NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Dal Molin, l'eliporto si deve fare!

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Dal Molin, l'eliporto si deve fare!

Lei come se lo immagina il cosiddetto Parco della Pace? Verrà davvero realizzato?

Conte: «L'idea del parco rientra in una logica di compensazione, con tracce di natura ideologica, fortemente sostenuta dall'Amministrazione Comunale. Si è trattato con tutta evidenza di una cambiale elettorale pagata al movimento contrario all'insediamento della base. Non si tratta, come più volte sostenuto, dell'ultimo polmone verde della città ed è necessario ricordare che anche quando era in funzione l'aeroporto militare, l'area verde non era certo fruibile dalla città. La realizzazione del parco, enfatizzata con le roboanti "consulenze internazionali" promosse dalla Giunta Variati, potrebbe anche non essere particolarmente dispendiosa ed essere compresa nel pacchetto delle cosiddette compensazioni richieste al Governo. Ma è certamente più impegnativa la successiva manutenzione, la gestione e la sorveglianza di un'area così estesa che si potrebbe trasformare, se non con opportuni e validi accorgimenti, in una zona di degrado come si è verificato in altre aree della città. Ecco perché ho sostenuto l'insediamento di un centro regionale di Protezione Civile, su una porzione dell'area interamente destinata oggi a parco. Potrebbe rilevarsi una risorsa lungimirante, in grado di offrire alcune risposte ad esigenze concrete; uno spazio, che non cancella la possibilità di offrire alla città un grande parco, destinato ad una funzione rilevantissima per il nostro territorio, richiesta dalla grande forza rappresentata dal volontariato civico, grande risorsa anche della nostra comunità. Ma la scelta ideologica del parco si caratterizza anche con la risposta offerta dalla Giunta a questa valida e legittima richiesta. Un netto rifiuto che non si spiega se non con la miopia politica di chi ritiene che le buone idee provengano solo da una parte politica. Quando questo scontro politico, avvelenato da vecchi rancori personali, abbandonerà toni e modi della vecchia politica, allora si riaccenderà la luce e tutti assieme potremo disegnare il futuro anche della nostra città.

Franco: «È obbligatorio! Ma, proprio per quanto sopra evidenziato, il parco dovrà essere opportunamente dimensionato per garantire nel lungo periodo la sostenibilità dei costi di gestione e di controllo delle aree. Andrà inoltre progettato e realizzato in modo tale da offrire agli utenti opportunità culturali e di svago. Mi piacerebbe diventasse quasi una piazza, verde ed alberata, dotata di servizi: il chiosco bar, la gelateria, l'edicola, lo spazio per la musica, l'angolo protetto per i bambini, un piccolo auditorium, una sala cinematografica all'aperto... Insomma, un luogo d'incontro e di passeggio, dove trascorrere qualche ora in tranquillità e all'interno del quale poter cogliere al contempo alcune stimolanti opportunità».

Stefani: «Restando in tema di ipotesi e progetti, vorrei che questo clima di dialogo e collaborazione vigesse anche per il Parco della Pace, un'opera sulla quale, anche solo per la sua definizione, tutti dovremmo essere d'accordo. Ma, purtroppo, quando si parla di opere che hanno una chiara motivazione politica (il conseguimento della pace come esigenza universale rientra certamente in questa classificazione), il rischio latente è che la si veda solo in un'ottica ideologica, mettendo da un lato i buoni e dall'altro i cattivi, scelti non per criteri oggettivi, ma per ragioni che affondano le loro radici in convinzioni e non su dati di fatto. Non credo che qualcuno si possa sorprendere di questa mia affermazione perché è fondata sulla cruda realtà di questo periodo storico, in cui tutto viene filtrato, letto, persino manipolato non per giungere ad una soluzione, ma per aprire un contenzioso. Non sono, per mio carattere, molto d'accordo su opere che si autoreferenziano, che si pongono traguardi elevatissimi e che, poi, perdono per strada la loro vera finalità. Sono sicuramente d'accordo su iniziative che sono veramente al servizio di un ideale e non invece piegate alla demagogia».

Dal Lago: «Faccio fatica ad immaginare che possa essere non tanto realizzato quanto piuttosto essere poi mantenuto in modo corretto un parco di così ampie dimensioni, così come previsto attualmente dal sindaco. Conoscendo bene le difficoltà già ora presenti nella manutenzione dei parchi cittadini e nella gestione della loro sicurezza, la dimensione del parco in questione deve essere valutata in maniera realistica. Ciò anche in relazione ai progetti complessivi del verde pubblico e alla futura realizzazione del Parco dell'Astichello, in zona adiacente all'area di cui stiamo parlando. Ritengo quindi che si possa prevedere un parco solamente se all'interno si trovano altre strutture, come la protezione civile, che in qualche modo possano controllarlo. Sul fatto che questo parco verrà davvero realizzato, nutro forti dubbi: sono tante le cose messe in cantiere dal sindaco Variati che però sono rimaste solo nei titoli. Molto spesso si ha l'impressione che non siano tanto proposte vere, quanto piuttosto semplici spot elettorali destinati a non avere alcun seguito».

 

nr. 08 anno XVI del 5 marzo 2011

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