NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ma che cos’è questo gioiello antico?

Lo stadio Menti ripercorso e rivisitato con parole e immagini di Antonio Di Lorenzo e Andrea Mason (Il Giornale di Vicenza) in un libro di eccezionale presa anche sentimentale - Tutto quel che non vi ricordavate più, dalle partite ai concerti, da Paolo Rossi a Lucio Dalla, dai cantanti calciatori al Papa polacco: ritrovate tutto e di più

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Ma che cos’è questo gioiello antico?

(g. ar.) - La scelta di Antonio Di Lorenzo e Andrea Mason non lascia molti dubbi sulle ragioni vicine e lontane oltre che sulle motivazioni, diciamo così, di radice affettivo e, per meglio dire, cardiaco-sentimentale: quando si parla dello stadio Menti - specie ora che, prima o poi, accadrà l'inevitabile, con le ruspe in azione e tanti saluti a quasi un secolo di storia e di ricordi - si coinvolgono infatti sentimenti che vanno ben al di là dell'occasione sportiva o del legame a un personaggio. Quando si parla del Menti - e Di Lorenzo e Mason lo fanno da cronisti di professione, non tralasciando perciò nemmeno una virgola di tutto ciò che può essere riferimento e collegamento della memoria - si sale ai comandi di una macchina del tempo a cui è ben difficile resistere. E del resto, chi si sogna di resistere? È così che "Menti Del Cuore" sale la scala della storia che non è solo quella dello stadio o della sua squadra di calcio, ma è la vicenda stessa di tutta una città. Una trentina di anni fa ci provò l'ottimo Antonio Berto, dirigente sportivo oltre che indissolubilmente legato alle vicende della "provinciale di lusso"; e quel titolo, esattamente "La provinciale di lusso", riecheggiando tutta la storia tecnico-agonistica del L.R. Vicenza, dipinse un bellissimo ritratto della squadra della società e naturalmente dei giocatori, in una galleria di nomi date e avvenimenti che ancora oggi per chiunque voglia farsi un'idea di che cosa fosse il calcio in altri tempi è poco meno di un Beaubourg dello specifico; in maglietta calzoncini e pallone, beninteso. Ma il libro di Berto, che pure rimane riferimento prezioso oltre che minuzioso di tutta una storia, non ha tuttavia la forza di questo Menti Del Cuore dei due giornalisti del Giornale di Vicenza. Perchè Di Lorenzo e Mason utilizzano il linguaggio naturalmente ultracollaudato della cronaca per esplodere addirittura, anche con l'aiuto di una serie formidabile di immagini, qualcosa di perfino difficilmente descrivibile. È il racconto di un gioiello di famiglia. Difficile parlarne, ma non vuol dire che non ci proviamo...

 

L'effetto che fa con le ruspe già quasi all'orizzonte

Da arena sportiva ad anfiteatro dell'anima, dagli splendori di un calcio povero giocato piedi e cuore fino a sfiorare i massimi livelli nazionali, su su, o giù giù, nel tempo, al calcio di oggi e alle utilizzazioni che lo stadio di Vicenza ha più o meno voluto o subito fino a diventare palcoscenico di adunate oceaniche religiose e musicali, a seconda di come andavano le cose e con chi.

Un'arena sportiva tuttavia che il suo ruolo principe di circenses sempre a prezzo abbattuto il più possibile, perlomeno fino ad un certo punto della sua storia, non l'ha mai tralasciato o dimenticato.

Le fotografie del libro di Di Lorenzo e Mason fanno ala fedele e di fascino senza limiti ad una storia che non è solo la storia di uno stadio per quanto antico e da sempre amato come pochi, ma anche di una città intera, pregi e difetti compresi.

È già successo anche a Verona, per restare a qualcosa di molto collegato per territorio e parallelismi di vicende sportive, è successo di rinunciare ad uno stadio/scatola per crearne un altro di moderno che avesse i presupposti per risistemare un po' tutto: da come andare a guardare le partite fino all'organizzazione interna, l'architettura del prodotto, ecc. Il Bentegodi diventò quello che è oggi - salvo l'anello in più creato con i mondiali azzurri del '90 - praticamente alla fine degli anni ‘60. Si piansero calde lacrime sul quel vecchio stadio ficcato nel cuore della città, a due passi dall'Arena e dalla Cittadella, stretto tra due collegi religiosi e una scuola di Salesiani; crediamo che si piangerà anche sul Menti. Quanto non sapremmo dire. Ma è un fatto che, se non prestissimo, accadrà: le ruspe prima o poi entreranno trionfalmente e tireranno giù tutto, senza tanti complimenti e fregandosene allegramente di tutto ciò che quel perimetro aveva ospitato ed consegnato al futuro.

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