia per protezione civile, sia con funzioni di elisoccorso sanitario per il trasporto di malati negli ospedali, sia eventualmente anche per il trasporto persone negli aeroporti nazionali ed internazionali più vicini. Data anche la vastità dell'area a disposizione, un eliporto e un parco potevano starci bene insieme. Quindi rappresentai l'opportunità di avere non un aeroporto bensì un eliporto e adibire a parco la parte restante del terreno».
Stefano Stefani, parlamentare Lega Nord: «Da tempo ci interroghiamo sulle problematiche che interessano l'economia di Vicenza e, quindi, su come poterle affrontare e risolvere, in una difficilissima contingenza generale che, è sotto gli occhi di tutti, appare purtroppo ancora lontana dal definirsi positivamente. La nostra provincia, da sempre, si trova a dovere combattere il problema delle infrastrutture e, più in particolare, quello dei collegamenti. In quest'ottica, l'ipotesi di un eliporto deve essere certamente presa in considerazione, valutando tutti gli aspetti, cercando, soprattutto, di restare con i piedi ben piantati per terra e di non caricare questa possibilità di grandi aspettative. Può un eliporto risolvere parte dei nostri problemi? Forse, quindi sediamoci intorno ad un tavolo e discutiamone. Non è più il tempo di cavalcare ipotesi che possono dimostrarsi delle chimere o peggio dei fallimenti. È invece il tempo di guardare, con realismo, al nostro futuro».
Giorgio Conte, parlamentare del Fli: «L'eliporto rappresenta certamente una infrastruttura utile per il soccorso pubblico, per le Forze dell'ordine, per i Vigili del Fuoco e per la protezione civile. Si tratta di una struttura poco invasiva che ridurrebbe anche i vincoli aeroportuali ancora oggi vigenti. Ritengo che una città capoluogo non può non esserne dotata e se l'eliporto dovesse in seguito costituire il luogo dove si genera un'attività economica di voli privati, sarebbe un'ulteriore ricchezza per la città. Anche in relazione al collegamento della città con le grandi aree metropolitane, l'eliporto può rivelarsi una utile ed importante opportunità».
Paolo Franco, parlamentare Lega Nord: «Vicenza ha l'occasione di programmare il proprio futuro impegnando al meglio un'ampia superficie ad est del Dal Molin. Primo punto: le compensazioni. Sono argomenti che stanno andando a rilento, ma sui quali tutti dobbiamo impegnarci, indipendentemente dalle appartenenze politiche. Secondo: alla luce di queste compensazioni, e soprattutto di quelle inerenti la viabilità, dobbiamo pensare agli spazi disponibili in questa zona per renderli funzionali ad un progetto non solo utile, bensì necessario per l'intera comunità. L'eliporto è assolutamente importante, così come la possibilità di sfruttare questa occasione per costruire un Centro di Protezione Civile moderno ed efficiente. I considerevoli spazi residui potranno essere approntati per realizzare un parco pubblico, un'ampia area verde a beneficio dei cittadini. L'estensione dell'area consente di realizzare efficacemente i tre progetti, senza doverne escluderne alcuno».
E l'ipotesi aeroporto di Vicenza è giusto o no che sia definitivamente tramontata?
Stefani: «L'ipotesi dell'aeroporto di Vicenza deve essere vista in quest'ottica, ma valutando con attenzione il rapporto tra costi e benefici. L'aeroporto è necessario? Se sì allora impegniamoci tutti. Non lo è? Allora serenamente prendiamone atto e accantoniamo questo pur affascinante progetto. Potrebbe dimostrarsi un buco nell'acqua, sanguinoso per gli investimenti che imporrebbe oppure diventare una fontana magica, capace di risolvere mille problemi. Ma dobbiamo discuterne, civilmente, da persone ragionevoli e per una volta lasciando da parte l'ideologia. Per troppe volte abbiamo discusso impegnandoci in mille polemiche, figlie di posizioni aprioristiche. Vogliamo essere ragionevoli e speriamo che tutti lo siano».
Dal Lago: «Sì, anche perché è dimostrato che un aeroporto a Vicenza, con una pista così corta, non sarebbe funzionale e non avrebbe ragion d'essere né tanto meno riscontro economico. Una base di Protezione Civile, che possa servire sia alla città di Vicenza che a tutta la provincia, avrebbe bisogno, invece, di un eliporto. A tal riguardo l'area per la base di Protezione civile proposta dal sindaco Variati per me non è idonea, sia perché l'area che lui propone dovrebbe essere preventivamente acquisita, sia perché ha nelle vicinanze delle costruzioni. Invece, costruire una grande base di Protezione Civile nell'aera dell'ex Aeroporto Dal Molin è preferibile anche perché potrebbe creare sinergie con la vicina Base militare degli Stati Uniti».
Conte: «Oramai la difesa dell'aeroporto è una battaglia di retroguardia, che la realizzazione della nuova base ha definitivamente cancellato. La città e la nostra provincia più in generale hanno perso l'opportunità di dotarsi di un aeroporto commerciale, non solo con l'insediamento americano, ma anche con una non lungimirante gestione dell'infrastruttura quando era ancora operativa perché supportata da enti pubblici e privati. Alla luce di ciò ritengo che anche l'aeroporto di prossimità, che conserva un suo fascino e una sua funzione, sia definitivamente tramontata. Una indubbia perdita per la città, che dovrà essere adeguatamente compensata e ciò dipende dalle capacità di intervento dei nostri rappresentanti territoriali, nessuno escluso».
Franco: «La città di Vicenza e l'intera provincia hanno bisogno vitale di alcune infrastrutture: la Valdastico Nord, la tangenziale Nord della Città, la fermata dell'Alta Velocità, la Superstrada Pedemontana Veneta, e la Valdastico Sud, già in corso di ultimazione. Ebbene, le dimensioni e il traffico dei due principali aeroporti veneti (Villafranca-Catullo e Tessera-Marco Polo) forniscono attualmente un ottimo servizio aereo, ad una distanza più che accettabile. Oggi, quando si parla di aeroporto occorre ragionare in termini di servizi, spazi, transiti e logistica, che nel 2011 non possono più trovare uno spazio conveniente all'interno della nostra provincia».